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RICHIESTA IKEA RIMESSIONE IN TERMINI CARTA RESO

Chiuso Pubblico

Tipologia di problema:

Pratiche commerciali scorrette

Reclamo

U. M.

A: Altro

03/04/2025

Spettabile IKEA ITALIA RETAIL S.R.L. – Sede legale strada provinciale 208, civ. 3, 20061, Carugate (MI) OGGETTO: RICHIESTA IKEA RIMESSIONE IN TERMINI CARTA RESO Spettabile IKEA ITALIA RETAIL S.R.L., sono Umberto Mancini, vostro cliente da anni. Vi contatto in merito ad un problema che solo da qualche giorno ho rilevato e che riguarda una carta reso che purtroppo, per seri motivi di salute, non sono stato in condizioni di utilizzare prima della sua scadenza, nei primi giorni di gennaio 2025. Francamente ho sempre trovato piuttosto discutibile, sia pure in presenza di un lungo termine per l'utilizzo, la modalità di fruizione del buono che in sostanza funziona come un assegno al portatore. Non è infatti intestabile nominalmente al suo titolare, se non dal punto di vista meramente formale e, nel caso in cui dovesse essere smarrito o sottratto o nel caso si fosse superato il suo periodo di validità, non viene riconosciuta alcuna possibilità di recuperare, in tutto o in parte, il controvalore della merce resa. Nel mio caso la carta reso conteneva un valore di circa 60 euro e non è andata smarrita ma è scaduta perché, come accennavo, già da diversi mesi prima della scadenza mi sono trovato a curare una grave forma di cardiopatia, aggravatasi a fine 2024 è che è culminata proprio all'inizio del 2025, proprio in concomitanza con lo spirare del suo termine di validità, con un intervento chirurgico. Come credo sia comprensibile, l'ultimo dei miei pensieri in quel periodo è stato quello della scadenza della carta reso Ikea, che purtroppo dai primi di gennaio è divenuta inutilizzabile. Mi dispiace comunque perdere in questo modo 60 euro che avevo speso presso di voi, ma al tempo stesso immagino la sgradevole situazione in cui si venga a trovare il possessore di una carta reso contenente centinaia di euro che, per sua sventura, dovesse ricadere in una delle ipotesi precedentemente accennate. Sono un avvocato, esperto di diritti del consumatore e per quanto non siano a stretto rigore riscontrabili palesi aspetti di illegittimità nella conversione di un credito, ricordo, derivante da un diritto di ripensamento rigorosamente regolato dalla legge, ritengo che lo strumento adottato dalla vostra azienda presenti un grado di aleatorietà che nulla ha a che vedere con le caratteristiche di alcuni tipi di contratti per certi versi associabili ( ad esempio quelli assicurativi) allo strumento “carta reso”. Il rilascio di tale strumento - sostitutivo di un credito - costituisce comunque una forma di accordo tra le parti in cui le condizioni vengono dettate però unilateralmente. Tutto questo non è in astratto illegittimo. Sarebbe vagamente riconducibile ad un contratto per adesione, come per l’appunto sono, tra gli altri, i contratti di assicurazione, pur se di questa tipologia contrattuale non esistono i presupposti fondamentali. Nei contratti aleatori l’alea è, sempre meno in verità, equamente ripartita tra le due parti contrattuali, giustificandone per questo motivo l’esistenza e la legittimità. Nel nostro caso il rischio è interamente a carico dell’acquirente, cui tutt’al più potrebbe essere rimproverata l’ingenuità di non farsi immediatamente rimborsare la somma spesa, a fronte del reso della merce. Cosa peraltro mai proposta dagli operatori Ikea e addirittura non possibile nel caso di pagamento in contanti. In definitiva alcuni fondamentali aspetti della disciplina di questa carta destano più di una perplessità, potendovisi ravvisare in alcuni passaggi delle vere e proprie clausole vessatorie, ossia clausole che penalizzano oltre ogni logica il cliente. Si immagini, come accennavo, che un cliente, per mille motivi, possa avere accumulato crediti da reso non effettuato per somme assai ingenti. Che questo credito non sia personalizzato, prevedendo, oltre ad un numero, una reale intestazione nominativa della carta è già cosa piuttosto grave. Che poi l'importo caricato su questa carta, sorta di strumento di credito, possa andare perduto ad esclusivo favore della vostra azienda, per il mancato utilizzo entro la scadenza, per un furto o per lo smarrimento, a mio parere potrebbe configurare persino un'ipotesi di appropriazione indebita. E questo a prescindere dai motivi che possano avere determinato il mancato utilizzo. E a poco o nulla d’altronde servirebbe sporgere una denuncia per furto o per smarrimento, vista la remotissima possibilità di un recupero, anche e soprattutto perché con le modalità previste dalla vostra azienda, chiunque ritrovasse questo anonimo tagliandino di plastica si potrebbe presentare presso un qualunque negozio Ikea e fare spese a suo piacimento. Ora io mi chiedo se tutto ciò sia giusto! Né serve a mitigare questi effetti irreversibili, la durata biennale del buono che anzi può indurre il cliente ad adagiarsi, dimenticando, davanti a tante altre priorità della vita quotidiana, persino l'esistenza di questo titolo. Queste considerazioni, fatte da chi si occupa dei diritti dei consumatori e che vi scrive con il patrocinio di una prestigiosa associazione che da anni opera nello stesso settore della tutela del consumatore in ogni suo aspetto, considerazioni che si fondano, ritengo di poter convintamente affermare, su solide argomentazioni giuridiche, oltre che su riflessioni basate sul comune senso di giustizia, mi inducono a chiedere un'applicazione più equa della disciplina dei resi. Naturalmente lo scrivente agisce a tutela del proprio interesse a recuperare quello che a tutti gli effetti può essere considerato un credito e che alla disciplina di questo dovrebbe soggiacere, ivi compresa quella della prescrizione, che non prevede certo che questo tipo di credito vada prescritto in due anni, ossia la durata della carta reso. Ma al tempo stesso non esclude di poter sollevare la questione nelle opportune sedi sotto il profilo più generale della violazione dei diritti del consumatore. Alla luce di tutte le considerazioni su esposte vi chiedo la rimessione nei termini al fine di essere messo nelle condizioni di potere utilizzare il denaro comunque da me speso presso la vostra azienda, non solo e non tanto per le vicende personali che mi hanno riguardato, quanto per una oggettiva esigenza di giustizia rispetto a un tema che richiederebbe certamente una riconsiderazione dei vostri regolamenti sul tema, mirante a stabilire un equilibrio contrattuale al momento totalmente assente. Come sempre accade d'altronde quando si trovano di fronte una potente multinazionale ed un cittadino comune, che poco o nulla può davanti allo strapotere contrattuale della prima rispetto al secondo. Confidando tuttavia nella particolare attenzione posta generalmente dalla vostra azienda nei confronti del cliente e a me stesso dimostrata in altre occasioni, e rimanendo in attesa di un positivo riscontro a questa mia istanza, l'occasione mi è gradita per porgervi cordiali saluti. Caserta, 03 aprile 2025 Umberto Mancini

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