Vino: le parole per descriverlo
Cosa significano parole come barrique, perlage, aromatico riferite al vino? Ecco una breve lista di termini ripresi dal lessico professionale dei sommelier per aiutarti a descrivere nel modo più appropriato il gusto, le caratteristiche e le sensazioni che ti ha suscitato un bicchiere di vino.

Parlare di vino non è semplice. Molte volte dopo aver assaggiato un bicchiere di bianco o di rosso ci troviamo senza parole e non riusciamo a descrivere come vorremmo le sensazioni e il gusto che abbiamo appena provato. Abbiamo quindi pensato di compilare una piccola lista di termini, suddivisa in ordine alfabetico e ripresa dal lessico professionale dei sommelier, per aiutarti a descrivere il gusto legato ad un particolare vino.
Si dice di un vino in cui è presente il gusto dolce, in cui il tenore zuccherino residuo presente è in generale compreso tra i 4 e 12 g/l. Un vino spumante è tale invece se il tenore di zucchero è compreso tra 33 e 50 g/l.
Vino in cui si percepisce chiaramente il gusto dolce, con tenore zuccherino residuo compreso in generale tra 12 e 45 g/l.
Vino ricco di sostanze aromatiche; spesso tali profumi ci riconducono ai componenti aromatici naturali dell’uva da cui è prodotto.
Vino che contiene minime tracce di zuccheri; più precisamente si dice di un vino con tenore zuccherino residuo di 4 g/l al massimo (per gli spumanti: tra 17 e 35 g/l). Sinonimo di secco.
Sensazione tattile di secchezza e rugosità, dovuta alla coagulazione di un insieme di glicoproteine presenti nella saliva con funzioni lubrificanti che le sostanze astringenti rendono insolubili; passando la lingua sul palato e sulle gengive sentiamo una certa resistenza allo scorrimento, la lingua ci sembra ruvida ed è come se sentissimo i tessuti della bocca ristretti (sono astringenti le bucce e i semi di certi frutti, i cachi e generalmente tutti i frutti non maturi).
Botte di piccole dimensioni costruita generalmente con legno di rovere, utilizzata per l’invecchiamento di certi vini, ai quali conferisce un aroma caratteristico di vaniglia. Generalmente ha la capacità di 225 litri.
S’intende il complesso delle sensazioni odorose di un vino; si considerano con questo termine gli aromi terziari che il vino acquista solo dopo un certo periodo di invecchiamento.
Vigneto o parte di esso, situato già in zona particolarmente vocata dal punto di vista vitivinicolo, in grado di produrre un vino dalle caratteristiche organolettiche pregiate.
Risultato dell’assemblaggio di vini provenienti da diverse annate e origini, anche invecchiati in modo diverso, che viene utilizzato allo scopo di preparare partite di vino altamente selezionate e con caratteristiche costanti destinate alla spumantizzazione. Alla cuvée vengono aggiunti lieviti selezionati e sciroppo zuccherino (il cosiddetto liqueur de tirage) per ottenere la presa di spuma.
Vino invecchiato a seguito del contatto accidentale con l'aria. Il suo odore ricorda i vini di Madeira o di Marsala, senza però possederne le qualità. Questi vini, che ingialliscono e imbruniscono, sono detti anche marsalati o marsaleggianti.
Si tratta del più antico metodo di spumantizzazione. Il vino, precedentemente lavorato tramite opportuni tagli e l’aggiunta di sciroppo zuccherino e lieviti selezionati viene imbottigliato, utilizzando per la chiusura speciali tappi a corona. In queste condizioni ha luogo una seconda fermentazione molto lenta chiamata presa di spuma: durante questa fase gli zuccheri si trasformano in alcol etilico e anidride carbonica, che rimane imprigionata all’interno della bottiglia ben tappata.
Una volta terminata la fermentazione, inizia una fase cosiddetta di maturazione, durante la quale il vino acquisisce le sue alte qualità. Una volta conclusasi la fase di maturazione, occorre separare dal vino il sedimento formatosi all’interno della bottiglia, attraverso l’operazione di sboccatura o degorgement. Si provvede poi a sostituire la parte di vino persa con la sboccatura, utilizzando spumante dello stesso tipo oppure, per esempio, uno sciroppo di vino e zucchero. Si procede infine alla chiusura delle bottiglie.
S’intende uno spumante in cui in etichetta è indicata l’annata di produzione, quindi prodotto con uve derivate da un'unica vendemmia (o almeno per l’85%, come prevede la legge se l’annata è indicata). Si tratta di spumanti prodotti in un'annata particolarmente buona, in cui le condizioni climatiche hanno reso ottimale la maturazione dei grappoli.
Vino danneggiato a seguito del contatto con l’aria, i cui danni sono irreparabili.
S’intende la piccola corona di bollicine che è possibile osservare nello spumante appena versato, che in genere si sviluppa dal fondo del bicchiere risalendo verso la superficie. Se il perlage è molto sottile e persistente lo spumante è considerato di particolare pregio.
Componenti dell’uva e del mosto, caratterizzati da astringenza e gusto leggermente amaro. Esistono vari tipi di polifenoli: i flavoni, che conferiscono il colore all’uva bianca; gli antociani, responsabili del colore dell’uva nera e del vino rosso; i tannini, che tra tutti i polifenoli sono i più astringenti ma conferiscono corpo e struttura.
Vino da consumarsi subito perché giunto al meglio delle sue caratteristiche.
Menzione attribuibile a vini sottoposti a un invecchiamento più lungo rispetto allo stesso vino che non può avere questa menzione.
Nella produzione di spumanti con metodo classico, operazione attraverso la quale viene eliminato il tappo a corona insieme ai residui di fermentazione raccolti nella bidule (tappo di plastica disposto sotto il tappo corona). Può essere effettuata in due modi:
- à la volée (al volo): la bottiglia viene stappata manualmente con un gesto veloce e deciso (da operai altamente specializzati) in modo che il deposito venga fatto uscire. Ovviamente nell’operazione uscirà anche una minima quantità di vino;
- à la glace (al ghiaccio): il collo della bottiglia viene immerso in una soluzione di acqua e sali a -25 °C per qualche minuto o azoto liquido per pochi secondi, in modo che il deposito si congeli insieme a una minima quantità di vino. La bottiglia viene poi stappata e il ghiacciolo, formato dal sedimento e da una parte del vino, può uscire facilmente.
Sostanze polifenoliche che vengono cedute al vino dalla buccia dell'uva e dalle botti di legno, importanti per il fissaggio del colore e la conservazione dei vini rossi. Tipico dei tannini, soprattutto di quelli che derivano dai vinaccioli, dai raspi e dalle bucce dell’uva, è il loro sapore amaro che si unisce di solito all’astringenza.
Utilizzo contemporaneo di uve di differenti varietà e qualità, prima o durante la pigiatura.