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Sanificare solo quando serve: l’ambiente ringrazia

Entro la fine dell'anno potremmo dover fare i conti con 440mila tonnellate di rifiuti derivanti da guanti e mascherine monouso. Senza contare il devastante impatto sull'ecosistema marino delle sostanze battericide e disinfettanti disperse, responsabili anche dell'aumento delle intossicazioni tra adulti e bambini. A pagare il prezzo del nostro eccesso di igiene è soprattutto l'ambiente, per questo motivo è meglio non esagerare.

  • contributo tecnico di
  • Silvia Bollani
  • di
  • Roberto Usai
04 giugno 2020
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  • Silvia Bollani
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  • Roberto Usai
Eccesso di igiene: i disastrosi effetti sull'ambiente

Mentre l'Italia affronta la sua ripartenza con la fase 3 dell'emergenza Coronavirus, l'utilizzo massiccio di disinfettanti, di mascherine e guanti monouso negli ultimi mesi inizia a mostrare i suoi primi effetti negativi sull'ambiente. Secondo gli ultimi dati Ispra, da qui a fine anno dovremo fare i conti con una mole impressionante di rifiuti derivanti da mascherine e guanti monouso: parliamo di cifre comprese tra le 160mila e le 440mila tonnellate. Oltre al problema di dover fronteggiare la dispersione di questi dispositivi, c'è poi quello meno visibile ma altrettanto preoccupante dell'impatto ambientale dei prodotti per disinfettare e igienizzare le superfici. Sul tema è intervenuto in audizione alla Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali anche Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. L'invito di Brusaferro è quello a non esagerare con i disinfettanti, perché sono i responsabili di effetti indesiderati se utilizzati in modo estensivo e intensivo: queste sostanze arrivano infatti negli scarichi, entrando di fatto in un ciclo. Ma allora qual è la giusta misura per pulire senza impattare eccessivamente sull'ambiente?

Sanificazione, attenzione ai prodotti

Per sanificazione si intende il complesso di operazioni e procedure di pulizia e disinfezione e mantenimento della buona qualità dell'aria. Ma quali prodotti è bene utilizzare? La prima distinzione da fare sui prodotti che vantano un'azione disinfettante battericida, fungicida o una qualsiasi altra azione che ha come obiettivo di distruggere o eliminare i microrganismi è se possono essere considerati presidi medico-chirurgici (detti PMC) oppure biocidi. Stando alle evidenze scientifiche, però, contro il Covid-19 gli unici prodotti che hanno efficacia dimostrata sono l'acol e l'ipoclorito di sodio, la comune candeggina, purché a concentrazioni ben definite: i disinfettanti devono contenere almeno il 70% di alcol o lo 0,1% di cloro (candeggina). Gli altri prodotti rischiano di impattare inutilmente sull'ambiente, senza avere per altro alcun effetto disinfettante.

Ambiente e salute: l'impatto dei disinfettanti

L'abuso di prodotti disinfettanti ha già avuto ripercussioni evidenti sulla nostra salute. Dall'inizio dell'emergenza Covid-19 le consulenze per intossicazione da uso di disinfettanti sono aumentate del 63% per gli adulti e del 135% per i bambini sotto i cinque anni. L'impatto ambientale è un altro aspetto da non sottovalutare: l'ipoclorito di sodio (candeggina) ha effetti molto negativi e persistenti sugli ambienti acquatici, dove danneggia alghe e pesci e interferisce sulla catena alimentare, esercitando effetti che durano nel tempo. Sia i presidi medico-chirurgici che le sostanze biocide attaccano indistintamente tutti i batteri che incontrano, esercitando un pessimo impatto sull'ambiente

Quali superfici devono essere disinfettate?

Secondo le indicazioni del CDC (Center for disease control and prevention), l'organismo che controlla la sanità pubblica negli Stati Uniti, può avere senso disinfettare oggetti di materiale duro e non poroso come vetro, metallica o plastica. Tra le superfici e gli oggetti di utilizzo frequente e che possono necessitare di una disinfezione quotidiana dopo la riapertura troviamo:

  • tavoli;
  • maniglie delle porte;
  • interruttori della luce;
  • maniglie;
  • scrivanie;
  • telefoni;
  • tastiere;
  • servizi igienici;
  • rubinetti e lavandini;
  • maniglie della pompa di benzina;
  • schermi tattili;
  • bancomat.
È necessario sanificare scuole, aree giochi, strade e uffici?

