Sicurezza in bici: regole, equipaggiamento obbligatorio e consigli pratici
Anche chi gira in bici deve rispettare delle semplici regole che vanno dal rispetto del Codice della strada all’equipaggiamento obbligatorio per legge. Sai di cosa ha bisogno un ciclista provetto?

Sicurezza e moblità attiva
Occorre premettere che il tema della sicurezza in bici è spesso strumentalizzato per ingigantire la responsabilità stessa di chi pedala. Si tratta del fenomeno di colpevolizzazione delle vittime, ossia quell’insieme di meccanismi e quella retorica che vede nella disattenzione/mancanza di protezione individuale (esempio: assenza di luci, di casco, di catarifrangenti etc) dell’utente debole (così viene definito chi adotta una modalità di trasporto leggera) la colpa dell’eventuale collisione con un mezzo a motore. L’auto-tutela è sicuramente importante, così come è essenziale un’adeguata conoscenza delle proprie capacità e della propria potenziale pericolosità in base al mezzo e a come lo si guida (e quindi in particolare in base alla velocità ed alla massa del veicolo): questo è valido per tutti gli utenti della strada, da chi si muove a piedi a chi si deve spostare in automobile.
La soluzione per la riduzione del numero e della gravità degli incidenti non può pesare sulla testa di una delle categorie più soggette a incidenti gravi: la responsabilità di chi guida un’automobile che viaggia a 50 km/h ed ha un peso di 1 o più tonnellate non sono le stesse di chi utilizza una bici da 10 kg a 20 km/h. Circa la metà degli incidenti che avvengono in Europa coinvolge le automobili che investono principalmente pedoni, altre automobili, bici e motocicli. Si deve quindi agire prioritariamente sulla dipendenza dagli spostamenti in automobile per ridurre il numero e la gravità degli incidenti stradali, e tutelare in modo particolare chi si sposta a piedi, in bici o in moto, le tre categorie più frequentemente vittime di incidenti più gravi.
La maggior parte delle volte la scelta di spostarsi in automobile è una scelta obbligata, in quanto l’organizzazione urbana delle nostre città è costruita su misura dell’automobile e ci rende dipendenti da questo mezzo di trasporto. Il problema, infatti, non è il singolo automobilista ma l’intero sistema auto-centrico che favorisce l’utilizzo della mobilità motorizzata privata e che incita alla velocità. Questo sia a causa di infrastrutture pensate per le automobili (basta pensare alle strade dritte e larghe più corsie che tagliano le nostre città: sono un invito ad accelerare), sia a causa della retorica e delle campagne pubblicitarie delle case automobilistiche che vendono l’automobile come uno strumento di libertà e velocità (quando la realtà è ben diversa: a Roma e Milano si perdono circa 10 giorni l’anno nel traffico, i costi economici per mantenere un’automobile e spostarsi con essa sono maggiori che con altri mezzi, lo stress derivante dalla guida è un fattore di disagio psicologico, l’inquinamento, il consumo di suolo, i danni ambientali connessi ad un sistema di mobilità su gomma sono evidenti, etc etc). Se le strade ed il codice della strada stesso sono pensati e costruiti per permettere il movimento di una sola modalità di trasporto, tutte le altre modalità incontreranno più difficoltà e maggiori rischi.
Se si vuole aumentare la sicurezza di tutti gli utenti della strada, dunque, rimane di prioritaria la costruzione di quartieri a misura di persone, con interventi come zone 30, riduzione del numero di autovetture private in circolazione, aumento degli spazi verdi pubblici e soprattutto coinvolgimento di chi vive all’interno della città nelle decisioni sul proprio quartiere.
Torna all'inizioEquipaggiamento obbligatorio
Secondo la legge c'è un equipaggiamento obbligatorio ben preciso, che comprende alcuni accessori, indispensabile per garantire la sicurezza e rispettare il Codice della Strada.
Ogni bici deve essere dotata di luce anteriore bianca o gialla e luce posteriore rossa, oltre a un catarifrangente rosso sul retro e a catarifrangenti gialli applicati sia sui pedali sia sui raggi delle ruote (o in alternativa sui lati della bicicletta). Non può mancare il campanello, indispensabile per segnalare la propria presenza.
La visibilità del ciclista diventa ancora più cruciale nelle ore notturne e in condizioni particolari. La legge prevede che chi pedala sulle strade extraurbane da mezz’ora dopo il tramonto fino a mezz’ora prima dell’alba debba indossare un giubbotto o delle bretelle retroriflettenti ad alta visibilità. L’obbligo vale anche all’interno delle gallerie, sia in città sia fuori.
Sono regole previste dall'art. 182 del Codice della Strada, che contiene precise disposizioni per la sicurezza dei ciclisti. La violazione comporta sanzioni amministrative da 26 a 102 euro. Non si tratta però solo di evitare multe: avere un mezzo ben equipaggiato è il primo passo per rendersi visibili agli altri utenti della strada e ridurre i rischi.
