Buonasera, penso che la situazione che abbiamo vissuto ieri sera in stazione Centrale a Milano, debba essere resa nota per sperare che fatti del genere non accadano più o che chi di dovere si prenda le proprie responsabilità.Ieri sera ho accompagnato mia zia e le mie figlie 12enni in stazione perché dovevano partire per Taranto, dove si trovano in vacanza i nonni. Avevamo prenotato i biglietti con largo anticipo e avevamo scelto un viaggio in intercity notturno, con le cuccette da 4 posti. Ci sembrava una modalità comoda e sicura (e perché no, anche un'esperienza nuova per le ragazze molto più abituate all'aereo o all'auto per gli spostamenti estivi). Una delle mie figlie purtroppo è attualmente sotto chemioterapia ed è inutile dire quanto ha aspettato il via libera dei medici per poter andare al mare e quanto anche per noi questo viaggio rappresentasse un ritorno alla normalità dopo tanta fatica e sofferenza. Portava quindi con sé una borsa frigo con appositi panetti refrigeranti, contenente i medicinali che dovrà assumere nelle prossime settimane.Il treno sarebbe dovuto partire alle 21,15. Sui tabelloni alle 21,10 compare l'avviso del ritardo di 20 minuti e la comunicazione di un binario differente rispetto a quello usuale. Ad attenderlo con noi un tecnico in attesa anche lui di comunicazioni rispetto al treno in oggetto. Nell'aiutare le ragazzine e la zia a caricare i bagagli sul treno, ci rendiamo immediatamente conto che la temperatura a bordo non è umanamente sopportabile. Non funziona l'aria condizionata e in una delle giornate più calde dell'estate, risulta impossibile restare sul convoglio, anche per i pochi minuti necessari alla sistemazione delle valigie. Ci guardiamo attorno e ritroviamo il tecnico che prima aspettava con noi il treno, che sta provando a sistemare il danno ma dalla sua mimica e dalla gestualità, capiamo subito che non sembra una faccenda di facile risoluzione. Il problema è limitato solo alla nostra carrozza - 28 passeggeri-. Il resto del treno è correttamente raffrescato e nessuno si lamenta. I nostri 28 invece scendono perché davvero non è possibile restare a bordo, men che meno pensare di affrontare il viaggio in quelle condizioni. Il capo treno (che in tutta questa storia sarà sempre gentile e disponibile) ci comunica quello che già era evidente a tutti: c'è un guasto che si sta provando ad aggiustare, bisogna attendere. La temperatura è sempre insostenibile (sia al binario che sul treno), arrivano tecnici che telefonano ad altri tecnici, si avvicina il personale di bordo, il capotreno fa più telefonate per capire il da farsi. Passano i minuti e che la partenza non sia vicina, diventa palese. Iniziamo a chiedere quali potrebbero essere le soluzioni o le alternative se il danno non venisse aggiustato: ci vengono ventilate ipotesi vaghe che vanno dal rimborso del 25% del biglietto se avessimo accettato di viaggiare senza aria condizionata ad un forse si può partire domani ma per questo dobbiamo aspettare un addetto all'assistenza che, manco a dirlo, non si vede. Iniziamo a scaldare gli animi (perché i corpi più di così non è possibile). La prima ora passa così e credo che tutti i presenti avessero esaurito l'acqua portata. Arriva l'assistenza, finalmente! Soluzioni? Nessuna. Non ci sono altri posti disponibili né su questo treno, né sui successivi in partenza (né posti a sedere, né cuccette). Nel resto del treno però l'aria funziona, quindi ci dicono più volte: insomma, decidete: siete disposti a partire lo stesso oppure no? Se pensate di no, tirate giù i bagagli che poi pensiamo a come fare. Di sicuro vi rimborsiamo il biglietto!). Ma sì, certo...con i 40€ di rimborso di un biglietto preso con largo anticipo, forse riusciamo a mettere la benzina per tornare a casa. Ma scusate, e poi come partiamo? Mah, non sappiamo, non decidiamo noi, ma una soluzione la troveremo.... D'altronde con queste belle premesse perché non fidarsi? Nessuno tira giù i bagagli e pochi, giovani e in salute, affermano di essere disposti a partire anche nel carro bestiame rovente. Non noi, non mia figlia che non può permettersi di sentirsi male o di arrivare a destinazione con i farmaci deteriorati dal caldo.Non li assecondiamo e restiamo lì, in attesa di una comunicazione ufficiale che ci garantisca un viaggio sostitutivo: seduti, sdraiati, di giorno, di notte ma con una temperatura inferiore agli attuali 40 gradi!!!! Ci fanno arrivare l'acqua - questo va detto - ma soluzioni certe nulla.Arriva la polizia ferroviaria. Ci dicono, con calma e fermezza, che stiamo interrompendo un pubblico servizio e siamo passibili di denuncia. Di decidere cosa fare: o sul treno o giù i bagagli. Facciamo presente che il pubblico servizio non ci viene proprio offerto, che il treno è arrivato già con un guasto (e il tecnico infatti era già stato allertato!) ma con nessuna soluzione e nessuna proposta per noi. Intanto continua la sfilata del personale delle Frecce, del capotreno, di tecnici in supporto al tecnico e tutti telefonano ad entità non meglio specificate perché necessitano di autorizzazioni per poter decidere il da farsi. Nel mentre si fanno serenamente le 23. Alcuni passeggeri delle altre carrozze iniziano - giustamente - a lamentarsi. Finalmente un barlume di speranza: viene richiesta l'autorizzazione per aggiungere una carrozza dotata dell'extralusso da noi bramato. Certo, ci sarà da aspettare un'altra ora almeno, ma tra questo e il nulla cosmico, ci pare evidente la scelta. Se non che alle ore 23,30 circa un controllore mette mani laddove già ci avevano provato fior fiore di tecnici e miracolosamente riesce a fare ripartire l'impianto con un semplice reset! Si parte e si arriva con 117 minuti di ritardo (3 minuti dopo e ci sarebbe toccato il rimborso). È normale provare a fare partire 28 persone in una carrozza rovente, col serio pericolo che qualcuno possa stare male e senza che nessuno sia in grado di autorizzare una soluzione alternativa decente? Chi tutela il consumatore?