In fase di riapertura, per scuole o uffici che non sono stati frequentati negli ultimi sette giorni è sufficiente la normale pulizia ordinaria. Questo perché non esistono evidenze scientifiche che confermino che il Coronavirus possa sopravvivere sulle superfici per periodi più lunghi. In ambito italiano il DPCM del 26 aprile 2020 ha previsto, oltre alle pulizie giornaliere, anche 

  • Sanificazioni periodiche dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro (inclusi mouse, schermi touch e tastiere), spogliatoi, aree comuni e di svago;
  • Sanificazioni straordinarie degli ambienti di lavoro, delle postazioni e delle aree comuni in cui si sono registrati casi di infezioni da Covid-19 e, comunque, in fase di riapertura delle aziende nelle aree geografiche maggiormente colpite dalla pandemia.

Nelle aree esterne non è necessaria un'operazione di disinfezione, è sufficiente una normale pulizia ordinaria. Mancano evidenze sull'efficacia di disinfettare marciapiedi e i parchi: non è dimostrato che queste operazioni riducano il rischio di infezione da Covid-19. L'uso di disinfettanti può essere sicuro (ed efficace) su superfici dure all'aperto e per oggetti che vengono frequentemente toccati da un alto numero di persone. 

Quali accorgimenti seguire per le pulizie in casa?

Per le pulizie domestiche, in alcuni casi è sufficiente una pulizia con acqua e sapone: parliamo di superfici e oggetti che non vengono toccati di frequente e per cui non è necessario ricorrere a una disinfezione. Materiali morbidi o porosi, oggetti come tappeti o moquette devono essere lavati seguendo le indicazioni riportate sulle etichette. Nel nostro speciale trovi tutti i consigli per una corretta pulizia della casa

In una situazione domestica standard, sterilizzare oggetti o superfici di uso quotidiano con il vapore non è tecnicamente possibile. Per il Coronavirus ci si aspetta una resistenza a temperature simili a quella evidenziata per altri virus, quindi che venga annientato a 70° C. Il vapore acqueo a 100° C, perciò, tecnicamente sarebbe capace di uccidere il virus, ma sanificare ambienti con strumenti a vapore è una procedura tutt'altro che semplice. Bisogna considerare anche che per avere una reale sterilizzazione la temperatura e i tempi di contatto con le superfici devono essere costanti e standardizzati, operazioni piuttosto complesse da svolgere in ambito domestico.

Ozonizzatori e lampade UV sono un valido strumento?

Usare un generatore di ozono in casa potrebbe addirittura avere effetti negativi sulla salute, come abbiamo spiegato in questa recente news sui sistemi per purificare l'aria in casa. L’ozono è una sostanza ossidante e la sua presenza tra le mura domestiche andrebbe ridotta al minimo. Utilizzare un generatore di ozono in casa non serve a rendere l’aria di casa più salubre e sterile: non offre nessuna protezione in più rispetto alla diffusione del coronavirus. Anzi, concentrazioni anche basse di ozono nell’aria potrebbero dare effetti negativi in categorie sensibili.

Tecnicamente, invece, la luce a UVC delle lampade sterilizzanti ha frequenze e intenstità in grado di uccidere virus e batteri nell'aria o che sono presenti su superfici e indumenti. Attenzione però, perché per avere funzione di pulizia, igienizzazione o disinfezione, la potenza della luce e il tempo in cui le superfici sono esposte sono fondamentali e ne determinano l'efficacia d'azione. Per questo motivo molti di questi apparecchi disponibili sulle piattaforme ecommerce online potrebbero non avere le caratterstiche giuste per essere realmente efficaci. Ultima, ma non ultima, consideriamo che queste lampade sono a tutti gli effetti RAEE: vanno quindi smaltiti correttamente come un rifiuto elettrico.