Inquinamento: come proteggere la salute da smog e polveri sottili
La qualità dell’aria in molte città italiane è pessima, ma non per questo bisogna rinunciare all’attività fisica o ad aprire le finestre. Basta adottare alcuni accorgimenti. Ecco quali.

Le notizie sull’inquinamento dell’aria che giungono puntualmente in questo periodo dell’anno sono sempre più preoccupanti. A farne le spese è la salute di chi vive nelle aree più colpite e nei centri urbani, soprattutto quella delle persone più vulnerabili come anziani, donne in gravidanza e bambini. È ormai ampiamente dimostrato come asma, bronchiti croniche, tumori, scompensi cardiaci ma anche diabete e danni cerebrali sono alcune delle conseguenze più gravi legate agli agenti inquinanti presenti nell’aria. I rischi per la salute sono legati soprattutto all’aumento delle polveri sottili, che comprendono particolato ultrafine (PM 0.1), fine (PM 2.5) e grossolano (PM 10). Le polveri sottili sono ritenute le principali responsabili degli effetti negativi per la salute umana e secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, sono la causa di circa 250-300.000 morti all’anno nell’Unione europea. Purtroppo, quasi tutta la popolazione mondiale è esposta a concentrazioni di particolato fine che superano i valori di sicurezza stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Vuol dire che tutti siamo esposti ad un possibile pericolo per la nostra salute.
C’è qualcosa che possiamo fare per proteggerci?
Il miglioramento della qualità dell’aria esterna richiede uno sforzo collettivo che parte dalle politiche locali, regionali e nazionali, ma che non esclude i comportamenti e le attività dei singoli individui. La strada è sicuramente lunga, tuttavia c’è qualcosa che possiamo fare per ridurre il nostro contributo all’inquinamento e per ridurre l’esposizione agli inquinanti atmosferici, nostra e dei nostri figli, adottando dei comportamenti di buon senso nella vita di tutti i giorni. Ecco alcuni cambiamenti che, intrapresi a livello individuale, possono ridurre le esposizioni a livelli troppo elevati di inquinanti.
Controlla la qualità dell’aria nella tua zona
Quando la qualità dell’aria della città in cui vivi peggiora, prima di andare a fare una passeggiata o svolgere un’attività fisica sostenuta all’aperto controlla il livello di inquinamento atmosferico della tua zona. Per farlo puoi consultare il sito dell’Agenzia per la protezione ambientale della tua Regione (Arpa) o il Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente per le previsioni. Ricorda che i livelli di inquinamento atmosferico variano a seconda del livello di traffico, del grado di urbanizzazione, dell'ora del giorno o delle condizioni meteorologiche: pioggia, neve e vento, ad esempio, agiscono da spazzini naturali delle polveri sottili e migliorano la qualità dell’aria.
Limita tempo e intensità dell’attività fisica nelle zone inquinate
Limita l’attività fisica che svolgi all’aperto quando i livelli di inquinamento sono elevati, spostando l’attività al chiuso, in casa o in palestra, cosa che ti permette anche di variare il tipo di attività fisica. Se vuoi comunque svolgere attività all’aria aperta, aspetta la fine dell’ora di punta, evita le zone trafficate o riduci il tempo che passi in aree ad elevato traffico stradale. Nelle zone e nei periodi più inquinati limita l’intensità dell’attività fisica che svolgi all’aperto per ridurre l’esposizione agli inquinanti, che è maggiore per attività fisiche più vigorose (perché richiedono una attività respiratoria più intensa). Ad esempio, scegli di camminare al posto di correre.
Non rinunciare ad andare a piedi e in bici
Non rinunciare a spostarti a piedi o in bici per paura dell’inquinamento. Scegliere di andare in macchina o con i mezzi pubblici per evitare di respirare aria inquinata non è la soluzione. Anzi, può essere un problema e non solo perché contribuiamo al traffico e all’inquinamento. Parliamo di salute: la concentrazione di inquinanti all’interno delle auto è maggiore di quella all’esterno. In auto si respira una parte degli scarichi emessi dalla propria e dagli altrui veicoli. Il comportamento più salubre ove possibile resta sempre quello di muoversi il più possibile a piedi. Se decidi di andare al lavoro o a scuola a piedi o in bicicletta, seleziona percorsi lontani dalle strade trafficate. Potresti impiegarci di più, ma va tutto a vantaggio della tua salute, sia perché eviti il più possibile i gas di scappamento, sia perché aumenti il tempo in cui rimani attivo.
Usa la mascherina solo se non ti dà fastidio
Le mascherine filtranti (cioè quella certificate come dispositivo di protezione individuale Ffp) nascono proprio allo scopo di “filtrare” gli inquinanti presenti nell’aria. Prima del Covid, infatti, si vedevano raramente e solo tra chi lavorava in ambienti insalubri, in cui erano presenti particelle sospese nell’aria (ad esempio nei cantieri). In linea teorica, quindi, le mascherine Ffp hanno una loro utilità, ma devi sapere che non ci sono prove che ne dimostrino l’efficacia nel lungo periodo, cioè che dimostrino che usare una mascherina permetta di ridurre i rischi per polmoni, cuore e per la salute in generale. Né ci sono dati per stabilire quali tipi di rischi esistano per un uso a lungo termine e durante un’attività fisica di una certa intensità. È a tua discrezione decidere se usarla o meno, tenuto conto che, soprattutto quando si fa sport, indossare una mascherina può essere fastidioso e problematico.
