Pillola anticoncezionale: come prenderla in sicurezza, efficacia ed effetti collaterali
La pillola anticoncezionale è sicura? Quanto è efficace? Come va presa? Cosa fare in caso di errori? È vero che comporta un rischio di coaguli sanguigni? A questa e altre domande diamo risposta in questo speciale.

Spesso, la scelta di prendere o meno una pillola anticoncezionale si accompagna ad una serie di dubbi, soprattutto sull’effettiva efficacia contraccettiva e sugli effetti indesiderati, ma anche a domande sulla corretta assunzione. Dubbi, questi, legittimi, perché seppur la pillola contraccettiva sia uno dei farmaci più sicuri ed efficaci, comporta comunque vantaggi e svantaggi, che vanno conosciuti, per fare una scelta consapevole.
In questa guida proviamo a dare una risposta a molte delle più comuni domande, basandoci su fonti affidabili e aggiornate.
Torna all'inizioPillole anticoncezionali: modalità di assunzione
Le pillole anticoncezionali sono farmaci indicati per la prevenzione di gravidanze indesiderate. La loro azione contraccettiva avviene tramite l’assunzione quotidiana di una dose fissa di due ormoni, un estrogeno e un progestinico, che impediscono l’ovulazione. Esistono però tipi diversi di pillola, con formulazioni differenti, dai moltissimi nomi commerciali. Vi rimandiamo quindi al foglietto illustrativo della pillola che avete deciso di assumere per indicazioni specifiche, ma qui di seguito proviamo a dare risposta ad una serie di dubbi generali o preliminari.
A che età si può prendere la pillola anticoncezionale?
Non c’è un momento preciso, anche se molti medici preferiscono aspettare che i cicli si siano regolarizzati (un paio d’anni dopo la prima mestruazione). Le adolescenti, specie se con più partner, possono considerare anche (o in aggiunta) il preservativo che è efficace e, a differenza della pillola, protegge anche dalle Infezioni Sessualmente Trasmesse.
Come prendere la pillola anticoncezionale per la prima volta?
È consigliabile iniziare il primo giorno del ciclo mestruale: così, la sicurezza contraccettiva è garantita da subito, perché si è certi di impedire l’ovulazione. Prendendola il primo giorno della mestruazione si è anche sicure di non essere già in gravidanza, che è una controindicazione all’assunzione della pillola. Se si assume in un altro momento del ciclo, la contraccezione è meno certa. In caso di inizio lontano dalla mestruazione, un’ovulazione potrebbe infatti essere già cominciata; quindi, si consiglia di usare contemporaneamente il preservativo nei successivi 7-10 giorni o anche per tutto il primo mese.
Come prendere la pillola anticoncezionale?
Dipende dal tipo e dalla confezione:
- Confezioni con 21 pillole. Nelle confezioni con 21 pillole (le più comuni) bisogna prendere la prima pillola dal blister, partendo dal giorno in cui inizia la mestruazione; in seguito, basta assumerne una tutti i giorni, per un totale di tre settimane. Sarà poi necessario sospendere l’assunzione per 7 giorni e ricominciare ad assumerla lo stesso giorno della settimana in cui si è iniziata la volta prima. La mestruazione si presenterà un paio di giorni dopo l’ultima pillola del blister, anche se un po' diversa dal solito (una “simil-mestruazione”). I giorni della settimana indicati sul blister servono ad aiutare l’assunzione quotidiana.
- Confezione 21 + 7 o 24 + 4. Nei blister 21+7, cioè con 21 compresse di un colore, seguite da 7 di un altro (oppure, con 24 + 4), solo le prima contengono ormoni, mentre le compresse finali non ne contengono. Quest’ultime, infatti, sono compresse prive di sostanze attive ed esistono soltanto per facilitare l’assunzione in chi preferisce assumere ogni giorno una compressa. Al contrario delle confezione con solo 21 compresse (tutte “attive”), quelle 21+7 non rendono necessario sospendere l’abitudine dell’assunzione quotidiana, che per molte donne è utile. Finito un blister, se ne inizierà subito un altro.
Queste indicazioni valgono ovviamente non solo per le monofasiche, ma anche per bifasiche, trifasiche e quadrifasiche. Per non fare errori, è sempre bene leggere attentamente le istruzioni d’uso della propria pillola.
La pillola “in continuo” o senza interruzione mensile è sicura?
La pillola può anche essere assunta “in continuo”, cioè senza mai sospenderne l’assunzione per avere il ciclo, oppure a “regime esteso”, cioè senza interruzioni per alcune settimane o anche per 12 mesi e sospendendola poi per 1 settimana per avere la perdita simil-mestruale solo poche volta l’anno. Ne è una riprova la pillola Seasonique, che non prevede sospensione per 90 giorni, ma è una pratica che può essere portata avanti anche con le altre pillole.
