Disservizi Atac, è ora di farsi rimborsare

I mezzi pubblici di Roma sono un incubo da anni. Chiediamo che i cittadini ricevano un rimborso pari alla metà di quanto speso, quella metà di servizi pagati e non ricevuti negli ultimi tre anni. Partecipa alla class action.

Accetteresti una Roma a metà?

Mai come ora i mezzi di trasporto Atac sono "mezzi" per davvero. Per i cittadini romani è come pagare l'abbonamento Atac il doppio rispetto i servizi ricevuti. Perché continuare a farlo?

Diciamo basta all'inefficienza di Atac

Ritardi inverosimili. Soppressione delle corse. Sporcizia dei mezzi. Sovraffollamento disumano. Stazioni insicure e abbandonate al degrado. Atac ha raggiunto livelli di inefficienza inaccettabili. Per quanto tempo i cittadini romani devono continuare a sopportare questa situazione? È ora di dire basta. È ora di far valere i propri diritti.

Chiediamo il rimborso ad Atac

Per tutti questi motivi abbiamo deciso di organizzare una class action per chiedere che i cittadini romani vengano risarciti dei tanti disservizi subiti in questi ultimi tre anni. Per il servizio “dimezzato” chiediamo ad Atac un rimborso del 50% di quanto pagato dal 2015 al 2017. Ad esempio, se hai speso 250 euro per l'abbonamento annuale Atac potresti ricevere un rimborso di 125 euro all'anno, per un totale di 375 euro, calcolando gli ultimi tre anni.

Hai qualche dubbio? Leggi le domande frequenti

Domande frequenti

Tutto quello che devi sapere sulla class action Atac

Perché una class action Atac

Da mesi Altroconsumo denuncia all’AGCM e alle istituzioni la situazione di degrado del trasporto pubblico romano. A febbraio 2017 l’organizzazione aveva incontrato Atac e Comune di Roma per chiedere un intervento concreto e non più prorogabile a favore dei viaggiatori per i continui disagi. Le risposte di Atac sono state ampiamente insufficienti spingendo Altroconsumo ad abbandonare il tavolo di confronto con l’azienda. I continui disservizi e la costante manca soddisfazione dei livelli minimi di servizio hanno reso la situazione sempre più grave. Altroconsumo ha quindi deciso di avviare una class action per offrire uno strumento concreto di tutela alle centinaia di migliaia di utenti che ogni giorno sono costretti a fare i conti con un sistema dei trasporti palesemente inadeguato.

Cosa chiediamo

Con questa class action chiediamo che vengano rimborsati tutti gli abbonati Atac per un importo pari al 50% di quanto globalmente corrisposto all’azienda negli ultimi tre anni per aver usufruito di un servizio che alla luce della violazione sistematica degli standard di qualità e quantità è risultato essere insicuro, insufficiente e inadeguato.

Chi può iscriversi

Possono pre-aderire a questa azione tutti gli abbonati Atac degli anni 2015, 2016 e 2017.

Puoi aderire gratuitamente

Sì e in caso di ammissibilità dell’azione da parte del Tribunale di Roma tutti gli aventi diritto avranno la possibilità di aderire senza costi inviando direttamente la propria richiesta secondo le madalità che verranno stabilite dal Giudice. Ti ricordiamo che per aderire non occorre l’assistenza di un avvocato.

I passi della class action

Se anche tu hai subito o stai subendo i quotidiani disservizi Atac ti invitiamo a pre-aderire alla nostra class action per essere tempestivamente informato sugli sviluppi della stessa. La class action si articola in due distinte fasi, in questa prima fase il Giudice dovrà esprimersi sull'ammissibilità dell'azione di classe. Una volta ottenuta una pronuncia favorevole in tal senso si aprirà la seconda fase e sarà possibile aderire formalmente all’azione senza sostenere nessun costo. Gli aggiornamenti sull’azione verranno inviati ai pre-aderenti via email all’indirizzo fornito al momento della compilazione del modulo online oppure possono essere visualizzati nella propria area personale del sito di Altroconsumo.

Che cos'è una class action

Perché iscriversi a una class action?

