BuongionoHo letto con attenzione il vostro speciale: Un bicchiere di vino a tavola fa male? Tutti i rischi degli alcoliciI concetti sono espressi in modo confuso e poco utile tra tipo di prodotti, unità alcoliche, calorie, differenze di genere e malattie, il lettore rischia di fare molta confusione.Vengono poi fatte delle affermazioni che sono azzardate, quando non proprio errate:-Bere, in realtà, non è mai totalmente privo di rischi-La convinzione comune è che un bicchiere di vino a tavola non provochi alcun rischio. Purtroppo per chi ha questa abitudine, così non è. Una mole importante di studi dimostra che non esiste un livello di consumo di alcolici privo di rischi.-Oggi si parla appunto di consumo a basso rischio, perché un rischio comunque c’è, anche se non elevato-L’abitudine di bere poco durante il pasto, dunque, probabilmente non è molto dannosa.-..... il resveratrolo, a cui si associano diversi effetti salutistici. Questi effetti, però, sono sostanzialmente indimostrati e, comunque, anche se ci fossero, nel vino ne è presente così poco che bisognerebbe berne qualche damigiama per trarne dei benefici, ....-.... studi epidemiologici ......-L’etanolo non è un nutriente e per di più apporta un numero elevato di calorie.Se il vostro esperto si fosse documentato meglio avrebbe scoperto molte autorevoli fonti che affrontano l'argomento da punti di vista diversi e con maggiore buon senso.A cominciare da Ancel Keys, il padre della dieta mediterranea, il cui effetto sulla salute non credo possa essere messo in discussione, e che la descriveva: Pasta variamente condita, insalate con poco olio d’oliva, tutti i tipi di verdura di stagione e spesso formaggio, il tutto completato da frutta e in molti casi accompagnato da un bicchiere di vino. Questa intuizione venne confermata più tardi dal Seven Countries Study, uno studio che mise a confronto i regimi alimentari di 14 campioni di soggetti, di età compresa tra 40 e 59 anni, per un totale di circa 12.000 casi, in sette nazioni (Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, Olanda, Stati Uniti e Jugoslavia) e che in Italia venne fatto anche in Toscana, dove il chianti venne considerato uno dei determinanti della migliore salute e longevità. I numerosi studi sulle dislipidemie hanno sostanzialmente confermato le differenze tra le popolazioni del sud e del nord Europa.È poi evidente che in campo di prevenzione cardiovascolare e oncologica le considerazioni devono essere molto più ampie ed articolate, l'alcool è certamente dannoso, ma si devono contemporaneamente considerare peso corporeo e attività fisica, grassi alimentari, zuccheri e fibre alimentari, fumo.Forse vi siete fatti troppo influenzare dalla posizione dell'UE di effectively implement the Global strategy to reduce the harmful use of alcohol as a public health priority EUR/RC72/12: European framework for action on alcohol 2022–2025Ma il punto di vista dell'UE e dell'OMS è di popolazione e sull'uso dannoso di alcool, ed infatti ci sono state molte prese di posizione tese a chiarire che non si tratta del vino consumato con buon senso.Indico solamente una recente revisione che può essere un buon punto di partenza per cercare pubblicazioni inerenti il tema There is ample evidence regarding the benefits of wine on health, especially red wine, due to its higher content of phenolic compounds, which can help maintain good health and prevent diseases, being moderate consumption vitally important.Front. Nutr. 9:890066. doi: 10.3389/fnut.2022.890066Ciò detto è importante considerare un altro fattore non meno cruciale, almeno in Italia. Il vino fa parte della nostra cultura: dalla scelta del terreno, alla cura delle viti e del grappolo, dalla vendemmia alla vinificazione e all'invecchiamento.Per fortuna esistono numerosi viticoltori, anche giovani e entusiasti che rispettano la tradizione ma non hanno paura di sperimentare nuove vie.Un'associazione come Altroconsumo, alla quale sono associato da decine di anni, e che non aveva mai fatto uno scivolone del genere, dovrebbe educare, consigliare, promuovere comportamenti corretti, e non fare terrorismo (in questo caso alimentare), mettendo anche a rischio la credibilità delle recensioni su tutti gli altri argomenti di cui si occupa.Dr.Danilo OrlandiniSpecialista in Geriatria e GerontologiaSpecialista in Scienza dell'AlimentazioneFormazione, Azione e Ricerca in EBM e Clinical Governance