È importante capire che la perdita simil-mestruale che si ha dopo aver terminato da un paio di giorni le pillole attive, non è una vera e propria mestruazione, ma una “simil-mestruazione”. Avere questa simil-mestruazione, però, non è necessario per la salute, né è una riprova del corretto funzionamento dell’apparato: è semplicemente la conseguenza dallo sfaldamento del tessuto uterino dovuto al cessato apporto ormonale farmacologico. Per alcune donne può comunque essere utile, perché come la mestruazione “vera”, è un segno rassicurante del fatto che non c’è una gravidanza in corso. Ma, ripetiamo, questa simil-mestruazione non è un’esigenza dell’organismo.
La modalità di assunzione continuativa è considerata altrettanto sicura per la contraccezione e per la salute e può essere una scelta della donna, ma è particolarmente indicata quando ci sono mestruazioni particolarmente dolorose o alcune malattie come l’endometriosi (la presenza del tessuto normalmente presente all’interno dell’utero anche in altre parti dell’organismo).
A che ora prendere la pillola anticoncezionale?
Non importa a che ora della giornata, ma è meglio prenderla all’incirca alla stessa ora, anche se assumerla poche ora prima o dopo il solito non è un problema. Non importa se a stomaco vuoto o pieno, ma per chi avverte un po' di nausea, specie nei primi mesi, è più facile tollerarla prendendola prima di andare a letto. Per non dimenticarla, si consiglia di inserirla in una piccola routine: per esempio, la sera, dopo aver lavato i denti. La minipillola va però presa con più attenzione e possibilmente sempre alla stessa ora , evitando ritardi di più di tre ore.
Nel caso di una interruzione di gravidanza farmacologica, la pillola contraccettiva può essere iniziata lo stesso giorno in cui si prende la prostaglandina (cioè, il secondo farmaco previsto, due giorni dall’assunzione del primo, cioè il mifepristone o RU486). In caso di aborto “chirurgico” (con aspirazione del contenuto uterino) la pillola può essere iniziata il giorno stesso dell’intervento.
Come interrompere o cambiare la pillola anticoncezionale?
La pillola può essere interrotta in qualsiasi momento (per esempio perché non c’è più bisogno di contraccezione) sapendo che, se si interrompe senza aver finito il blister, dopo pochi giorni dall’interruzione si ripresenterà una perdita di sangue e i rapporti di quel ciclo sono a rischio di gravidanza. Non è consigliato interrompere la pillola frequentemente, perché ad ogni interruzione, alla ripresa, aumentano i rischi tromboembolici (come spiegato più avanti) e si possono ripresentare i “disturbi di adattamento”. Come spiegato poco fa, la pillola può essere presa in sicurezza continuativamente per mesi e anche anni, anche senza fare l’interruzione mensile. Non servono interruzioni periodiche per verificare che “tutto vada bene”. La pillola non rappresenta un rischio per la fertilità futura.
Nel caso si voglia cambiare pillola, è preferibile, per non fare confusione e per una migliore efficacia, terminare comunque il blister di compresse attive iniziate e poi iniziare la nuova pillola, se di tipo diverso, senza necessità di aspettare più di uno o due giorni per prendere quella nuova. Infatti, si può cominciare ad assumerla subito, anche di seguito. In questo modo la contraccezione è garantita. Se si aspetta più di 48 ore, l’efficacia non è sempre garantita, cosa che dipende dal tipo e dal dosaggio di estroprogestinico contenuto nella pillola. In ogni caso è opportuno consultare il foglietto illustrativo o verificare con il proprio medico come assicurare un’adeguata contraccezione durante il nuovo primo ciclo di assunzione.
Efficacia della copertura contraccetiva
La sicurezza della copertura anticoncezionale è un tema di rilevanza primaria: proviamo a rispondere ai dubbi più comuni sulla base della migliori fonti scientifiche.
Quanto è sicura la copertura anticoncezionale della pillola?
La pillola anticoncezionale combinata (cioè che combina estrogeno e progestinico) è molto efficace per prevenire la gravidanza, se presa correttamente. Per tutti i contraccettivi, infatti, sono state calcolate le percentuali di rischio di gravidanza con l’utilizzo “ottimale” e con quello “meno ottimale”, cioè più tipico della vita reale, in cui può capitare di dimenticarne l’assunzione o fare errori:- se l’uso è ottimale, nel primo anno di utilizzo - il più a rischio, perché bisogna impratichirsi nell’uso - il rischio di gravidanza è solo del 0.3%, cioè 3 donne possono rimanere incinte su 1000 che la usano.
- Con un’assunzione meno ottimale, nel primo anno di utilizzo il rischio sale al 9%, cioè 9 donne su 1000.
