Alopecia Areata: come riconoscerla e come trattarla
Quando la perdita di capelli è improvvisa, molto localizzata, grande come una moneta o a chiazze, è molto probabile si tratti di alopecia areata. È una forma di perdita dei capelli diversa da quelle più comuni e va tratta in modo specifico. Ecco come riconoscerla e come curarla.

Tra le varie tipologie di perdita di capelli, l’alopecia areata si caratterizza per il suo manifestarsi improvviso, per l’intensità della caduta e per l’aspetto che assume, con chiazze di cute ben definite e completamente glabre. Può colpire la chioma, la barba e le altre aree del corpo coperte da peli, comprese ciglia e sopracciglia. Tende a guarire da sola, ma in alcuni casi può essere molto grave o ricorrente. Per fortuna ci sono alcuni trattamenti farmacologici che possono aiutare la ricrescita. Vediamo come riconoscerla e come curarla.
Caratteristiche dell’alopecia areata
L’alopecia areata è caratterizzata da un'improvvisa perdita "a chiazze" dei capelli. È di norma asintomatica, ma a volte può essere preceduta da prurito o bruciore. Alcune caratteristiche permettono di riconoscerla abbastanza chiaramente:
- La forma dell’alopecia. La perdita, come suggerisce il nome, può disegnare sulla cute un'area glabra di forma rotonda o ovale, dall’apparenza regolare e ben marcata. Quando interessa più zone, la perdita si manifesta con chiazze calve sulla chioma. L’estensione dell’alopecia è molto variabile: si va da aree grandi quanto una moneta, a situazioni in cui più chiazze di perdita progrediscono confluendo in un’unica grossa chiazza di forma irregolare. In alcuni casi, l’alopecia areata non crea chiazze circolari, ma comporta una caduta dei capelli a livello dei bordi della chioma, dalla nuca alla fronte. In questi casi si parla di ofiasi, dal greco ophis (serpente). Se la caduta invece risparmia attaccatura e bordi, ma coinvolge il resto della chioma – si parla di "ofiasi inversa” o “sisaifo”, ma si tratta di un’evenienza ancora più rara.
- La velocità della perdita. I capelli cadono improvvisamente e in maniera rapida, in un lasso di tempo che può andare da qualche giorno a qualche settimana. Questo distingue l’alopecia areata da altre tipologie di perdita, che hanno un decorso lento, più o meno progressivo, o periodico.
- Le aree coinvolte. L’alopecia areata può colpire in qualunque punto del cuoio capelluto, ma può anche riguardare i peli della barba, delle ascelle, del pube, o colpire le ciglia e le sopracciglia. A volte un’alopecia areata nella barba può anticipare la comparsa di un’alopecia areata sulla chioma, ma spesso rimane un episodio a sé.
- L’aspetto della cute. La pelle coinvolta ha un’apparenza normale, a parte l'essere priva di capelli. Non ci sono segni di infiammazione, né aspetto cicatriziale. La perdita dei capelli nell’area può essere totale, lasciando la cute completamente glabra, oppure lasciare alcuni radi capelli dall’aspetto irregolare, a volte dal classico aspetto a “punto esclamativo”, perché hanno l’estremità radicata più fine di quella emergente. Si tratta di capelli corti e rotti, estraibili dalla cute con una trazione minima, segno di una disfunzione nella produzione del capello. Per lo stesso fenomeno, possono comparire punti neri o gialli. In alcuni casi, l’alopecia areata si associa ad anomalie di vario tipo delle unghie.
- Reversibilità. In buona parte di casi il problema è solo passeggero, anche se lento a risolversi e tendente a ripresentarsi. Alopecie areate ben localizzate guariscono spontaneamente nel corso di un anno in circa la metà dei casi. La ricrescita a volte inizia con la comparsa di sottili peli bianchi.
- Cronicità. Per alcune persone però si tratta di un problema cronico. Chiazze di alopecia persistente possono coesistere con aree in via di guarigione. Ricadute e scarse chance di guarigione sono più probabili tra chi soffre di alopecia areata fin dall’infanzia, tra chi ne soffre da più di un anno, in caso di ofiasi o di caduta molto estesa e in chi ha una predisposizione familiare.
- Età e frequenza. L’alopecia areata affligge circa l’1-2% delle persone nel corso della loro vita. Il disturbo si verifica più o meno con la stessa frequenza nei maschi e nelle femmine. Possono soffrirne bambini, adolescenti e adulti.
- Stagionalità. Non è chiaro se ci sia una stagionalità nel ripresentarsi degli episodi di alopecia areata in chi è predisposto, anche se i dati disponibili suggeriscono che i mesi freddi potrebbero essere quelli che più favoriscono il problema.
