Bonus lavoratori domestici: tutto quello che c'è da sapere
Il 15 agosto si sono chiuse le richieste per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro domestico e di assistenza alla persona. Resta disponibile sul sito Inps la procedura per richiedere l'indennità per i lavoratori domestici, il contributo introdotto dal Decreto Rilancio per aiutare badanti, baby sitter e colf. Ecco chi ne ha diritto e come inoltrare la domanda.

Sul sito dell'Inps è disponibile il servizio per inoltrare la richiesta del contributo introdotto dal Decreto Rilancio per i collaboratori come baby sitter, badanti e colf.
A quanto ammonta e a chi spetta
Il contributo ammonta 500 euro mensili, per i mesi di aprile e maggio, erogati in un'unica soluzione ai lavoratori domestici. L'indennità viene riconosciuta ai lavoratori domestici che non convivono con il datore di lavoro in possesso di questi specifici requisiti:
- sono intestatari di almeno un contratto di lavoro domestico in essere al 23 febbraio 2020 validamente registrato;
- la durata dell'orario di lavoro complessiva prevista dall'insieme di tutti i contratti attivi deve essere superiore a 10 ore settimanali.
Il bonus non può essere richiesto dai titolari di pensione (tranne da chi percepisce l'assegno di invalidità), dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato per un'altra tipologia di lavoro (tranne che per i contratti di lavoro intermittente) e da chi percepisce una delle altre indennità già previste per l'emergenza Covid-19, come il bonus 600 euro. Chi percepisce il Reddito o la pensione di cittadinanza, invece, può presentare la domanda per il bonus, che gli viene riconosciuto fino al raggiungimento dei 500 euro mensili a integrazione di quanto già percepisce a titolo di Reddito o pensione di cittadinanza.
Come presentare la domanda
Per ricevere l'indennità prevista per i lavoratori domestici è necessario presentare l'apposita domanda attraverso il sito dell'Inps o tramite contact center, in alternativa è possibile rivolgersi a un patronato. Per inoltrare la richiesta è necessario che il lavoratore inserisca il proprio codice Iban, in questo modo l'Inps accredita direttamente l'importo sul conto corrente. In alternativa si può sempre scegliere la modalità di pagamento tramite bonifico domiciliato con riscossione diretta in un ufficio postale. Se il lavoratore non ha la residenza in Italia deve indicare sulla domanda il proprio domicilio italiano. Una volta presentata la domanda, il richiedente riceve una ricevuta con un numero identificativo: servirà in un secondo momento per collegarsi alla sezione "consultazione pratica e pagamenti" sul sito Inps dove scaricare la ricevuta completa con il numero di protocollo assegnato dall'Inps.
Assenza dal lavoro: tre alternative disponibili
Sono sempre più le famiglie italiane che in questi ultimi mesi hanno deciso di licenziare i propri collaboratori domestici in seguito all'emergenza Covid-19. Secondo i dati diffusi da Assindatcolf, l'associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso sono calate quasi del 50% le assunzioni regolari, mentre sono aumentati del 30% i licenziamenti. Se abbiamo deciso di non far lavorare il nostro collaboratore domestico, però il licenziamento non è l'unica soluzione. Esistono tre alternative che devono essere concordate direttamente con il lavoratore nel caso in cui si decida di non farlo lavorare durante questa fase di emergenza sanitaria:
Chiuse le richieste di regolarizzazione
Le richieste di regolarizzazione del rapporto di lavoro potevano essere inoltrate fino al 15 agosto 2020. La procedura di emersione dei rapporti di lavoro, avviata lo scorso 1° giugno, ha fatto registrare un totale di 207.542 domande ricevute sul portale del Ministero dell'Interno. In prevalenza le richieste sono quelle relative al lavoro domestico e di assistenza alla persona (85% del totale), seguite da quelle per l'emersione del lavoro subordinato (15%). La Lombardia detiene il record del maggior numero di richieste per il settore del lavoro domestico e di assistenza alla persona (47.357 domande), mentre per il lavoro subordinato primeggia la Campania (6.962 richieste).