L'azione collettiva risarcitoria di cui all'art.140 bis del Codice del Consumo rappresenta uno degli strumenti di tutela dei diritti e degli interessi dei consumatori più efficaci tra quelli, sin qui, adottati nelle discipline consumeristiche. Le oltre 200.000 preadesioni alle class action promosse sinora da Altroconsumo in vari settori di consumo stanno a dimostrare la potenzialità dello strumento che permette con una sola azione di tutelare un numero elevato di consumatori colpiti da un comportamento lesivo di una impresa. In tal senso la class action permette a intere classi di consumatori, anche di centinaia di migliaia di soggetti, i cui diritti o interessi siano stati violati di poter fare massa critica, ove invece azioni giudiziarie individuali risulterebbero poco economiche e inefficienti.

L'azione di classe, peraltro, costituisce indirettamente anche un prezioso strumento competitivo perché stimola imprese e mercato a operare attraverso pratiche commerciali corrette e legittime al fine di evitare le importanti ripercussioni economiche connesse a eventuali condanne al risarcimento dei danni prodotti a intere classi di consumatori.

Chi può agire?

Ciascun consumatore componente di una classe, anche mediante associazioni cui dà mandato o comitati cui partecipa, può agire per l'accertamento della responsabilità e per la condanna al risarcimento del danno e alle restituzioni. Le azioni di classe avviate sinora nel nostro Paese sono state promosse da associazioni di consumatori e buona parte di esse da Altroconsumo.

Per quali violazioni si può agire?

La class action tutela: 

  • i diritti contrattuali di una pluralità di consumatori e utenti che versano nei confronti di una stessa impresa in situazione omogenea, inclusi i diritti relativi a contratti stipulati ai sensi degli articoli 1341 e 1342 del codice civile; 
  • i diritti omogenei spettanti ai consumatori finali di un determinato prodotto o servizio nei confronti del relativo produttore, anche a prescindere da un diretto rapporto contrattuale;
  • i diritti omogenei al ristoro del pregiudizio derivante agli stessi consumatori e utenti da pratiche commerciali scorrette o da comportamenti anticoncorrenziali.

 

b) i diritti omogenei spettanti ai consumatori finali di un determinato prodotto o servizio nei confronti del relativo produttore, anche a prescindere da un diretto rapporto contrattuale; c) i diritti omogenei al ristoro del pregiudizio derivante agli stessi consumatori e utenti da pratiche commerciali scorrette o da comportamenti anticoncorrenziali.

Come funziona?

I consumatori e utenti che intendono avvalersi della tutela consentita dall'azione di classe promossa da una associazione di consumatori o altri soggetti, possono aderire, senza ministero di difensore anche tramite posta elettronica certificata e fax. L'adesione comporta rinuncia a ogni azione restitutoria o risarcitoria individuale fondata sul medesimo titolo. L'atto di adesione, contenente, oltre all'elezione di domicilio, l'indicazione degli elementi costitutivi del diritto fatto valere con la relativa documentazione probatoria, può essere depositata in cancelleria, anche tramite l'attore.

Come avviene la pronuncia sull'ammissibilità della domanda?

Al termine della prima udienza il Tribunale decide con ordinanza se ammettere o meno la domanda. Il giudice può sospendere il giudizio quando sui fatti che riguardano l'azione è in corso un'istruttoria davanti a un'autorità indipendente oppure un giudizio davanti al TAR. L'ordinanza che decide sulla ammissibilità è reclamabile davanti alla Corte d'Appello entro 30 giorni dalla comunicazione. Sul reclamo la Corte d'Appello decide con ordinanza non oltre 40 giorni dal deposito del ricorso.

Cosa succede se la domanda è dichiarata ammissibile?

Con l'ordinanza che ammette l'azione il Tribunale fissa termini e modalità della pubblicità per l'adesione degli appartenenti alla classe; specifica i criteri in base ai quali i soggetti che chiedono di aderire sono inclusi o esclusi dalla classe e fissa un termine, non superiore a 120 giorni dalla scadenza di quello per l'esecuzione della pubblicità, entro il quale gli atti di adesione sono depositati in cancelleria.

E se invece la domanda è dichiarata inammissibile?

La domanda è dichiarata inammissibile quando è manifestamente infondata, quando sussiste un conflitto di interessi oppure quando per il giudice non c'è omogeneità dei diritti individuali tutelabili, infine quando il proponente non appare in grado di curare adeguatamente l'interesse della classe. Con l'ordinanza di inammissibilità, il giudice regola le spese e ordina la pubblicità a cura e spese del soccombente.

Cosa avviene se, nella fase di merito, la domanda viene accolta?

Il Tribunale pronuncia una sentenza di condanna con cui liquida le somme dovute a tutti quelli che hanno aderito all'azione oppure fissa il criterio di calcolo per la liquidazione di queste somme.