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Windows 10, quando la riservatezza è un optional

17 agosto 2015
windows 10

Il 29 luglio è arrivato Windows 10. Le prime impressioni sembrano positive, però il modo in cui è affrontato il tema della sicurezza e della riservatezza lascia qualche perplessità.

Inizialmente è stato distribuito solo online, se hai intenzione di acquistarlo in negozio dovrai aspettare ancora un po', probabilmente fino a dopo l’estate. Stiamo parlando di Windows 10, la nuova versione del sistema operativo, disponibile dal 29 luglio

Aggiornamento gratuito

Una novità introdotta con questa versione riguarda il fatto che Microsoft permetterà di effettuare l’aggiornamento gratuito al suo nuovo sistema operativo, per il primo anno dalla data di rilascio (29 luglio). Questa possibilità sarà concessa agli utenti in possesso di licenza valida di Windows 7 e 8. Restano esclusi, invece, i possessori di Windows XP.

Il nostro consiglio, quindi, è di aspettare. Gli utenti di Windows 7 e 8 hanno tempo fino a luglio del 2016 per effettuare l'aggiornamento gratuitamente e questi due sistemi operativi saranno comunque supportati con patch e aggiornamenti almeno per un altro anno. Nel frattempo, molti difetti e problemi che sicuramente si manifesteranno nella prima fase di transizione saranno risolti e anche il supporto a periferiche migliorerà  con il tempo.

Rischio privacy

Una  problematica si è già palesata ed è quella del rischio riservatezza. Già durante l'installazione le varie opzioni presenti controllano il comportamento di Windows 10 e cosa accade dietro le quinte, alle spalle dell’utente. È possibile tuttavia intervenire personalizzando le impostazioni, in modo da migliorare alcuni aspetti relativi alla privacy.

Due esempi in particolare: Windows 10 fa in modo che i contatti di una persona (cioè quelle che figurano sulla propria agenda) possano collegarsi automaticamente alla sua rete WiFi nel caso dovessero capitare nel suo raggio di azione. Questo significa che le password delle reti locali WiFi sono raccolte e redistribuite da Microsoft, con ovvie implicazioni sulla sicurezza e riservatezza di tutte le persone interessate; inoltre Windows 10 al fine di migliorare l’esperienza di esplorazione, rileva i dati relativi alla navigazione internet. È meglio accedere al menu di personalizzazione delle impostazioni e disabilitare tali permessi, che di default risultano invece abilitati.

No significa no

Dal pannello di controllo di Windows, alla sezione Privacy, è possibile accedere a tutte le opzioni riguardanti la privacy e la riservatezza mostrate nella fase di configurazione. Ve ne sono, però, anche delle altre: almeno una di queste non può mai essere disattivata in Windows 10 se non nelle versione destinata alle aziende. La voce Diagnostica e dati di utilizzo consente tre scelte che regolano la quantità di dati inviati a Microsoft; nelle versioni Windows 10 Home e Pro non è possibile disattivare completamente questa funzionalità se non andando a modificare il registro di sistema, un’operazione non alla portata di tutti.

Le nostre conclusioni

Windows 10 è abbastanza trasparente su quello che fa alle spalle dell’utente ma la sensazione è comunque che Microsoft stia spingendo le persone nel voler accettare la sua politica come stato di fatto.  Per quanto riguarda tutte le voci riguardanti la riservatezza, il consiglio è per ora di disattivarle abilitando di volta in volta quelle che possono servire e tenendo presente però che certi dati dell’utente potrebbero essere condivisi con Microsoft ed eventualmente terze parti.

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