Digital market act, 700 milioni di euro di multe ad Apple e Meta
La Commissione europea sanziona le due big tech americane per un totale di 700 milioni di euro per violazioni del regolamento sul mercato digitale. Anche Altroconsumo ed Euroconsumers stanno proponendo una class action contro Apple per ragioni simili.

Il 23 aprile 2025 la Commissione europea ha inflitto due storiche sanzioni, per un totale di 700 milioni di euro, a due giganti del digitale: Apple e Meta. È la prima volta che vengono applicate le multe previste dal Digital market act (Dma), il regolamento europeo che tutela la concorrenza e i diritti digitali degli utenti. Le violazioni riguardano il mancato rispetto delle norme sulla trasparenza, l’equità nei mercati online e il trattamento dei dati personali.
Il caso Apple: 500 milioni di euro di sanzione
Apple è stata sanzionata con una multa da 500 milioni di euro per aver violato le norme del Digital market act relative alla concorrenza nel proprio ecosistema digitale. Secondo la Commissione europea, l’azienda ha ostacolato la possibilità per gli sviluppatori di informare gli utenti circa offerte alternative e più convenienti al di fuori dell’App Store.
In pratica, Apple limita attivamente la capacità degli sviluppatori di indirizzare i consumatori verso soluzioni più economiche esterne alla sua piattaforma, impedendo così agli utenti di iPhone e iPad di conoscere e accedere a tali offerte. Il problema non è solo il mancato rispetto delle regole, ma anche il fatto che Apple ne ha tratto vantaggio economico diretto.
Un esempio emblematico riguarda le app di streaming musicale, alle quali Apple applicava commissioni fino al 30%, costringendo di fatto le aziende concorrenti a rialzare i prezzi per gli utenti finali. Questi costi maggiorati si sono tradotti in un danno diretto per i consumatori. In questo caso la sanzione della Commissione europea comminata nel 2024 era stata di 1,8 miliardi di euro.
Proprio per questioni molto simili Altroconsumo, insieme ad Euroconsumers, ha promosso una class action contro Apple, con l’obiettivo di ottenere il rimborso di quanto pagato in più. È possibile già aderire alla fase preliminare di raccolta delle adesioni.
PRE-ADERISCI ALLA CLASS ACTION
Il caso Meta: modello “pay or consent” bocciato
Anche Meta è finita nel mirino della Commissione per una pratica giudicata scorretta e in violazione del DMA: si tratta del cosiddetto modello “pay or consent”, introdotto a novembre 2023 su Facebook e Instagram.
Agli utenti veniva chiesto di scegliere se accettare l’uso dei propri dati personali per la pubblicità personalizzata oppure, in alternativa, pagare un abbonamento mensile per evitarlo. Tuttavia, secondo il Digital Market Act, questa modalità viola il diritto degli utenti a usufruire di un servizio senza profilazione, senza dover sostenere costi aggiuntivi.
La Commissione ha contestato il modello perché non offriva una reale alternativa gratuita e rispettosa della privacy, come previsto dalle nuove regole europee. Dopo l’intervento dell’autorità europea a novembre 2024, Meta ha modificato la pratica: oggi è possibile negare il consenso all’uso dei dati personali senza dover pagare.
Tuttavia, la sanzione da 200 milioni di euro si riferisce al periodo tra marzo 2024 (entrata in vigore del DMA) e novembre 2024, quando la pratica era ancora in vigore.
Nel frattempo, Meta ha annunciato un nuovo utilizzo dei dati degli utenti per addestrare la propria intelligenza artificiale. Anche questa nuova pratica è ora sotto la lente della Commissione, che ne sta valutando la compatibilità con il Digital Market Act.
Per sapere come evitare che i propri dati vengano usati a questo scopo, abbiamo approfondito l’argomento in questo articolo che ti aiuta a tutelare i tuoi dati personali su Meta.
Le regole del Digital Market Act
Il Digital Market Act, in vigore dal 7 marzo 2024, ha l’obiettivo di rendere il mercato digitale europeo più equo. I suoi punti chiave:
- maggiore interoperabilità tra i servizi;
- divieto per le piattaforme dominanti (gatekeeper) di auto-favorirsi;
- obbligo di trasparenza nell’uso dei dati e nei servizi offerti;
- tutela dei consumatori nella scelta consapevole dei servizi digitali.
In Italia, l’autorità responsabile per la vigilanza sul rispetto del Dma è l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm).
Cosa succede ora
Le sanzioni di certo sono poca cosa rispetto ai fatturati dei due giganti; ma è apprezzabile questa presa di posizione della Ue, un avvertimento per future sanzioni che potrebbero essere ancora più alte. Inoltre, è da ricordare che Apple e Meta hanno 60 giorni di tempo per conformarsi alle decisioni della Commissione. In caso contrario, rischiano nuove sanzioni, fino al 10% del fatturato annuo globale.
Intanto, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei propri diritti digitali e agiscano per farli valere, anche con strumenti come le azioni collettive.