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Onde elettromagnetiche cellulari, quali rischi per la salute? Proviamo a rispondere

Si riaccende il dibattito sugli effetti delle onde elettromagnetiche dei cellulari sulla nostra salute. Ma esiste realmente una correlazione tra utilizzo dei telefonini e rischio di sviluppo di alcune forme di cancro? Gli studi a disposizione al momento non consentono di dare risposte definitive, ma bisogna evitare gli allarmismi. Quello che possiamo fare per ora è seguire alcune regole per usare i nostri dispositivi nel modo corretto. 

14 settembre 2023
Le onde elettromagnetiche dei cellulari sono davvero pericolose per la salute?

La decisione dell'Autorità francese per le frequenze di fermare la vendita degli iPhone 12 perché risultati non a norma con i limiti di SAR imposti dalla UE, ha riacceso il dibattito sugli effetti delle onde elettromagnetiche dei telefonini sulla salute. La verità è che, a distanza di molti anni dall'invasione dei cellulari nelle nostre vite, non è ancora possibile dare una risposta definitiva ai dubbi sulla sicurezza delle onde dei telefonini: possono davvero accrescere il rischio di tumori al cervello o del nervo acustico (come ha sostenuto nel 2020 la Corte d'Appello di Torino)? I dati a disposizione al momento e la posizione delle autorità che si sono espresse sul tema dipingono un quadro contraddittorio, ma tendenzialmente non allarmante. In attesa di risposte certe, quello che possiamo fare oggi è utilizzare il telefonino in modo corretto.

La prevenzione è usare i telefonini correttamente

I cellulari emettono onde a diretto contatto con la testa. La preoccupazione è che possano provocare danni biologici. Per evitare i rischi bastano semplici precauzioni: eccole.

  • Usa l’auricolare: è sufficiente allontanare il cellulare dalla testa soltanto di qualche centimetro perché il livello di esposizione scenda drasticamente.
  • Fai telefonate brevi, soprattutto quando la linea è disturbata e il telefono è costretto a lavorare a piena potenza, con maggiore emissione di radiazioni.
  • Evita di telefonare quando la copertura del segnale è scarsa, per esempio in ascensore o nel treno.
  • Tieni il cellulare lontano dalla testa durante la composizione del numero (momento in cui funziona alla massima potenza).

Bambini: teniamoli alla larga

I bambini sono potenzialmente più vulnerabili rispetto agli adulti ai campi elettromagnetici. Un po’ perché il loro sistema nervoso è in fase di sviluppo, un po’ perché fisicamente la circonferenza del cranio è più piccola e quindi penetrabile in profondità rispetto a quella di un adulto. In attesa di certezze, meglio essere prudenti: la cosa migliore è tutelare i più piccoli limitando l'uso di cellulari e tablet.

Ma di quali onde parliamo?

Tutti i cellulari emettono radiazioni elettromagnetiche (nelle radiofrequenze 800-2600 MHz). La quantità di radiazioni assorbite dal corpo è misurata in Sar (Specific Absorption Rate) espresso in W/Kg (watt per chilo). Questa unità di grandezza misura la quantità di radiazioni assorbite e le traduce nel rischio di effetto termico al quale il corpo è esposto. Per garantire la sicurezza degli utenti l’Unione Europea ha fissato a 2 W/kg il limite massimo consentito per le emissioni dei cellulari per evitare qualsiasi effetto termico a livello del cranio. Si tratta infatti di un limite giustamente precauzionale, perché è posto 10 volte più basso del livello riconosciuto come critico, cioè in grado di dare un rialzo termico dannoso. Per assicurarsi di rispettare la norma, tutti i produttori testano i propri apparecchi prima di metterli sul mercato. Lo fanno ipotizzando lo scenario peggiore, quando i telefonini funzionano alla massima potenza ed emettono più onde, situazione che però si verifica di rado nell’uso quotidiano. Questo dato, dunque, non è un buon indicatore per scegliere di acquistare un telefonino anziché un altro. Per avere un’idea più chiara dell’esposizione a cui ci si sottopone usando quotidianamente il cellulare, bisogna valutare gli apparecchi nelle medesime condizioni, simulando il loro comportamento in una situazione reale d’uso. Solo in questo modo è possibile confrontare tra di loro i diversi modelli di telefonino, paragonando le rispettive emissioni di onde. E scegliere quello che ne produce di meno. Nei nostri test, infatti, abbiamo fatto entrambe le prove. I risultati sono rassicuranti: nessun cellulare, tra quelli testati, si avvicina ai limiti imposti dalla legge.

I dubbi sulla cancerogenicità delle onde

L'esposizione costante e diretta ad onde radio come quelle emesse dai cellulari potrebbe accrescere il rischio di alcune forme di tumore. Questo è quanto ha concluso nel 2011 un gruppo di ricerca composto da 31 scienziati dell'Agenzia internazionale per la ricerca contro i tumori (Iarc). Da allora, le onde elettromagnetiche nel range delle radiofrequenze sono considerate possibili cancerogeni per l’uomo, ovvero classe 2B secondo il sistema di classificazione della Iarc. Secondo l’ente, infatti, esistono prove che un'esposizione prolungata nel tempo, quotidiana e intensa, possa perfino raddoppiare il rischio di sviluppare un tumore del cervello (il glioma, tumore maligno) o del nervo acustico (neurinoma acustico, per fortuna benigno). Le prove, però, stando proprio a quanto sostiene la Iarc, sono limitate e non è possibile escludere che siano in buona parte influenzate da errori metodologici, fattori confondenti o addirittura frutto del caso. Per questo le ha inserite al livello più basso della classificazione. oltretutto, è un grave errore leggere la classificazione 2B di “possibile cancerogeno”, come una valutazione del potere cancerogeno delle onde o del rischio che corriamo. Le classificazioni dello Iarc riflettono solo la bontà delle prove scientifiche, epidemiologiche e sperimentali. E in questo caso, la classificazione riflette proprio i dubbi che ancora permangono sulla cancerogenicità delle onde.

