Coppette mestruali: sostenibili, ma anche sicure? Il nostro test
In laboratorio e alla prova pratica nove prodotti: ecologici, economici, resistenti e in generale apprezzati dalle tester. Ma con le analisi chimiche abbiamo trovato sostanze indesiderate. Non esistono leggi e limiti ad hoc per questi prodotti e quindi non possiamo considerarli illeciti o un pericolo certo e immediato per la salute. Per questo servono maggiori studi, in modo da migliorare i processi produttivi.

Le coppette mestruali, generalmente, non sono le più amate dalle donne: in poche scelgono questi piccoli contenitori morbidi in silicone al posto di assorbenti e tamponi. Ma le poche che le utilizzano le apprezzano davvero molto. E per diverse ragioni.
Ce lo conferma la nostra ultima indagine con gli ACmakers, la community che ci aiuta, anche per test come questo, permettendoci di capire le abitudini, i punti di forza e le difficoltà che si riscontrano con determinati prodotti. Solo 152 donne sulle mille intervistate usano le coppette mestruali (e in 104 di queste lo fanno ma in alternanza con altri prodotti). Le utilizzano, innanzitutto, perché le ritengono più ecologiche (lo pensano in 126 su 152) e hanno ragione: è in assoluto il metodo che produce meno rifiuti in confronto ad altri prodotti per il ciclo metruale.
Vengono scelte anche perché sono più economiche degli assorbenti usa e getta (da 81 ACmakers su 152): il prezzo iniziale è alto, è vero, ma la spesa si ammortizza nel tempo perché si possono riutilizzare fino a dieci anni, secondo quanto indicato dai produttori. Sono in parecchie, infine, le donne che - a dispetto della diffusa diffidenza - le ritengono più pratiche da usare (76) e più confortevoli (63). Anche se l’utilizzo fuori casa è il punto critico un po’ per tutte: le coppette vanno regolarmente svuotate e ben pulite prima di essere reinserite in modo sicuro; e questa operazione può non essere così comoda quando si utilizzano i servizi pubblici.
Sicurezza e comfort sono proprio tra gli aspetti più importanti per le coppette: per questo le abbiamo portate in laboratorio per le analisi chimiche, oltre che per verificarne resistenza e durabilità. Inoltre abbiamo dato i nove prodotti messi alla prova anche a 15 tester, con anni di esperienza come utilizzatrici; ne hanno valutato vari aspetti, come la capacità di contenere bene il flusso, senza perdite (nella tabella dei risultati pubblicata su Altroconsumo InSalute, indichiamo i giudizi più significativi: facilità di inserimento e di estrazione, morbidezza e flessibilità; potete scaricare l'articolo completo al link in basso).
Le analisi sulla sicurezza chimica: il metodo
Le coppette non hanno una regolamentazione specifica, cioè con limiti e parametri chimici ad hoc (e la stessa situazione vale anche per assorbenti, tamponi e mutande assorbenti). La normativa europea che regola questi “articoli di uso comune” prevede solo, genericamente, che non debbano danneggiare la salute. La maggior parte dei produttori afferma che la coppetta è realizzata in silicone medico; ma anche in questo caso - sebbene esista una norma tecnica sulla sua biocompatibilità - non esiste una regolamentazione completa su quali test chimici debba superare questo materiale.
In assenza di protocolli definiti, nelle nostre analisi abbiamo considerato la normativa francese e le linee guida tedesche per il silicone a contatto con gli alimenti e la norma europea sui ciucci per bambini. Abbiamo seguito l'approccio dei nostri colleghi austriaci, che hanno effettuato le stesse analisi qualche anno fa secondo le linee guida (non vincolanti) del loro Paese, che prevedono di usare come riferimento i materiali destinati al contatto con gli alimenti.
In alcuni prodotti e per alcuni composti chimici ricercati, il laboratorio ha rilevato livelli superiori a questi limiti ma, appunto - non potendo quantificare esattamente il rischio (la norma sul silicone a contatto con alimenti valuta l'ingestione per via orale di queste sostanze) - non possiamo considerarli degli illeciti o un pericolo certo e immediato per la salute. Nel test abbiamo analizzato le sostanze che migrano dalle coppette, cioè i composti che fuoriescono, e non è possibile stabilire con esattezza se e quanto ne passi alle donne che le utilizzano.
Per questo chiediamo maggiori studi: i risultati che descriviamo nei prossimi paragrafi dimostrano che, anche se non c'è un pericolo immediato, le sostanze indesiderate ci sono. Sono quindi necessarie ricerche per capire i rischi a lungo termine e migliorare i processi produttivi per ridurle.
LEGGI L'ARTICOLO CON TUTTI I PRODOTTI TESTATI
I risultati sulle sostanze VOC e IPA
Nello specifico, abbiamo ricercato due gruppi di composti che misuriamo anche in pannolini e ciucciotti per bambini e che rappresentano un problema anche per l’”effetto cocktail”, cioè per il loro sommarsi da diverse fonti.