Migliorare la propria visibilità in bicicletta aumenta la propria sicurezza: quindi, sia in città sia fuori, è sempre opportuno indossare indumenti con bande riflettenti oppure fascette; o aggiungere alla bici luci intermittenti supplementari, anche se non obbligatorie.
Bastano pochi euro per acquistare un kit visibilità e aumentare in modo significativo la propria sicurezza.
Torna all'inizioEquipaggiamento consigliato
Il casco non è obbligatorio in Italia, nemmeno per i minori di 14 anni, ma rimane un accessorio fortemente raccomandato, soprattutto per i più piccoli. Indossarlo può fare la differenza in caso di caduta o collisione. Scopri come funziona il casco e quando serve.
Altri strumenti utili sono lo specchietto, particolarmente utile installato a sinistra per controllare il traffico senza dover voltare la testa, e lo stesso giubbotto riflettente indossato anche di giorno, che rende il ciclista più visibile in qualunque contesto, specialmente nelle strade extraurbane.
Torna all'inizioRegole di comportamento
Oltre agli accessori, contano molto anche i comportamenti. Il Codice della strada stabilisce che il ciclista debba mantenere almeno una mano sul manubrio, con piena libertà di visibilità e di manovra.
È obbligatorio procedere in fila unica quando le circostanze lo richiedono e, fuori dai centri abitati, sempre, tranne nel caso in cui un minore di 10 anni pedali accanto a un adulto sulla destra.
È vietato trainare altri veicoli, farsi trainare, condurre animali o trasportare passeggeri, salvo situazioni specifiche: un maggiorenne può trasportare un bambino fino a 8 anni se dotato di seggiolino omologato (art. 68, comma 5).
Quando si rischia di intralciare i pedoni, la bici va condotta a mano.
Infine, dove presenti, è obbligatorio utilizzare piste ciclabili o corsie riservate alle biciclette.
Torna all'inizioManutenzione
La sicurezza passa anche dalla manutenzione. È importante verificare periodicamente lo stato delle ruote, controllando la pressione e l’usura del battistrada, e accertarsi che i raggi e i cerchioni siano integri.
I freni devono essere un dispositivo indipendente per ogni asse di rotazione delle ruote ed è necessario controllare la loro efficienza: va verificata periodicamente l’integrità di tutto il sistema frenante, a aprtire dai pattini fino alle leve.
Una bici ben tenuta non solo riduce il rischio di incidenti, ma rende più piacevole pedalare. Leggi anche i nostri consigli su come riparare la bici e su come evitare di farsela rubare.
Torna all'inizioBimbi in sicurezza
Quando si trasportano i bambini in bicicletta è necessario rispettare regole precise. Il Codice della strada consente il trasporto di un solo bimbo alla volta, fino a 8 anni d'età, purché su un seggiolino omologato e con il conducente maggiorenne. Un discorso a parte riguarda le cargo-bike appositamente omologate per il trasporto persone.
Sopra i 22 chili non sono previsti seggiolini a norma e, prima di utilizzarli, il bambino deve essere in grado di stare seduto autonomamente.
Torna all'inizioDomande frequenti
Rispondiamo ai dubbi più comuni sulle normative riguardanti le bici.
È obbligatorio indossare il casco in bicicletta?
In Italia per le biciclette tradizionali no, il casco non è obbligatorio per nessuna età. Tuttavia è fortemente consigliato, soprattutto per i bambini e nei percorsi extraurbani, perché riduce notevolmente il rischio di gravi conseguenze in caso di caduta.
Quando è obbligatorio indossare il giubbotto o le bretelle catarifrangenti?
Il Codice della Strada (art. 182, comma 9-bis) prevede l’obbligo fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima dell’alba e in tutte le gallerie. In città non è obbligatorio, ma resta consigliato.
Esiste un obbligo di assicurazione per chi va in bicicletta?
In Italia, per le biciclette tradizionali e per le e-bike a pedalata assistita fino a 25 km/h, non è obbligatoria un’assicurazione RC. È però possibile stipulare polizze facoltative che coprono danni a terzi o infortuni personali. Diverso il caso delle speed e-bike (fino a 45 km/h): per questi modelli la legge impone un’assicurazione di responsabilità civile specifica, rilasciata dall’Ufficio della circolazione stradale.
La bici deve avere per forza il campanello?
Sì. Il campanello è parte dell’equipaggiamento obbligatorio e deve essere funzionante. La sua assenza può comportare una multa.
Le biciclette devono avere per forza le luci?
Sì. La bici deve essere dotata di luce anteriore bianca o gialla e luce posteriore rossa, più catarifrangenti. L’uso è obbligatorio da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima dell’alba e nelle gallerie.
Le biciclette devono avere una targa?
No. In Italia le biciclette non hanno obbligo di targa o immatricolazione. L’unica eccezione riguarda le e-bike veloci (velocità max. di 45 km/h) a pedalata assistita o con potenza massima di 1000 W che devono rispettare norme diverse.