Questi valori devono essere confrontati con l’85% di rischio di gravidanza non usando nessun contraccettivo e con rispettivamente il circa 20% di rischio di gravidanza se si utilizza come metodo il coito interrotto e il solo preservativo (sempre pensando ad un uso reale e non ottimale, con un uso ottimale del preservativo, il rischio di gravidanza scende al 2%).
Cosa fare per avere copertura e sicurezza massima
L’utilizzo “corretto” per ottenere la massima sicurezza contraccettiva prevede che la pillola sia presa regolarmente tutti i giorni, preferibilmente attorno alla stessa ora (particolarmente importante per la pillola solo progestinica o minipillola) e comunque senza mai saltare un giorno.
L’effetto della singola pillola dura 24 ore. Per questo motivo è necessario prenderla quotidianamente e non dimenticarla. Il rischio inoltre aumenta se si dimenticano le prime pillole del ciclo:
- Se ci si dimentica una pillola è importante assumerla entro le 12 ore dall’orario previsto e poi assumere la successiva all’orario abituale.
- Se ci si accorge della dimenticanza dopo le 12 ore, meglio assumerla comunque il prima possibile, ma per quel ciclo usare in aggiunta il preservativo, perché l’efficacia non è garantita.
- Se si prendono per errore due pillole lo stesso giorno non ci sono particolari rischi.
L’assorbimento della pillola può essere diminuito dal vomito o forte diarrea entro 4 ore dall’assunzione e, in tal caso, si può prendere una pillola aggiuntiva (da un nuovo blister e se si prende una bi-tri o quadrifasica, deve essere dello stesso colore): oltre tale periodo o se c’è vomito e diarrea ripetuti, la contraccezione non è più sicura e si consiglia di continuare a prendere la pillola, ma aggiungendo il preservativo.
Torna all'inizioEffetti collaterali, rischi e controindicazioni
La maggior parte delle donne tollera bene la pillola contraccettiva. Effetti collaterali “di adattamento”, come un po' di nausea, sensazione di gonfiore, tensione alle mammelle, sbalzi di umore, piccole perdite di sangue dalla vagina (il cosiddetto “spotting”) fra una mestruazione e l’altra, sperimentati da alcune donne ma non da tutte, tendono a risolversi spontaneamente dopo i primi 2-3 mesi, perché l’organismo di solito si abitua. Aiuta prendere la pillola la sera dopo mangiato, ma se gli effetti collaterali permangono e disturbano, è utile parlarne con il medico, perché si può cambiare pillola per trovare la giusta combinazione di estrogeno e progestinico, a seconda della risposta individuale.
L’aumento di peso, molto temuto e tipico delle pillole ad alto dosaggio del passato, con quelle attuali riguarda una minoranza di donne, è solitamente limitato ed è legato alla ritenzione di acqua, che può essere evitata per esempio con le pillole a base di drospirenone.
La pillola, specie se scelta ad hoc sulla persona, ha anche molti effetti collaterali positivi extra-contraccettivi LINK: diminuisce il dolore mestruale e la quantità di perdita mestruale (migliorando quindi un’eventuale anemia collegata) e “regolarizza” il ritmo mestruale, permette di prevedere esattamente quando arriverà la perdita e migliora la sindrome premestruale; inoltre, diminuisce il rischio di cisti ovariche, di malattia infiammatoria pelvica, di pelle grassa e di acne. Specie dopo il periodo adolescenziale, ha anche un effetto protettivo sull’osso. L’effetto sul desiderio sessuale è molto variabile: aumenta per alcune donne , ma sembra diminuire per altre.
Il rischio tromboembolico in chi assume la pillola
Il rischio principale delle pillole combinate estroprogestiniche (ma non nelle minipillole con il solo progestinico) è la trombosi venosa profonda (TEV), cioè la formazione di coaguli nelle vene che, qualche volta, possono frammentarsi e proseguendo nel loro percorso venoso, bloccare vasi anche di cuore, polmoni e cervello, con conseguenze molto gravi. Questo rischio può spaventare molto, ma è necessario sapere che è comunque molto basso e presente anche in chi non prende la pillola. Ogni anno, si stima che ogni 10.000 donne si registreranno:
- 2 casi di TEV, se non si usano pillole contraccettive.
- 5-7 casi di TEV, se si usano pillole con levonorgestrel.
- 6-9 casi di TEV, con pillole a base clormadinone acetato.
- 8-11 casi di TEV, con pillole che contengono dienogest.
- 9-12 casi di TEV con pillole che contengono progestinici come gestodene, desogestrel, drospirenone.
Quindi, il rischio di TEV aumenta in funzione della composizione, essendo minore con i progestinici di seconda generazione come il levonorgestrel e maggiore con quelli di terza.
