Il 17 agosto 2025 sono andata a fare benzina alla Q8 (PV 6332, in Sardegna). Ho messo 40 € nella colonnina, ho aspettato più di 10 minuti e non è uscito né carburante né scontrino. In poche parole, mi hanno rubato 40€.
Dopo tanti tentativi Q8 ha finalmente contattato il gestore, il quale si è limitato a spiegarmi “le modalità per ritirare lo scontrino”. Peccato che io gliel’ho ripetuto almeno 100 volte: lo scontrino non c’era proprio. È inutile raccontare procedure quando la realtà è che non è mai stato emesso nulla. Questa, a casa mia, si chiama truffa.
Ho chiesto a Q8 di fornirmi i nominativi del gestore per procedere con denuncia, ma mi è stato risposto che per motivi di privacy non potevano darmeli, citando una legge completamente fuori luogo, come se fosse stata cercata al volo con un’IA. In realtà quei dati sono pubblici e obbligatoriamente registrati in Camera di Commercio: non sono “segreti”, e un cliente ha pieno diritto di sapere chi è il responsabile del punto vendita.
Il fatto ancora più grave è che non sono la sola: basta andare su Google e leggere le recensioni di quella stazione. Ci sono decine di persone che raccontano la stessa identica esperienza, parlando apertamente di truffa e descrivendo sempre lo stesso schema. Esiste infatti un vero e proprio meccanismo di truffa: il cliente inserisce i soldi, non riceve né benzina né scontrino, e quando chiede spiegazioni si sente dire che “lo scontrino è stato stampato” o che “forse qualcuno l’ha preso”. Intanto i soldi restano nella cassa e non vengono rimborsati a nessuno. Un sistema che va avanti da tempo, che colpisce più persone e che Q8 non può più fingere di ignorare. Inizialmente, inoltre, Q8 ha cercato di lavarsene le mani, dichiarando che loro non sono direttamente responsabili perché la gestione è affidata al gestore. Questa posizione è gravissima, perché Q8 rimane comunque titolare del marchio e ha precise responsabilità sul controllo, sulla trasparenza e sulla tutela dei clienti. Delegare ogni responsabilità al gestore senza verificare i fatti significa di fatto permettere che sotto il loro nome si consumino truffe ai danni dei consumatori.