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Tassa e dichiarazione di successione: guida alle novità e agli errori da evitare

Dall'autoliquidazione dell'imposta da parte degli eredi entro 90 giorni a una dichiarazione online più snella e precompilata, dalla riduzione dei documenti da presentare alle agevolazioni per gli under 26. Dal 1° gennaio 2025 gli adempimenti per la successione sono diventati più semplici. Questa guida ti accompagna nelle novità e nei passaggi chiave sulla tassa e sulla dichiarazione di successione.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
17 luglio 2025
successione

Quando si perde una persona cara, ci si trova a dover affrontare non solo il dolore del lutto, ma anche una serie di adempimenti pratici che, pur necessari, possono apparire gravosi. In questi momenti delicati, la gestione della successione (dalle tasse dovute alla dichiarazione da presentare) può sembrare una procedura complessa e distante, proprio quando sarebbe invece auspicabile la massima semplicità e chiarezza.

La tassa di successione è un’imposta che lo Stato richiede agli eredi e ai legatari in proporzione ai beni ricevuti. La dichiarazione di successione, invece, rappresenta il passo giuridico fondamentale per quantificare e trasferire ufficialmente l’eredità. Dal 1° gennaio 2025, alcune modifiche normative hanno semplificato il processo, ad esempio con l’introduzione dell’autoliquidazione dell’imposta. Tuttavia, è importante conoscere le nuove regole, soprattutto per ciò che riguarda il calcolo delle imposte su immobili e conti correnti, così da evitare complicazioni o ritardi in una fase già emotivamente impegnativa.

In questa guida troverai tutte le informazioni essenziali per orientarti tra questi adempimenti: dalle aliquote e franchigie applicabili, alle particolarità previste per i beni immobiliari e mobiliari. Di seguito, ti accompagneremo attraverso i passaggi chiave per affrontare la successione in modo consapevole e sereno.

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Tassa di successione: cosa è cambiato dal 1° gennaio 2025

Il 2025 ha portato con sé una riforma significativa che mira a semplificare gli adempimenti per eredi e legatari. Ecco le principali novità:

  • autoliquidazione dell'Imposta, cioè per le successioni aperte dal 1° gennaio 2025, l'imposta di successione viene calcolata e versata autonomamente direttamente dagli eredi. Avrai 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione per effettuare il versamento. L'Agenzia delle Entrate avrà poi 2 anni per verificare la correttezza del calcolo. Fino alla fine del 2024, invece, lo Stato effettuava i controlli e inviava un avviso di accertamento per richiedere il versamento dell'imposta dovuta;
  • dichiarazione online semplificata, infatti, la dichiarazione di successione deve essere presentata esclusivamente online entro 12 mesi dall'apertura della successione, ma non è più necessario includere alcuni documenti e informazioni che prima erano obbligatori, come gli atti di alienazione degli ultimi sei mesi, gli estratti catastali degli immobili o i certificati dei pubblici registri per navi e aeromobili. Inoltre con la dichiarazione di successione precompilata direttamente dall’Agenzia delle entrate, la compilazione del modello si semplifica ulteriormente. Ricorda che per l’accesso hai bisogno della tua identità digitale SPID, CIE o CNS;
  • agevolazioni per eredi under 26 che possono usare l'eredità stessa per pagare le imposte sugli immobili (bollo, catastali e ipotecarie). Le banche devono liberare le somme dell'attivo ereditario per facilitare questi versamenti;
  • esenzioni per aziende e partecipazioni sociali dal pagamento dell'imposta di successione per i trasferimenti a favore del coniuge e dei discendenti.
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Chi paga e quanto si paga di tasse di successione

L'imposta di successione è dovuta allo Stato da tutti i destinatari dell'eredità, sia eredi che legatari (coloro che ricevono un bene o un diritto specifico per testamento o legge), in proporzione alla quota da loro ricevuta. È importante sapere che tutti gli obbligati al pagamento sono solidalmente responsabili dell'intero importo. Questo significa che allo Stato importa che l'imposta venga versata nella sua totalità, non importa se il pagamento avvenga proporzionalmente da ogni erede o se, come spesso accade, sia l'erede che presenta la dichiarazione a occuparsi anche del versamento, regolandosi poi con gli altri.

