In data 17/03/2023 si è presentato in casa mia un consulente (D.C.) per un preventivo “senza impegno” per la trasformazione della mia vasca in doccia. Il tutto avviene alla presenza di una persona in casa mia che può fare da testimone.Eseguite le misurazioni per un futuro piatto doccia in marmoresina, scelto “perché si può tagliare a misura” (e non è quindi confezionato su misura), per un vetro di sicurezza anche qui si tratta di prodotto standard che viene tagliato a misura, scelte le piastrelle, e l’asta doccia, e di uno scarico “speciale” (di cui non ritrovo traccia nel contratto…) mi viene presentata una spesa di 5000€, ridotta a 2500 € grazie alla detrazione IRPEF del 50% Dichiaro che non sono abituata a firmare di primo acchito e che ho bisogno di riflettere sulle scelte (anche estetiche) che mi vengono proposte. Qui scatta l’abilità di un venditore che:- Propone regali se firmo subito (climatizzazione – PC – smart tv oppure finanziamento 12 mesi a tasso zero) - Afferma che ho tempo per fare ulteriori modifiche in quanto i lavori non verranno eseguiti prima di giugno (mi va bene, poiché dichiaro non sarò di ritorno in casa prima di luglio). Ma naturalmente nel contratto si scopre che ogni variazione è soggetta a variazione di prezzo…- Di fronte alla domanda esplicita della persona presente con me, se esiste il diritto di recesso, l’agente risponde che entro 14 giorni tramite raccomandata AR, è possibile. Risposta che mi spinge, un po’ per stanchezza, a firmare varie pagine senza fare troppa attenzione perché immagino che un venditore corretto non mi fa firmare cose contrarie a quanto pattuito o convenuto a voce.Scelgo il finanziamento in 12 mesi, senza acconto quindi, e condivido il cedolino della mia pensione. Due giorni dopo il consulente mi chiama dicendo che COFIDIS (che nel frattempo mi ha mandato soltanto una mail di informativa Privacy) richiede un garante (con un cedolino pensione?), se posso cambiare modalità di pagamento. Ancora “fiduciosa” accetto il cambiamento e cerco di procedere con un bonifico di acconto che deve essere “parlante” per poter accedere ad agevolazioni fiscali. Consulto il mio geometra il quale mi fa sapere che la semplice sostituzione della vasca in doccia “non rientra negli interventi agevolabili fiscalmente per ristrutturazione edilizia” e nonostante le affermazioni del consulente e successivamente del servizio commerciale di Remail più volte contattato, udite udite, il virgolettato è esattamente, nero su bianco, quello che trovo scritto nel contratto d’appalto al punto 2) obblighi di informazione al paragrafo 4).Tutto ciò mi porta a spedire in data 24/03/2023 una lettera di recesso con raccomandata AR.Il servizio commerciale si mette in contatto con me per farmi notare che ho firmato il punto 8) e che non ho diritto al recesso contrariamente a quanto affermato dall’agente (in presenza di un testimone).Pur essendo in comunicazione e trattativa con il servizio commerciale, vengo contattata ogni giorno, (molestata?) da un altro servizio che vuole fissare la data di esecuzione dei lavori a maggio, perché l’agente (ma anche questa, mi si dice, è colpa mia) non ha scritto nel contratto che i lavori non si potranno eseguire prima della fine di giugno.Contesto dunque:- l’art 59 che esclude il diritto di recesso in quanto si tratta di materiale standard ridotto poi a misura- il comportamento del consulente che ha affermato il contrario di quanto mi ha fatto poi firmare quanto al diritto di recesso- la promessa di agevolazioni fiscali escluse nello stesso capitolato del Contratto d’Appalto- la richiesta repentina di cambiamento del metodo di pagamento- lo spingermi, nonostante la lettera di recesso, a fissare una data per dei lavori che, sia maggio o sia settembre, a questo punto neanche voglio più che vengano eseguiti in casa mia da parte della ditta Remail.