Online l'elenco degli autovelox "autorizzati" a farti la multa: ecco a cosa serve
Il Ministero dei Trasporti ha pubblicato l’elenco ufficiale degli autovelox autorizzati a rilevare le infrazioni. Da oggi solo i dispositivi inseriti nel registro nazionale possono generare multe valide. Gli automobilisti possono verificare online la regolarità dell’apparecchio che li ha sanzionati e, se non risulta censito, contestare il verbale. In caso di dubbi, Altroconsumo può assisterti nel ricorso.
È online la prima banca dati nazionale che raccoglie tutti gli autovelox autorizzati in Italia. Una novità significativa che punta a mettere ordine in un settore spesso segnato da contestazioni e annullamenti di verbali. Gli enti locali avevano tempo fino a fine novembre per registrare ogni dispositivo, indicando sia le caratteristiche tecniche sia gli estremi del decreto ministeriale di approvazione o omologazione.
Da ora chi riceve una multa può verificare in autonomia se l’apparecchio era regolarmente censito. È importante però non confondere il censimento con l’omologazione tecnica: un dispositivo può essere presente nell’elenco, ma risultare comunque irregolare se privo del decreto di omologazione previsto dall’articolo 142 del Codice della Strada.
Torna all'inizioCome funziona l’elenco nazionale degli autovelox
La piattaforma ministeriale raccoglie tutte le informazioni fornite dagli enti proprietari delle strade: marca, modello, versione, eventuale matricola, collocazione, direzione di marcia e riferimenti al decreto MIT che ne autorizza o omologa l’uso. L’obbligo di registrazione non è una formalità: rappresenta la condizione necessaria affinché un autovelox possa essere impiegato per accertare infrazioni ai limiti di velocità.
Si tratta di un passaggio importante perché mette fine a un sistema frammentato, in cui ogni amministrazione gestiva i propri dispositivi senza un quadro nazionale chiaro. La mancanza di trasparenza aveva alimentato dubbi e contenziosi, spesso sfociati in annullamenti delle multe per vizi formali o per assenza di omologazione. Oggi, invece, gli automobilisti possono consultare direttamente e senza richiesta di accesso agli atti il registro ufficiale, disponibile all'apposito link sul sito del Ministero.
Dal 30 novembre, quindi, solo gli autovelox presenti in questa banca dati possono legittimamente rilevare infrazioni. Ciò non riguarda le multe già emesse, che restano valide, ma incide su tutte le rilevazioni successive a tale data: se un dispositivo non è registrato, le sanzioni che genera sono nulle.
Torna all'inizioCome capire quale autovelox ti ha multato
Il verbale contiene sempre l’identificazione dell’autovelox che ha rilevato l’infrazione. Di solito sono riportati marca, modello, eventuale matricola, localizzazione precisa tramite chilometro e direzione di marcia. Sono informazioni fondamentali, perché servono a individuare con certezza il dispositivo e a verificare che coincida con uno di quelli inseriti nel registro MIT.
Questi elementi, che fino a pochi anni fa richiedevano accessi agli atti e richieste formali agli enti locali, oggi sono più semplici da confrontare grazie alla piattaforma istituzionale: basta confrontare i dati presenti nel verbale con quelli pubblicati dal MIT per sapere se la multa proviene da un apparecchio autorizzato.
Come verificare se l’autovelox è autorizzato
La verifica della regolarità di un autovelox è ora un’operazione alla portata di tutti. Una volta individuati i dati dell’apparecchio dal verbale, è sufficiente accedere al sito ministeriale e cercare il dispositivo utilizzando le informazioni disponibili: marca, modello, posizione o matricola. È importante controllare non solo se l’autovelox compare nell’elenco, ma anche che fosse registrato proprio nella data in cui è avvenuta l’infrazione. Questo aspetto è decisivo, perché un dispositivo inserito successivamente non può “legittimare” una multa già emessa.
Se, dopo la ricerca, l’autovelox non risulta presente nella banca dati, è un chiaro segnale che l’accertamento non è valido. La norma stabilisce infatti che la registrazione sia condizione essenziale per poter utilizzare il dispositivo sulla strada.
Torna all'inizioAutovelox censito ma non omologato: cosa succede
La presenza nell’elenco MIT non chiude ogni possibile contestazione. Il censimento, infatti, riguarda solo la parte amministrativa, cioè la comunicazione del dispositivo da parte dell’ente locale. È un requisito necessario, ma non sufficiente. Per essere pienamente legittimo, l’autovelox deve anche essere omologato dal Ministero secondo quanto stabilito dall’articolo 142 del Codice della Strada.
Questo significa che un apparecchio può risultare perfettamente registrato ma non conforme dal punto di vista tecnico. La giurisprudenza della Cassazione ha più volte ribadito che la mancanza di omologazione rende la multa illegittima. Per riassumere:
| Se l'autovelox è... | La multa è... |
|---|---|
| Presente nel registro del Ministero e omologato | Valida |
| Presente nel registro del Ministero ma non omologato | Non valida |
| Non presente nel registro del Ministero | Non valida |
Come fare ricorso se l’autovelox non risulta nell’elenco
Quando un autovelox non compare nel registro ministeriale, la contestazione della multa è più semplice rispetto al passato. Prima della creazione dell’elenco nazionale, infatti, il cittadino doveva richiedere l’accesso agli atti e sperare in risposte rapide e complete da parte del Comune o dell’ente proprietario della strada. Oggi la prova dell’irregolarità è immediata e accessibile a tutti.
Il primo passo è leggere con attenzione il verbale, per raccogliere tutte le informazioni sul dispositivo. Una volta ottenuti questi dati, è possibile verificare sul portale del MIT se l’autovelox risulta registrato. Se non appare nell’elenco, il cittadino può allegare alla propria opposizione la schermata del sito che ne conferma l’assenza. Questo documento permette di dimostrare che il dispositivo non era autorizzato e che la sanzione non può essere considerata valida.
A questo punto si può scegliere se presentare ricorso al Prefetto entro 60 giorni o al Giudice di Pace entro 30 giorni. Nel ricorso sarà utile spiegare che l’autovelox non è stato inserito nella piattaforma ministeriale entro i termini previsti e che la legge stabilisce espressamente la nullità delle multe elevate da dispositivi non registrati. È un motivo chiaro e riconosciuto, che può portare all’annullamento del verbale. In questo articolo, trovi tutte le informazioni, i costi, i tempi e la modulistica per contestare una multa.
Torna all'inizioServe una mano per il ricorso? C'è Altroconsumo
Se verificare la regolarità di un autovelox o preparare un ricorso ti sembra complesso, i consulenti di Altroconsumo sono a tua disposizione. Puoi richiedere una consulenza giuridica compilando il form che troverai premendo il bottone qui sotto: un consulente legale di Altroconsumo ti ricontatterà per fornirti tutta l'assistenza di cui hai bisogno.
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Nel frattempo se hai qualche dubbio normativo sugli autovelox, sulle sanzioni, sui limiti e sulle tolleranze, in questo articolo rispondiamo a tutte le domande più frequenti sugli autovelox.
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