eBike, quando usarla e quale scegliere
La bici elettrica è comoda per muoversi in città, ma non è a impatto zero. Usala al posto dell’auto, non della bicicletta tradizionale. Il nostro test ne promuove due.

I problemi connessi al sistema di trasporto odierno sono tanti e riguardano la nostra salute, il clima, la vivibilità dello spazio urbano, l’ambiente e il consumo delle risorse. Una soluzione veloce a tutti questi problemi, in stile “bacchetta magica”, non esiste. Si può però cercare un miglioramento, creando un contesto in cui la mobilità non si basi sull’utilizzo di mezzi a motore privati. Non si tratta solo di costruire nuove piste ciclabili in città: queste, infatti, hanno senso solo lungo le vie di circolazione principali, e spesso non servono, come si è dimostrato, ad attrarre nuovi ciclisti. L’intera città, e non solo alcune specifiche e frammentate strade, deve essere sicura per chi vuole utilizzare la bici. Per farlo serve un lavoro su più fronti: da una parte bisogna disincentivare l’uso di auto private in città, riducendo i parcheggi (come sta facendo Amsterdam che ogni anno rimuove 1.500 parcheggi per auto), aumentare le zone a 30 km/h, modificare le regole di circolazione a favore degli utenti deboli; dall’altra bisogna incentivare e promuovere i mezzi di trasporto pubblico locale, i servizi di sharing gratuiti, l’uso della bici. In poche parole, sostenere la mobilità leggera e attiva.
Mobilità leggera e attiva
La maggior parte degli spostamenti urbani in automobile è di pochissimi chilometri: nel 40% dei casi è meno di 3 km, nel 60% di 5 km. I tempi però sono lunghissimi. A Roma in media una persona perde 254 ore all’anno nel traffico (che equivalgono a più di 10 giorni). Pensare allo sviluppo della mobilità leggera, che comprende tutti i mezzi di trasporto il cui peso è paragonabile a quello di chi li guida, come spostamenti a piedi, monopattini, bici, skate non è solo una possibilità, ma quasi un obbligo. E chi pensa che andare in bici sia un lusso di chi non ha fretta, deve ricredersi: fra le 8 e le 21 (calcolando le dovute variazioni dei volumi di traffico) la velocità media oraria di un’auto privata nel traffico cittadino oscilla fra 14,8 km/h (tra le 18 e le 19) e un massimo di 17,5 km/h (fra le 13 e le 14). In bici si pedala di solito fra 17 e 22 km/h.
L’ebike è sostenibile?
L’uso della bici regala, dunque, molti vantaggi a livello ambientale, economico, sociale e sanitario. Si può dire lo stesso per l’ebike? L’uso di una bici elettrica come mezzo di spostamento non è in assoluto la scelta più sostenibile; lo è più di un’auto, ma non più di una bici tradizionale. Come si può immaginare, anche l’ebike - al pari di tutti i mezzi di trasporto - ha un effetto negativo sull’ambiente: è la fase di produzione della bici elettrica quella con il maggiore impatto ambientale (88%), seguita dalla sostituzione della batteria (23%) e dalla fase d’uso cioè dal consumo di energia durante l’utilizzo del mezzo (11%). In particolare, i componenti che hanno maggior impatto sono le batterie usate durante la vita utile del prodotto e il telaio in alluminio. Bene invece la fase di fine vita dell’ebike: il tasso di riciclo stimato è elevato (94% circa): è possibile recuperare materiali, inclusi quelli rari, riducendo l’impatto complessivo.
L’ebike: confronto con gli altri mezzi
Per capire davvero se è corretto considerare la bici elettrica una buona scelta per l’ambiente bisogna metterla a confronto con altri mezzi di trasporto. Valutando l’impatto in termini di emissioni di CO2, la bici classica è la soluzione con il minor impatto in assoluto (a incidere sull’ambiente è solo la fase di costruzione del veicolo): quando la si usa, non c’è alcuna emissione. La bici elettrica ha un impatto circa pari al doppio di quella tradizionale; lo scooter elettrico più del doppio rispetto l’ebike, ma l’impatto dell’auto è quello decisamente fuori scala rispetto agli altri. E l’auto elettrica? Questa soluzione comporta una riduzione di emissioni inquinanti e sonore in città, ma se l’elettricità usata per la propulsione non deriva da fonti energetiche rinnovabili, l’inquinamento resta: è solo spostato altrove (ad esempio nelle centrali termoelettriche fuori dalle città). Resta poi alto l’impatto ambientale (e sociale) derivante dall’estrazione delle materie prime necessarie per la costruzione dell’auto, in particolare, per le batterie. Tirando le somme, se si punta all’ebike per mettere in garage l’auto, la strada è giusta. Se lo si fa per appendere al chiodo la vecchia bici, l’ambiente di sicuro non ne trarrà vantaggio.
Scegliere la bici elettrica giusta
Prima dell’acquisto di un’ebike, è necessario valutare quanti chilometri al giorno si devono percorrere: se sono meno di 5 km e senza pendenze, la scelta green migliore è una bici semplicemente muscolare. Quella elettrica è consigliabile in posti con salite, per tragitti anche superiori a 20 km. Considera che il modello va scelto anche in base al motore e alla batteria che ti serviranno: i motori delle mountain bike elettriche sono più potenti rispetto a quelli delle city bike (perché sono progettati per i percorsi sterrati e in salita); così come quelli delle bici da corsa servono solo da supporto alle salite più faticose e quindi hanno una potenza minore. Valuta la capacità della batteria, che determina l’autonomia della bici e che influisce sul prezzo. E considera i tempi di ricarica, solitamente di 4-5 ore: se si usa la bici spesso, meglio assicurarsi che si possa disinserire la modalità elettrica e la si possa usare come una bici tradizionale, anche se la pedalata sarà più faticosa. Le bici promosse dal test comportano entrambe una spesa non trascurabile: anche questo ha il suo peso.