Troppe bottiglie di plastica in aeroporto, oltre 1.800 tonnellate all’anno
A differenza degli scali europei e internazionali, gli aeroporti italiani non sembrano preoccuparsi di ridurre l'uso della plastica. L'assenza di dispenser e fontanelle per l'acqua potabile a uso dei passeggeri rende le aerostazioni nazionali luoghi dove si generano ogni anno enormi quantità di rifiuti: nel 2018 le bottigliette d'acqua consumate hanno prodotto più di 1.800 tonnellate di plastica. E l'incremento dei transiti del 2019 non lascia certo ben sperare: serve un cambio radicale nelle abitudini di consumo.

Il giro di vite all'utilizzo della plastica passa anche dagli aeroporti, almeno da quelli europei e internazionali. Segnale che l'attenzione nei confronti dell'ambiente non può più essere relegata soltanto alle mura domestiche o al luogo di lavoro. Circa metà degli scali della Gran Bretagna è attrezzata per garantire acqua gratuita attraverso gli erogatori e le fontanelle dislocati nelle aerostazioni. Un trend che si registra un po' in tutto il mondo, da Varsavia a San Francisco, da Sydney alle capitali del Nord Europa come Oslo e Helsinki: qui vengono fornite anche mappe delle aree aeroportuali dove effettuare il refill della propria borraccia. Oltre a salvaguardare l'ambiente, questa soluzione mira anche ad arginare i prezzi molto alti legati all'acquisto di bottigliette d'acqua nei punti di ristoro degli aeroporti.
E in Italia? La situazione è piuttosto desolante
Nonostante una sensibilità crescente nei confronti delle tematiche ambientali, l'Italia resta indietro in fatto di riduzione di plastica usa e getta. Al momento infatti, nessun aeroporto nazionale è dotato di fontanelle o erogatori che permettano ai passeggeri di riempire borracce o bicchieri propri. A delineare la mappa mondiale dei dispenser di acqua nelle aerostazioni ci pensa il sito wateratairports.com: se si seleziona l'italia, però, lo scenario risulta desolante. Viene confermata l'assenza di fontanelle in tutti gli scali nazionali e, in alcuni casi, si riporta soltanto la possibilità di riempire le borracce dai rubinetti dei bagni.
Troppa plastica negli aeroporti italiani
Quanta plastica viene prodotta dagli aeroporti italiani? Tantissima. Secondo Assaeroporti nel 2018 hanno viaggiato negli aeroporti italiani 185.681.351 passeggeri. Ipotizzando che ogni passeggero abbia acquistato una bottiglietta d'acqua, i numeri sono impressionanti: parliamo di 1.836 tonnellate di plastica. Per rendere l'idea, basti pensare che se immaginassimo di disporre tutte le bottigliette lungo una linea, raggiungerebbero una distanza pari a 37.136 chilometri, quasi un giro intorno alla terra (la cui circonferenza è 40.075 chilometri). Anche presi singolarmente, gli scali nazionali hanno una produzione di plastica mastodontica: abbiamo stilato la classifica in base al loro impatto calcolato per il 2018, da Palermo a Milano Malpensa.
Con tutta la plastica prodotta l'anno scorso dall'aeroporto di Palermo si potrebbero ricoprire 234.154 metri quadri, praticamente la superficie del Museo Louvre di Parigi. Ma il primato spetterebbe a Fiumicino: tutte le bottigliette d'acqua consumate nello scalo romano nel 2018 potrebbero ricoprire una superficie di 1.518.803 metri quadri, praticamente quasi come quella di Angkor Wat, il monumento religioso più grande del mondo, situato in Cambogia. Ecco nel dettaglio la classifica dei 10 aeroporti italiani per produzione stimata di rifiuti da bottigliette d'acqua e la superficie corrispondente ricopribile dalla massa di plastica.
Aeroporto | Passeggeri 2018 | Bottigliette (metri quadri) | Superficie ricopribile (metri quadri) |
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Roma Fiumicino | 42.995.119 | 1.518.803 | 1.600.000, Angkor Wat (Angkor Cambogia) |
Milano Malpensa | 24.725.490 | 873.428 | 850.000, Mirabilandia (Ravenna) |
Bergamo | 12.938.572 | 457.055 | 440.000, Città del Vaticano |
Venezia | 11.184.608 | 395.096 | 365.000, Palazzo del parlamento (Bucarest) |
Catania | 9.933.318 | 350.894 | 344.000, Burj Khalifa (Dubai) |
Napoli | 9.932.029 | 350.849 | 344.000, Burj Khalifa (Dubai) |
Milano Linate | 9.233.475 | 326.173 | 319.702, Keukenhof (Lisse Olanda) |
Bologna | 8.506.658 | 300.498 | 300.000, Palazzo di Giustizia Çağlayan (Istanbul) |
Palermo | 6.628.558 | 234.154 | 210.000, Museo Louvre (Parigi) |
Roma Ciampino | 5.839.737 | 206.289 | 200.000, Istana Nurul Iman (Brunei) |
Nel 2019 +5% dei transiti negli scali nazionali
Ma perché gli aeroporti italiani non seguono l'esempio degli scali internazionali? Mettendo in conto il trend dei passeggeri in transito sugli scali nazionali, con una previsione di crescita del 5%, si stima che il 2019 si chiuda con un totale di 194.965.419 passeggeri. A questi ritmi, ipotizzando una bottiglietta per passeggero, si arriverà a fine anno a una produzione di 1.928 tonnellate di plastica, per un volume complessivo di 76.524 metri cubi di rifiuti. Un problema che non può e non deve più essere sottovalutato.
8 milioni di tonnellate di plastica negli oceani
Ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, con gravi conseguenze sulla vita marina e su quella terrestre. Si tratta principalmente di prodotti monouso come bottiglie, stoviglie, cannucce e sacchetti. Cosa possiamo fare per il bene dell'ambiente? Per esempio cambiare le nostre abitudini di consumo: è un piccolo gesto che può davvero fare la differenza, non solo a casa. Ma anche chiedere vi siano le infrastrutture necessarie che possano supportare attivamente questo cambiamento e questa sensibilità crescente da parte dei cittadini.
Con la borraccia in aeroporto: le regole
Come gestire la propria borraccia in aeroporto e come superare i controlli? È bene sapere che la borraccia può essere sempre trasportata nel bagaglio a mano, purché vuota. Ricorda quindi di svuotarla nelle aree predisposte prima dei controlli di sicurezza oppure nei bagni. Un buon consiglio è quello di non lasciarla piena durante la notte, meglio svuotarla e lasciarla aperta per poi sciacquarla e riempirla di acqua fresca al ritorno. Attenzione all'igiene: lavala accuratamente a mano o in lavastoviglie, seguendo le istruzioni del produttore.