Spett.le Altroconsumo,
Con la presente segnalo una situazione di presunta attività commerciale scorretta che nel mese scorso (novembre 2025) mi ha vista coinvolta dopo l’acquisto di una giacca online.
Riassumo di seguito i contorni della vicenda, precisando che tutto quanto di seguito riportato è facilmente riscontrabile nella documentazione che ho conservato e che posso fornirvi in caso di necessità.
Il 2 novembre vengo attirata da un post sponsorizzato sulla mia pagina social: è di un negozio chiamato Castelli Milano che promuove articoli di abbigliamento - pare di fascia medio alta - super scontati. In particolare vengo agganciata da una giacca a vento scontata del 64% (da 139.95 a 48.95 euro) per liquidazione magazzino, ancora disponibile al seguente link: https://castelli-milano.it/products/allegra0294
Prima di acquistare mi sposto sul sito web, apprendo che sono un brand italiano, c’è anche una foto di un elegante negozio (presumibilmente di Milano), il catalogo è pieno di begli articoli scontati e offrono l’opzione di reso senza stress entro 30 giorni dalla consegna in caso di insoddisfazione. La spedizione è gratuita in Italia, il che - unitamente agli altri elementi di cui sopra - mi fa pensare che la mia giacca sarà spedita dal negozio milanese.
Faccio l’acquisto direttamente suo loro sito web e inizio a ricevere via mail aggiornamenti sulla spedizione. Di lì a pochi giorni scopro con una certa sorpresa che si tratta di una spedizione internazionale: il link per il tracciamento non è accessibile finché la giacca non giunge in Italia. La ricevo a casa 12 giorni dopo aver effettuato l’acquisto in un sacchetto grigio, senza confezione, senza marchio e senza etichetta interna. Quel che è peggio, la giacca è sensibilmente diversa dall’immagine del catalogo (ho documentazione fotografica). Scrivo al servizio clienti per ottenere chiarimenti e ne scaturisce un lungo scambio di mail in cui in sostanza loro dichiarano che la giacca è partita da un paese europeo, che l’etichetta manca perché “irrita la pelle dei nostri clienti”, che se non sono soddisfatta possono sostituirla con un altro articolo a mia scelta, senza dover effettuare il reso. Ribadisco che sono insoddisfatta e chiedo il reso. Mi mandano la modulistica e a questo punto scopro che devo rispedire la giacca a spese mie nel distretto di Yinzyhou, in Cina (successivamente mi spiegheranno che il magazzino di partenza della giacca e la destinazione del reso non coincidono), che per ottenere il rimborso devo necessariamente scegliere un corriere che faccia servizio di tracciamento e che la merce deve essere integra e dotata di confezione ed etichetta originali (inesistenti fin dalla consegna). Faccio un calcolo delle spese e l’ammontare è di pochi spiccioli inferiore al prezzo di acquisto. Protesto e loro mi offrono, in alternativa, un rimborso parziale senza restituzione dell’articolo, inizialmente del del 10% del prezzo di acquisto, che poi sale al 15%, al 20 e infine, dietro ammonimento che avrei segnalato il caso alle autorità competenti, al 30%. Rifiuto tutte queste alternative e continuo a insistere perché mi garantiscano un diritto di reso effettivo, che non mi obblighi a spendere l’intero ammontare del mio rimborso. Spulciando il loro sito web scopro infine, nelle sezioni note legali e condizioni di reso, che questo negozio non esiste da nessuna parte fisicamente (ergo, la foto sul sito è ingannevole) e che i dettagli del reso internazionale e delle spese di spedizione a carico dell’acquirente sono esplicitati.
Ciò nonostante ritengo, per le modalità con cui sono stata indotta a credere una situazione assai diversa da quella effettiva, che questo tipo pubblicità sia ingannevole e che miri a truffare gli acquirenti meno scrupolosi con informazioni fuorvianti. Inoltre non mi hanno garantito nei fatti di esercitare il diritto di reso, perché nessun cliente sano di mente accetterebbe mai di accollarsi la spedizione spendendo l’intero ammontare del rimborso.
La loro ultima offerta è stata di rimborsarmi il 30% del prezzo di acquisto, dopo che ho sistematicamente rifiutato percentuali inferiori: anche qui ritengo assai scorretto trattare sul rimborso, perché nessun cliente normalmente arriva a tanto. La maggioranza si accontenta del rimborso iniziale del 10% e intanto loro lucrano vendendo dei prodotti di infima qualità. Ovviamente non ho accettato nessun rimborso, anche se teoricamente sarei ancora in tempo dal momento che la consegna è stata effettuata il 14 novembre e io ho 30 giorni di tempo per avvalermi del reso (o sue alternative). Sui profili di illegittimità del loro operato, mi rimetto a voi.
Grazie dell’attenzione e cordiali saluti.
Silvia Vecchi