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C'è troppa plastica nei mari

Continuano ad aumentare i rifiuti di plastica negli oceani e i danni che ne conseguono sono gravissimi anche dal punto di vista alimentare. Infatti abbiamo analizzato 102 campioni di sale marino, cozze e gamberi: 70 sono contaminati da microplastiche. Ma cosa fare per combatterli?

  • contributo tecnico di
  • Claudia Chiozzotto
  • di
  • Vittoria Vigoni
14 giugno 2019
  • contributo tecnico di
  • Claudia Chiozzotto
  • di
  • Vittoria Vigoni
inquinamento oceani

I rifiuti di plastica inquinano tantissimo mari e oceani. Ma per limitarli non basta solo il buon senso dei consumatori: i produttori devono essere sensibilizzati e devono farsi carico dell'impatto ambientale dei prodotti di plastica monouso, pagando il loro costo di smaltimento ("Chi inquina, paga" è il principio cardine). Per questo la Commissione Europea ha adottato una strategia volta a promuovere alternative sostenibili che devono essere adottate dalle aziende.

La plastica finisce nei nostri piatti

I rifiuti di plastica non hanno solo un grave impatto ambientale, ma finiscono anche in quello che mangiamo. Abbiamo analizzato 102 campioni di sale marino, cozze e gamberi: più di due terzi (ben 70 su 102) è contaminato da microplasiche. Nella nostra inchiesta svolta in collaborazione con altre associazioni di consumatori europee segnaliamo il dettaglio dei 30 prodotti acquistati in Italia, in cui sono indicati anche i produttori o nel caso di prodotti sfusi il punto vendita.

Da dove vengono i rifiuti di plastica

Non solo attrezzature da pesca, sacchetti e imballaggi dispersi involontariamente in mare: anche molte altre attività terrestri contribuiscono al flusso di plastica verso il mare. L’UE ha già puntato gli occhi sugli oggetti di plastica usa e getta che vengono utilizzati quasi quotidianamente da milioni di persone e contano per circa il 50% di tutti i rifiuti rinvenuti sulle spiagge europee. Ma il flusso di microplastica verso il mare è dovuto per la maggiorparte dalle attività umane a terra e a livello globale, non solo in Europa. Si stima infatti che il lavaggio di indumenti sintetici in lavatrice, l’usura degli pneumatici e le polveri urbane siano le tre principali cause di rilascio diretto di microplastiche negli oceani del mondo.

Pregi e difetti della plastica

La plastica è un materiale utilissimo, leggero, flessibile, resistente, durevole ed è per questo che è così tanto utilizzato. Leggerezza e resistenza, però, sono anche responsabili dei maggiori danni ambientali che la plastica riesce a produrre una volta che viene dispersa nell’ambiente. E nell’ambiente, soprattutto quello marino, la plastica ci finisce eccome, accumulandosi fino a formare grandi agglomerati di frammenti galleggianti come la great Pacific garbage patch (un'isola di plastica nell'Oceano Pacifico). Chi riesce a immaginare un futuro senza la plastica? Sembra impossibile, eppure in un futuro per fortuna non troppo lontano dobbiamo prepararci tutti a qualche cambiamento.