Scegli una mascherina certificata contro il particolato fine
Se decidi di indossarla, ricordati che serve una mascherina in grado di bloccare il passaggio di particelle molto piccole, quelle nell’ordine di grandezza del Pm 2.5, cioè di taglia uguale o inferiore a 2,5 micron. Le uniche mascherine in grado di fermare il particolato fine sono quelle certificate come Dispositivo di protezione individuale, come le mascherine Ffp o filtranti facciali. In particolare, le mascherine Ffp 2 e 3 sono in grado di ostacolare l’inalazione di particelle molto piccole, nell’ordine del mezzo micron, fermandone rispettivamente il 94% e il 99%. Mascherine Ffp 2 e 3 valide riportano il marchio CE nelle proporzioni corrette, accompagnato da un codice di 4 cifre che identifica in modo univoco l’ente che ha validato la capacità filtrante della maschera (il cosiddetto ente o organismo notificato).
Le mascherine chirurgiche, invece, sono inutili, perché non sono in grado di filtrare e ostacolare l’ingresso del particolato fine.
Esistono infine mascherine tecniche pensate apposta per ridurre l’esposizione all’inquinamento urbano di sportivi e ciclisti in particolare. Attenzione: queste mascherine non sono classificate come Dispositivo di protezione individuale e non devono sottostare alla loro specifica legislazione, che prevede una verifica della capacità filtrante da parte di un ente terzo identificato dalle autorità. Le prestazioni e la capacità filtrante vantata dai produttori è in sostanza autocertificata dalle aziende. Una validazione da parte di laboratori privati o enti terzi non è quindi garanzia di prestazioni e capacità filtrante paragonabile a quella di un Dpi certificato.
Allenati a casa
Chi fa attività fisica all'aperto nelle aree urbane molto trafficate, ma anche chi lavora all'aperto, potrebbe correre qualche rischio in più. Durante un’attività intensa, il corpo ha bisogno di ossigeno e il sistema respiratorio e cardiovascolare lavorano di più per assicurarne il giusto apporto, aumentando però la dose di inquinanti che inaliamo.
Ecco come puoi proteggerti, ma ricorda: i benefici dello sport superano di gran lunga i possibili rischi legati alla cattiva qualità dell’aria.
Se ti alleni all’aperto controlla il livello di inquinamento dell'aria nella tua zona: se è basso, puoi continuare a svolgere le normali attività, anche se soffri di problemi cardiaci o circolatori. Se il livello di inquinamento atmosferico è moderato, alto o molto alto, riduci la quantità di esercizio fisico svolta all'aperto e spostala temporaneamente al chiuso. Se vuoi comunque svolgere attività all’aria aperta, evita le zone trafficate e le ore di punta o riduci l’intensità, ad esempio cammina invece di correre.
Apri le finestre quando c’è meno traffico
Se la qualità dell’aria esterna è pessima anche l’aria che entra in casa lo è. Ma non è detto che lasciare le finestre chiuse sia una soluzione: la qualità dell’aria tra le mura domestiche è spesso peggiore di quella che c’è fuori. Negli ambienti chiusi, infatti, si accumulano CO2 (anidride carbonica) e altri inquinanti come i composti organici volatili, la formaldeide, il benzene e vari allergeni che originano dalle attività di cucina, dagli apparecchi a combustione, dagli arredi, da piante e animali domestici, dalle attività di pulizia, dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche, da attività di manutenzione/bricolage e fai-da-te. Per non parlare poi del fumo di sigaretta, la fonte più rilevante di sostanze nocive.
L’unico modo possibile per ripristinarne i giusti livelli di ossigeno nelle nostre case è aprire le finestre per far entrare aria.
Se abiti in una zona molto inquinata, ad esempio vicino a strade a scorrimento veloce, autostrade o aziende produttive, se ti è possibile apri le finestre che danno sul cortile interno. Scegli con cura anche l’orario per farlo: il mattino presto e la sera sono gli orari migliori. Bastano 5-10 minuti per due volte al giorno per arieggiare adeguatamente gli ambienti abitati. Questa precauzione è sicuramente molto utile per chi abita a ridosso di una strada e nei primi piani di un edificio, ma è giusto sapere che anche ai piani più alti i livelli di particolato sono significativi perché non si riducono in modo rilevante: anche ai piani più alti serve prendere questi accorgimenti.
Il purificatore d’aria può servire, ma non basta
Secondo i nostri test i depuratori d’aria sono abbastanza efficaci nel rimuovere le polveri sottili dovute al traffico e all’inquinamento atmosferico, ma sono meno utili nel rimuovere altri inquinanti tipici degli ambienti chiusi, come i composti organici volatili (come il benzene) o gli ossidi di azoto rilasciati negli ambienti chiusi principalmente dal fumo di sigaretta, dalle vernici di mobili e pareti, dai detersivi usati nelle pulizie, dai tessili d’arredamento e dai profumatori per ambiente. Il depuratore d’aria non è in grado di immettere ossigeno: per questo dovrai comunque aprire le finestre come ti abbiamo suggerito.
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