Il rischio è massimo durante il primo anno di utilizzo e ogni volta che la pillola viene sospesa per un mese o più e poi ripresa (anche per questo motivo, le interruzioni non sono consigliate).
Infine, bisogna ricordare che gravidanza e puerperio aumentano il rischio di TEV molto di più di qualsiasi contraccettivo, fino a 20 casi ogni 10.000 donne: per questo motivo, dopo un parto, è meglio aspettare almeno 21 giorni per assumere nuovamente la pillola e, se si allatta, è preferibile assumere la minipillola con solo progesterone, con minore rischio tromboembolico, sui grassi del sangue e che non interferisce con l’allattamento.
Altri fattori di rischio tromboembolico
Molti fattori di rischio aumentano il rischio di tromboembolia venosa (TEV), che il medico dovrà valutare prima di prescrivere la pillola. Non serve però fare di routine esami del sangue e neanche esami della coagulazione, che andranno mirati solo nei casi in cui ci siano sospetti clinici di controindicazioni.
Solitamente la pillola non viene prescritta se ci sono controindicazioni quali:
- una storia di TEV, ictus, attacco cardiaco, angina pectoris, attacco ischemico transitorio;
- una pressione arteriosa massima superiore o uguale a 160 mmHg o una minima superiore o uguale a 100 mmHg;
- un disturbo della coagulazione del sangue;
- una storia di emicrania con aura;
- diabete mellito con complicazioni circolatorie.
Il medico valuterà insieme alla donna anche fattori meno gravi, come obesità, età superiore ai 35 anni, fumo di sigaretta, grassi nel sangue elevati, ipertensione lieve, emicrania, diabete senza complicazioni.
L’età è un fattore di rischio indipendente: la pillola contraccettiva combinata è consigliata fino ai 40 anni e la minipillola fino ai 45. La combinazione dell’età sopra i 35 anni e dell’abitudine al fumo moltiplica il rischio di TEV. Chi fuma più di 10 sigarette al giorno ha comunque un rischio di infarto 11 volte superiore a chi non fuma, che aumenta di 80 volte in chi contemporaneamente prende una pillola anticoncezionale: la pillola combinata (non la minipillola) è quindi controindicata nelle ulta35enni forti fumatrici.
La pillola combinata e altri contraccettivi ormonali sono controindicati anche in chi ha o ha avuto un tumore della mammella, mentre possono essere usati da che ha casi in famiglia o malattie benigne della mammella.
Il medico dovrà anche informare dell’opportunità di sospendere la pillola prima di un intervento chirurgico programmato importante, di informare i curanti in caso di malattie o traumi importanti che richiedano immobilizzazioni a letto o gessi, perché queste sono tutte situazioni che comunque aumentano il rischio di TEV. Per lo stesso motivo è utile consigliare nei lunghi viaggi in aereo o in auto, di cercare di muovere le gambe almeno ogni quattro ore.
Il rischio di tumore in chi assume la pillola
Con la pillola combinata (e anche la minipillola) sembra esserci un piccolo aumento di rischio di tumore del fegato e della mammella, che comunque torna nella norma dopo cinque anni dalla sospensione, ma anche un aumento della frequenza del riscontro del tumore della cervice. Non serve però intensificare o iniziare precocemente gli screening oncologici: sono più che efficaci quelli abituali.
Nel complesso, però, la pillola combinata sembra avere un effetto “neutro” sul rischio di cancro, perché contemporaneamente si riduce molto il rischio di tumore dell’ovaio (per cui purtroppo non esistono screening), quello dell’endometrio e quello del colon-retto. In questi casi la protezione rimane anche dopo molti anni dalla sospensione. La minipillola ha recentemente mostrato un profilo analogo.
Pillola e farmaci: interazioni a cui stare attenti
Alcuni farmaci possono diminuire l’efficacia della pillola contraccettiva: alcuni antiepilettici (come carbamazepina e fenitoina), pochi antibiotici (soprattutto la rifampicina), alcuni antivirali (ritonavir, nevirapine e altri), alcuni antidepressivi, anche naturali (come l’iperico). Nel caso delle terapie croniche è opportuno valutare col medico un metodo contraccettivo diverso Se si tratta di farmaci usati occasionalmente, come l’antibiotico, si può aggiungere il preservativo per tutta la durata del blister della pillola.
Dall’altro lato, la pillola a sua volta può diminuire la concentrazione e quindi l’efficacia di alcuni farmaci anticonvulsivanti come la lamotrigina, ma fortunatamente ne esistono altri (come valproato, gabapentina, levetiracetam, tiagabina e vigabatrina), non gravati dal problema: è importante che neurologo e ginecologo collaborino per la scelta ottimale.