Si tratta di:
- composti organici volatili (VOC): usati in genere come solventi nei processi produttivi, evaporano facilmente. I prodotti Mooncup e Allmatters non ne rilasciano, mentre le coppette Eureka! e Tampax superavano il limite previsto per i prodotti in silicone destinati al contatto con alimenti. C'è da dire, comunque, che il test - come da prassi nelle analisi chimiche - è stato eseguito sul prodotto nuovo e integro; nella pratica la sterilizzazione che va fatta prima dell'uso porta a ridurre i VOC;
- idrocarburi policiclici aromatici (IPA): composti che si possono formare durante la produzione della plastica, quando il processo non è condotto perfettamente; in questo caso tutti i prodotti ne erano privi e hanno ottenuto risultati ottimi.
Le altre sostanze indesiderate trovate
I problemi principali li abbiamo individuati con altri composti, di vario tipo, che si creano durante il processo di produzione quando non ben controllato. In tutti i campioni abbiamo rilevato la migrazione (passaggio all'esterno) di queste sostanze, in alcuni casi (Tampax, Eureka!, Mamicup e Intimina) in quantità anche molto elevate, segnale di un processo di produzione del silicone non ottimale. Abbiamo individuato da un minimo di 6 sostanze indesiderate diverse nello stesso prodotto (nella coppetta Mooncup) a un massimo di 14 (Eureka!).
Si trattava soprattutto di silossani, sostanze siliconiche classificate a livello europeo come SVHC, Substance of very high concern, cioè che generano un’elevata preoccupazione per le loro proprietà di persistenza, bioaccumulo e tossicità. Nella misurazione dei silossani sono andate molto bene le coppette Allmatters e Mooncup (silossani assenti), bene Ecocup (silossani al limite per i siliconi al contatto con alimenti). Tutte le altre, invece, rilasciano almeno un silossano oltre il limite considerato. In sintesi, nella colonna complessiva della tabella “Analisi chimiche”, trovate solo tre stelle quando VOC, migrazione delle sostanze indesiderate e silossani erano superiori ai limiti previsti per il silicone per i prodotti alimentari; quattro stelle quando VOC e silossani erano in basse quantità, ma la migrazione di sostanze indesiderate era superiore ai limiti considerati; cinque stelle (solo per il Migliore del Test) quando non c’era alcuna di queste criticità.
Capacità, resistenza e durabilità
La capacità delle coppette di contenere il flusso non è un problema: i prodotti del test vanno dal più piccolo, Eureka (18 ml), che comunque può contenere più flusso di quanto ne può assorbire un tampone interno normale, a Amycup (40 ml), che potrebbe contenere tutto il flusso di un intero ciclo. Il giudizio su resistenza e durabilità dipende invece da tre aspetti: resistenza alla rottura del gambo, la resistenza della coppetta stessa e della colorazione. Sono state testate attraverso severe prove di trazione e di usura, superate da tutti i prodotti in modo almeno sufficiente.
Etichetta, salute e TSS
Quanto all’etichetta, abbiamo verificato: la leggibilità, le istruzioni d’uso (abbastanza complete), le indicazioni sulla durata (nella maggior parte dei casi generiche), ma soprattutto la presenza di informazioni corrette sul rischio da Sindrome da shock tossico (TSS). I prodotti per l’igiene interna possono essere un fattore di rischio per questa complicanza rara, ma pericolosa, generata da un’infezione batterica.
Gran parte dei casi è stata associata all’uso di tamponi interni, ma anche le coppette non sono completamente esenti da rischio di TSS, pur rimanendo un fenomeno raro. Bisogna esserne consapevoli e i produttori dovrebbero informare correttamente le consumatrici: per questo penalizziamo le etichette che minimizzano o tralasciano il rischio e inducono a un uso troppo spensierato.
Impatto ambientale
Questi prodotti sono sostenibili per vocazione, essendo riutilizzabili: diamo il titolo di Miglior Scelta Green ai prodotti con qualità globale almeno buona e cinque stelle in “Impatto ambientale” (tutti nel caso delle coppette). La valutazione è data dalla quantità di rifiuti prodotti (meno di un kg nel corso della vita, contro i circa 30 kg dei tamponi e i 60 kg circa degli assorbenti usa e getta), peso e materiale degli imballaggi (nessun prodotto usa cartone riciclato), indicazioni per lo smaltimento, molto povere sui prodotti del test: si potrebbe pensare, sbagliando, che la coppetta debba essere gettata nella plastica, invece va smaltita nell’indifferenziata.
Come testiamo
L’acquisto e l’analisi dei prodotti sono stati effettuati tra dicembre 2022 e aprile 2023. La selezione tiene conto della diffusione dei prodotti sul mercato: abbiamo scelto le marche più conosciute e facilmente reperibili in Italia, sia nei negozi fisici sia online.
Le analisi chimiche effettuate in laboratorio pesano per il 25% sul giudizio globale. Le altre prove di laboratorio, come capienza, resistenza e durabilità, il 20%; le valutazioni su etichetta e impatto ambientale il 15%. La prova pratica, infine, pesa per il 40% sul giudizio globale ed è stata effettuata da 15 tester esperte che hanno provato i prodotti in forma anonima.
Per ulteriori dettagli vedi Dietro le quinte dei nostri test.