Come si calcola l'eredità netta

Per calcolare l'imposta di successione, occorre prima quantificare il valore del patrimonio netto ereditato. Questo si fa sommando il valore di tutti i beni e diritti del defunto, come immobili, titoli, beni mobili, partecipazioni, crediti, denaro, gioielli, ecc.. Dal totale lordo si sottraggono le passività del defunto, come debiti (ad esempio un mutuo in essere) o le spese mediche sostenute per suo conto dagli eredi negli ultimi sei mesi di vita. Il risultato è il valore del patrimonio netto su cui applicare le imposte. Per alcuni beni, come denaro, gioielli e mobilia, se non c'è un inventario, il valore viene forfettariamente stimato al 10% del totale dell'attivo ereditario.

Aliquote e franchigie: quanto ti costa davvero l'eredità?

L'imposta sulle successioni è dovuta da ogni singolo erede o legatario sulla base della quota di eredità percepita, diminuita dell’eventuale franchigia a cui hanno diritto. La franchigia è una soglia di non imposizione: l'imposta si applica solo sulla parte del valore dell'eredità che supera questa soglia.

Aliquote e franchigie della tassa di successione

Rapporto di Parentela Aliquota Applicata Franchigia Applicata

Coniuge, parte dell'unione civile, figli, genitori, nonni, bisnonni, trisavi (genitori dei bisnonni), nipoti (dei nonni), pronipoti (dei bisnonni) e figli di questi ultimi

4%

Oltre 1 milione di euro

Fratelli e sorelle

6%

Oltre 100 mila euro

Zii, nipoti (figli di fratelli), pronipoti (degli zii), cugini, prozii, nuora, genero, suoceri, cognati e loro figli. Figli, nipoti, pronipoti, nonni, bisnonni, e zii del coniuge

6%

Senza franchigia

Altro soggetto

8%

Senza franchigia

Importante agevolazione per persone disabili gravi: Se l'erede o il legatario è una persona disabile in condizione di gravità (riconosciuta ai sensi dell’articolo 3 comma 3 della Legge 104/92), l'imposta di successione si applica solo sulla parte del valore dell'eredità che supera l'ammontare di 1.500.000 euro. Questa elevata franchigia si applica a prescindere dal grado di parentela, che sarà comunque necessario per stabilire l'aliquota da applicare alla parte eccedente.

Cosa non rientra nell'eredità tassabile?

Non tutto ciò che faceva parte del patrimonio del defunto finisce nell'attivo ereditario su cui si pagano le imposte. Esistono per legge una serie di beni che vengono esclusi dall'imposta di successione:

  • Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e le indennità per rapporti di agenzia.
  • Le indennità che spettano agli eredi per assicurazioni previdenziali stipulate dal defunto (come Pip, fondi pensione).
  • I beni di interesse storico o artistico.
  • I titoli del debito pubblico come BoT, Cct, titoli di Stato.
  • I veicoli iscritti al PRA (Pubblico Registro Automobilistico).
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Immobili e conti correnti in successione

Oltre all'imposta di successione generale, la presenza di immobili e conti correnti nell'eredità richiede attenzioni specifiche e il versamento di imposte dedicate.

Le tasse sugli immobili ereditati

A prescindere dal fatto che l'erede debba o meno versare l'imposta di successione sulla sua quota ereditaria, in presenza di immobili lo Stato richiede anche il versamento di due imposte variabili e altri "balzelli" fissi:

  • Imposta ipotecaria: pari al 2% del valore catastale dell'immobile.
  • Imposta catastale: pari all'1% del valore catastale dell'immobile.
  • Balzelli fissi: circa 100 euro, che includono l'imposta di bollo, la tassa ipotecaria e i tributi speciali. È previsto in ogni caso un versamento minimo di 200 euro per ciascuna imposta (ipotecaria e catastale).

Schema calcolo valore immobili in successione

Agevolazioni Prima Casa: Se l'immobile ereditato può essere considerato "prima casa" dall'erede, le imposte ipotecaria e catastale sono ridotte a una misura fissa di 200 euro ciascuna, indipendentemente dal valore catastale. Questa norma vale anche se l'immobile viene ereditato da più soggetti e uno solo di questi possiede i requisiti per le agevolazioni prima casa, permettendo l'applicazione dei benefici sull'intero valore dell'immobile.

Il conto corrente del defunto nella successione

L'imposta di successione dovuta per il conto corrente del defunto non è differente rispetto a quella dovuta sull'intero patrimonio. Il valore del conto corrente confluisce nel patrimonio complessivo e si cumula con questo. Diversamente, per i conti correnti cointestati, confluisce nel valore del patrimonio solo la frazione di denaro imputabile al defunto. Ad esempio, se il defunto possedeva un conto corrente cointestato con il coniuge, solo la metà del valore depositato confluisce nel patrimonio e sarà conseguentemente tassato. Allo stesso modo, se il conto fosse cointestato tra tre persone, solo i due terzi del denaro depositato confluirebbero nel patrimonio su cui versare l'imposta.