Dagli studi non emerge ancora un quadro chiaro

Il quadro che emerge dagli studi condotti finora è contradditorio, ma non allarmante: alcuni studi di tipo caso-controllo (basati sul confronto tra malati e sani rispetto al tipo di esposizione che hanno avuto in passato) hanno rilevato un lieve aumento del rischio di tumori cerebrali e del nervo acustico nelle persone con un uso elevato del cellulare dopo 10-15 anni di uso (consideriamo anche che si parla dei dispositivi, ma non dei ripetitori). Altri studi epidemiologici (i trend di incidenza, considerati più chiari nelle conclusioni perché verificano nel tempo l’emergere dei casi), invece, ci dicono che a oggi non c’è stato un aumento significativo dei tumori al crescere della penetrazione (e quindi dell’esposizione) della popolazione ai cellulari. Inoltre la maggioranza degli studi su linee cellulari e sugli animali esposti a onde non supporta la cancerogenicità delle onde nelle radiofrequenze: anche gli studi del National Toxicology Program e dello studio Ramazzini non hanno realmente evidenziato un pericolo. Ne abbiamo parlato ampiamente nello speciale sui possibili rischi sulla salute del 5G, entrando proprio nel merito dei risultati. Certo, esiste comunque una possibilità che gli studi non siano ancora in grado di rivelare un rischio più modesto dopo 15 o 20 anni: parliamo di chi utilizza il cellulare prevalentemente per effettuare chiamate posizionandolo direttamente sull'orecchio; è un limite degli studi difficile da valicare. Come per altre sostanze cancerogene, come per esempio il tabacco o l’amianto, possono passare decine di anni tra l’esposizione alla sostanza e il manifestarsi di un tumore. I telefonini sono tra noi in modo così massiccio ”solo” da 15-20 anni e i tumori cerebrali hanno lunghi periodi di latenza (anche fino a 30 anni). Se un rischio significativo esiste, dunque, sarà pienamente visibile solo tra qualche anno. Nel frattempo, per evitare anche questo minimo rischio, basta adottare alcuni semplici accorgimenti in modo da ridurre l’esposizione di testa e corpo alle emissioni dei cellulari. E bastano davvero pochi centimetri perché il livello di esposizione si riduca drasticamente.

Quali sono le possibili tipologie di tumori 

L'organismo di consulenza specializzato dell'Organizzazione mondiale della sanità ha analizzato la possibilità che questo tipo di esposizione alle radiazioni possa avere effetti sulla salute riscontrabili sul lungo termine. Le prove di questa connessione sono state ritenute limitate dagli esperti Iarc, relativamene all'incidenza di una tipologia di cancro al cervello (glioma, di natura maligna) o neurinoma acustico (tumore del nervo acustico, di natura benigna). Per i ricercatori i dati a disposizione sono invece insufficienti per collegare le onde elettromagnetiche dei cellulari ad altri tipi di tumori. 

Dalla fine degli anni '90 è cambiato lo scenario

I dati a disposizione sono relativi all'utilizzo intensivo di dispositivi di telefonia mobile di generazioni tecnologiche ormai superate. Questo è un elemento fondamentale che non consente quindi di generalizzare quanto osservato a tutti i tipi di utilizzo. Gli studi di cui abbiamo parlato precedentemente e che rilevano un rischio prendono in considerazione l'uso del cellulare tra la fine degli anni '90 e i primi 2000: un periodo circoscritto in cui l'utilizzo del cellulare era diverso da quello attuale e, inoltre, anche i dispositivi sul mercato lo erano. I telefonini di quella generazione appartenevano all'era dell'1G e 2G ed emettevano onde molto più potenti di quelle attuali. A parità di utilizzo, perciò, l'esposizione a onde dovuta a dispositivi mobili moderni è sicuramente inferiore oggi rispetto ad allora. Questo è dovuto anche alla diffusione delle antenne che, garantendo una maggior copertura del segnale, riduce la potenza di emissione richiesta ai telefoni, che a loro volta emettono meno radiazioni per connettersi. Lo scenario di esposizione cambia anche in funzione dell'uso del cellulare: negli studi citati era considerato un grande utilizzatore chi passava al cellulare dai 30 ai 60 minuti al giorno. Oggi passiamo molte più ore al telefonino, è vero, ma tenendolo tra le mani e non appoggiandolo all'orecchio. I dispositivi attuali vengono utilizzati prevalentemente per digitare messaggi di testo, per navigare in rete o giocare, mentre le telefonate vengono spesso sostituite dai messaggi vocali e il telefono viene più spesso accostato alla bocca. Consideriamo, infine, anche l'utilizzo dell'auricolare è molto più diffuso rispetto al passato.

5G, evitiamo gli allarmismi

Nonostante un certo terrorismo diffuso soprattutto in rete, anche sul 5G bisogna evitare gli allarmismi. Anche se non sono disponibili dati specifici sugli effetti delle frequenze millimetriche, non bisogna farsi prendere dal panico riguardo quanto si dice sui potenziali pericoli: ne abbiamo parlato in questo speciale sui possibili rischi del 5G sulla salute. Insomma tutti questi fattori come le nuove modalità di utilizzo, l'intensità dell'esposizione e le frequenze utilizzate hanno cambiato radicalmente lo scenario: non consentono, perciò, di generalizzare i risultati degli studi condotti finora.