Speciali

Aprire spesso le finestre aiuta a proteggerci dai malanni invernali

Aprire le finestre, poco ma spesso, è una buona abitudine da mantenere anche (e soprattutto) nei mesi freddi, quando trascorriamo più tempo al chiuso e in locali affollati e poco ventilati. A casa, a scuola, a lavoro, migliorare la qualità dell’aria è una strategia utile per evitare fastidiosi raffreddori, mal di gola e tosse che arrivano puntuali alla prima aria fredda.

Con il contributo esperto di:
23 ottobre 2024
Contagi al chiuso

Con l’arrivo dell'aria fredda, arrivano anche i fastidiosi malanni di stagione. A farci ammalare sono virus e batteri, non il freddo. Sebbene i virus respiratori non vadano in vacanza d’estate, è però un dato di fatto che le persone si ammalano di più di raffreddore, mal di gola e tosse quando fuori fa freddo. Le basse temperature, infatti, da una parte rendono l’ambiente ottimale per la replicazione dei virus (insieme alla bassa umidità), dall’altra rendono le persone più vulnerabili alle infezioni delle vie aeree, riducendo l’efficienza delle difese immunitarie. 

 A farci ammalare d’inverno, però, contribuiscono anche le nostre “cattive” abitudini. Con la stagione fredda la vita sociale si sposta prevalente al chiuso, le occasioni di frequentare luoghi affollati e poco ventilati si moltiplicano. Inoltre, tendiamo a ricercare ambienti interni più caldi e, dunque ad aprire poco le finestre per disperdere meno il calore. Casa, uffici, scuole, ristoranti, sono tutti luoghi in cui si è costretti a condividere spazi limitati per tempi prolungati, una manna per i virus respiratori. Eppure, un gesto semplice e alla portata di tutti, può migliorare la qualità dell’aria al chiuso: aprire le finestre, per pochi minuti ma più volte nel corso della giornata. Ecco perché un’adeguata ventilazione degli ambienti interni può aiutarci a evitare o ridurre i malanni di stagione.

Torna all'inizio

Perché i virus si trasmettono più facilmente al chiuso

I virus respiratori si diffondono attraverso le goccioline di saliva emesse da una persona che ha contratto l’infezione quando respira, parla, ride, tossisce o starnutisce. Le goccioline più grandi tendono a cadere subito a terra o sulle superfici vicine; pertanto, possono contagiare solo le persone che sono a stretto contatto con la persona infetta (sia all’aperto che al chiuso). Quelle più piccole invece si disperdono nell’aria come “aerosol” e, al chiuso e in assenza di ventilazione, possono rimanere sospese per diverse ore e percorrere oltre i due metri di distanza. Diversi studi sul Covid, per esempio, hanno suggerito che il contagio al chiuso avviene soprattutto attraverso aerosol; pertanto, stare a distanza da persone malate non dovrebbe farci sentire completamente al sicuro, in assenza di un’adeguata ventilazione dell’ambiente.
Torna all'inizio

Perché aprire le finestre ci protegge dai virus respiratori

Trascorrere molte ore in ambienti chiusi, affollati e scarsamente ventilati, fa crescere le probabilità di contagio. L’apertura di finestre e/o balconi, favorendo l’ingresso di “aria fresca” dall’esterno, riduce l’accumulo di goccioline infette nell’aria e così il nostro rischio di ammalarci. 

Non dimentichiamo di aprire le finestre anche negli ambienti in cui sono installati impianti autonomi fissi di riscaldamento /raffrescamento (es. climatizzatori aria, pompe di calore split) che per il loro funzionamento non utilizzano “nuova aria esterna”, ma sempre la stessa aria ricircolata che viene riscaldata/raffreddata.

Torna all'inizio

Dove è necessario aprire le finestre

Il ricambio frequente di aria è necessario ovunque al chiuso, sia nei posti più affollati (come scuole, uffici, sale riunioni ecc) che nelle nostre abitazioni, in modo particolare quando abbiamo ospiti o quando c’è una persona malata in casa. Non sono esclusi dal rischio altri luoghi come ristoranti, bar, palestre, piscine, mezzi di trasporto, tuttavia, in questi casi la scelta di ventilare gli ambienti non dipende da noi.

Torna all'inizio

Per quanto tempo tenere aperte le finestre per cambiare aria?

Per garantire un buon ricambio d’aria al chiuso è preferibile aprire le finestre per alcuni minuti (5-10 minuti) e più volte al giorno, piuttosto che una sola volta al giorno per un periodo più lungo. Bisogna però tener conto delle dimensioni dell’ambiente da aerare, del numero di persone presenti ma anche delle dimensioni di finestre /balconi /porte da cui entra l’aria. Ventilare una stanza grande, affollata e dotata di una finestra richiede più tempo rispetto a una stanza piccola, poco popolata e, magari dotata di balcone. 

Sebbene tenere le finestre completamente aperte accorci la durata del ricambio d’aria, non è sempre necessario tenere spalancate entrambe le ante. Anche una parziale apertura delle ante può fornire flussi d’aria significativi, soprattutto se si aprono contemporaneamente due finestre (o una finestra e una porta) che si trovano sui lati opposti di una casa (ventilazione incrociata). 