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Come e quando pagare l'imposta di successione

Le imposte ipotecarie e catastali, la tassa ipotecaria, i bolli e i tributi speciali devono essere calcolati e pagati in "autoliquidazione". Questo significa che è il contribuente stesso a calcolarli e versarli, senza un intervento diretto dell'amministrazione finanziaria.

  • Pagamento della tassa di successione (dal 2025). Con l'introduzione dell'autoliquidazione dal 2025, dopo la presentazione telematica della dichiarazione di successione, si hanno 90 giorni per pagare la tassa di successione.
  • Pagamento imposte immobiliari. Queste imposte si calcolano e si pagano contestualmente alla presentazione della dichiarazione di successione online. È possibile addebitare il dovuto direttamente sul conto corrente intestato al dichiarante, purché il conto sia aperto presso un intermediario convenzionato con l'Agenzia delle Entrate o presso le Poste. Durante la compilazione della dichiarazione online, è fondamentale indicare il codice IBAN e il codice fiscale dell'intestatario del conto. Se ti rivolgi a un intermediario per la dichiarazione, sarà lui a gestire il processo di versamento.

Rateizzare la tassa di successione

Se l'imposta di successione dovuta supera i 1.000 euro, è possibile rateizzarla seguendo queste modalità:

  • almeno il 20% dell'importo deve essere versato entro 60 giorni dalla notifica dell'avviso di liquidazione (o, dal 2025, entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione con autoliquidazione);
  • la parte restante può essere versata in 8 rate trimestrali. Se l'importo supera i 20.000 euro, le rate diventano 12 trimestrali. Su queste rate sono dovuti gli interessi, calcolati dal primo giorno successivo al pagamento della rata iniziale. Le rate devono essere versate entro l'ultimo giorno di ciascun trimestre.

Non si decade dalla rateazione se:

  • la rata non viene versata interamente, per una frazione non superiore al 3% e, in ogni caso, a 10.000 euro;
  • Il tardivo versamento della somma pari al 20% non avviene con un ritardo superiore a 7 giorni.
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Le risposte alle domande più frequenti

Proviamo a dare una risposta alle domande più comuni riguardo la tassa e la dichiarazione di successione.

Cosa succede se non pago la tassa di successione o la pago in ritardo?

Il mancato o tardivo pagamento comporta l'emissione di una cartella esattoriale con l'applicazione di sanzioni e interessi. Dato che gli eredi sono solidalmente responsabili, la cartella può essere emessa nei confronti di tutti, anche se solo uno non ha pagato la sua quota. Per l'autoliquidazione dal 2025, se l'Agenzia delle Entrate rileva errori nel versamento, emetterà una cartella esattoriale per recuperare quanto non correttamente versato, con sanzioni e interessi.

Come viene valutato il valore di denaro, gioielli e mobilia se non c'è un inventario?

Se non viene redatto un inventario specifico dei beni, il valore di denaro, gioielli e mobilia viene stimato forfettariamente al 10% del valore totale dell'attivo ereditario.

Qual è il ruolo di un intermediario (es. CAF) nella gestione della successione?

Puoi avvalerti di un intermediario, come un CAF o un professionista abilitato, per la presentazione della dichiarazione di successione. In questo caso, l'intermediario si occuperà di tutti gli adempimenti burocratici, e a te spetterà unicamente il pagamento delle imposte dovute.

Oltre alle imposte ipotecaria e catastale, quali sono gli altri "balzelli" fissi da pagare per gli immobili in successione?

Oltre all'imposta ipotecaria (2%) e catastale (1%), per gli immobili ereditati sono dovuti anche altri importi fissi, definiti "balzelli", che includono l'imposta di bollo, la tassa ipotecaria e i tributi speciali. Complessivamente, questi oneri fissi ammontano a circa 100 euro.

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IL CONSIGLIO DELL'ESPERTA
Tatiana Oneta - Fiscalista
Quando c’è una successione bisogna ricordarsi sempre di versare anche le altre imposte per conto del defunto, come Imu eTari che vengono conteggiate a suo carico fino al giorno antecedente il decesso, dopo le imposte seguono la situazione ereditaria che si è creata. Inoltre, potrebbe esser necessario presentare la dichiarazione dei redditi in qualità di eredi se il defunto rientrava in uno dei casi di obbligo di presentazione della dichiarazione, ma potrebbe esser comunque utile farlo per recuperare, come eredi, eventuali suoi crediti con il Fisco.