Torna all'inizio

Aria fredda e inquinata: perché conviene aprirle comunque

Malgrado la semplicità del gesto di aprire le finestre, d’inverno è difficile mantenere un adeguato ricambio d’aria al chiuso. Quando la temperatura fuori è particolarmente rigida, il disagio derivante dall’ingresso di aria fredda scoraggia l’apertura di balconi e finestre. E quando apriamo, lo facciamo per poco tempo. D’altra parte, aprire le finestre mentre teniamo acceso l’impianto di riscaldamento è sconsigliabile. Dunque, Il volume di aria fresca che introduciamo in casa potrebbe non essere sufficiente a garantire un’adeguata ventilazione degli ambienti. 

Occorre però trovare il giusto equilibrio tra la necessità di ridurre al minimo il rischio di contagio, il comfort termico e il consumo di energia, anche nelle situazioni ci sembrano meno confortevoli. Senza dimenticare che la ventilazione è importante anche per ridurre l’inquinamento indoor

Possiamo quindi adottare dei piccoli accorgimenti per ridurre il nostro disagio, per esempio può essere sufficiente aprire una sola anta, oppure possiamo aprire le finestre di stanze adiacenti a quella dove siamo e tenere aperte le porte oppure aerare la stanza quando non ci sono persone.

A che ora aprire le finestre?

Anche nelle abitazioni che si trovano a ridosso di strade molto trafficate o di autostrade non è sempre possibile aprire finestre e balconi, soprattutto se si vive ai piani bassi, a causa dell’inquinamento acustico e dell’aria in alcune ore del giorno. Tuttavia, tenerle sempre chiuse è comunque una scelta sbagliata. Per proteggere la salute da smog e polveri sottili si può, per esempio, optare per aprirle nelle ore del giorno in cui c’è un minore passaggio di mezzi: generalmente il mattino presto e la sera sono gli orari migliori. In alternativa, si può scegliere di aprire le finestre della casa che danno su strade secondarie e meno trafficate, aprendo contemporaneamente anche le porte delle altre stanze. 

Torna all'inizio

Come possiamo capire quando è ora di aprire le finestre

Non è facile capire quando la qualità dell’aria interna è scarsa, e dunque che è necessario un ricambio d’aria. Per questo ci viene raccomandato di farlo frequentemente e per poco tempo. Un aiuto potrebbe arrivare dai rilevatori di CO₂, piccoli dispositivi che misurano la concentrazione di anidride carbonica in tempo reale. Generalmente sono usati da autorità preposte come strategia per monitorare la qualità dell’aria interna in alcuni edifici pubblici, come le scuole. Ve ne sono di vario tipo, ad uso professionale ma anche casalingo, in vendita a meno di 30-40 euro.

 L’anidride carbonica è un gas che emettiamo quando espiriamo, i cui livelli al chiuso variano nel tempo in funzione del numero degli occupanti e dello stato di ventilazione presente in quell’ambiente. Alte concentrazioni di anidride carbonica in uno spazio chiuso sono il sintomo di un basso livello di ventilazione o di una presenza di persone eccessiva per quel volume di spazio, oppure di entrambe le cose. Per questo, l’uso di un sensore di CO₂ potrebbe permettere di monitorare la qualità dell’aria e indicarci quando è necessario cambiare aria, dunque, quando è ora di aprire le finestre. 

Attenzione, però: l’utilizzo di un sensore di CO₂ non deve farci sentire al sicuro dal rischio di infezioni. Mancano studi che ne abbiano valutato l’utilità di questi apparecchi nel ridurre il rischio di infezioni respiratorie al chiuso. 

Torna all'inizio

Se abbiamo un purificatore d’aria in casa possiamo evitare di aprire le finestre?

Se abbiamo un purificatore in casa bisogna comunque aprire le finestre per garantire l’afflusso di aria fresca esterna, dal momento che questi dispositivi non immettono aria fresca nei locali. 

I purificatori o depuratori d’aria (detti anche sanificatori) sono apparecchi simili a dei condizionatori portatili che filtrano l’aria già presente nell’ambiente e la rimettono in circolo. La tecnologia che utilizzano per catturare virus, batteri, particolato, formaldeide e allergeni può essere di diverso tipo. Quelli che vengono raccomandati dalle istituzioni come strategia per migliorare l’aria al chiuso (anche in un’ottica infettiva) sono quelli con i filtri HEPA. 

 Secondo alcuni studi i dispositivi portatili con filtri HEPA, utilizzati da soli o in combinazione con i sistemi di ventilazione, si sono rivelati in grado di ridurre nel tempo la concentrazione di particelle di virus (in modo particolare di coronavirus) nell'aria al chiuso e quindi ridurre l'esposizione all'aerosol virale, contribuendo a limitare il rischio di contagio via aerosol. In laboratorio, dunque in condizioni ideali, si sono dimostrati in grado di catturare le goccioline virali sospese nell’aria. Tuttavia, non è ancora noto se funzionano nel ridurre davvero la trasmissione dei virus in condizioni reali, dal momento che mancano studi che abbiano valutato se l’installazione di un purificatore in un ambiente chiuso abbia ridotto (e di quanto) l’incidenza di Covid, di influenza o di altro. Per questo la loro presenza in casa non dovrebbe dare alcuna rassicurazione, né dovrebbe farci abbandonare il gesto di aprire balconi e finestre. 

Se usati correttamente (installati e mantenuti in maniera adeguata) potrebbero essere utili in alcune particolari situazioni (per esempio per ridurre la carica virale in una stanza di una persona malata, come ausilio per aule, uffici, palestre e tutti i luoghi in cui non può essere garantito un adeguato ricambio d’aria).

Torna all'inizio