Cause dell’alopecia areata
Al contrario delle più comuni tipologie di perdita dei capelli, l’alopecia areata ha un’origine autoimmune. Non se ne conoscono le ragioni, ma la perdita è innescata da una reazione infiammatoria rivolta contro le cellule del follicolo pilifero. I follicoli piliferi nella fase di crescita (anagen) passano così prematuramente alla fase di arresto della crescita (catagen) e di riposo (telogen). Questo non provoca la distruzione permanente del follicolo, ma causa la perdita improvvisa e coordinata dei capelli (o dei peli) nell’area colpita e all'inibizione della loro ricrescita.
Non è affatto chiaro il perché di questa reazione autoimmune. Normalmente le strutture del nostro organismo vengono ignorate dal sistema immunitario, ma in questo caso alcuni meccanismi non ancora chiari portano il sistema immunitario a considerare le cellule dei follicoli (o parte di esse) degli elementi estranei da colpire. Gli studi sui gemelli e sulle famiglie affette da alopecia areata suggeriscono che ci sia una certa predisposizione di fondo e che l’alopecia areata condivida caratteristiche genetiche e meccanismi biologici con altre malattie autoimmuni. Alcune malattie sono state associate ad un maggior rischio di alopecia areata, come la vitiligine, il lupus eritematoso, la psoriasi, la dermatite atopica e la rinite allergica. Anche le malattie autoimmuni della tiroide si associano ad un maggior rischio di sviluppare delle alopecie areate. Infezioni, farmaci, vaccini, eventi traumatici, sono tutti stati additati quali fattori innescanti, ma ad oggi non ci sono prove chiare. Alcuni pazienti -ma non tutti - riferiscono di aver vissuto un grave stress di tipo emotivo prima della perdita, ma il ruolo di questo fattore non è ancora chiaro.
Alopecia areata e le altre cause di perdita dei capelli
L’alopecia areata è un fenomeno molto diverso dalle altre tipologie di perdita di capelli, come la nota alopecia androgenetica – che colpisce l’uomo, ma anche la donna – o come il più comune telogen effluvium. Nell’alopecia androgenetica, la perdita trova ragione in una certa predisposizione genetica e nel ruolo degli ormoni, la cui azione determina una progressiva e irreversibile miniaturizzazione del follicolo pilifero e del capello prodotto, e il diradamento della chioma. Nel caso dell’effluvium, invece, la perdita è temporanea, legata ad un evento stressante (grave malattia, intervento chirurgico, dieta drastica, forte stress emotivo...) che ha portato molti più capelli del normale a sincronizzarsi sulla fase di riposo e di espulsione del capello. Rimosso o risolto il fattore stressante, i capelli tornano a crescere normalmente, a meno che l’effluvio non si cronicizzi. Ne parliamo più approfonditamente nel contenuto sulla caduta dei capelli nelle donne.
Alopecia areata, totalis e universalis
L'estensione di un'alopecia areata può variare molto: si va da perdite molto localizzate in un'area grande come una moneta, ad altre che coinvolgono aree più grandi, a situazioni in cui le singole chiazze di perdita progrediscono fino a confluire in un'unica grossa chiazza. In alcuni casi, l'alopecia a chiazze assume un carattere ancora più grave: quando la perdita coinvolge la totalità del cuoio capelluto si parla di alopecia totalis, mentre quando coinvolge tutte la superficie corporea si parla di alopecia universalis. Circa il 10% dei pazienti con alopecia a chiazze progredisce verso l'alopecia totale o l'alopecia universalis. Perdite così estese solitamente sono definitive, in quanto non responsive ai trattamenti disponibili.
Trattamenti medici per l'alopecia areata
Il decorso dell'alopecia areata non è prevedibile. Poiché la ricrescita spontanea dei capelli è un evento comune, la vigile attesa è una strategia che si può considerare nei casi in cui l’area coinvolta dalla perdita è molto ridotta e ben delimitata. Circa il 50% delle persone che presentano limitate chiazze di perdita si riprenderà spontaneamente entro un anno. Una terapia farmacologica può comunque essere iniziata se non si vedono segni di miglioramento o se si vedessero segni di peggioramento. I farmaci disponibili cercano di inibire la reazione autoimmune contro il follicolo e di stimolare la ricrescita dei capelli, ma in molti casi la ricrescita spontanea maschera l'inefficacia della terapia. Se la perdita è molto estesa, e magari coinvolge tutto il capo o tutto il corpo, è più difficile che si guarisca, anche ricorrendo ad una delle terapie farmacologiche disponibili.
Le terapie disponibili: cortisonici, immunoterapia e immunosoppressori
Data la natura autoimmunitaria della malattia, le terapie esistenti mirano a sopprimere l’azione dannosa del sistema immunitario. Il trattamento varia a seconda dell’estensione dell’alopecia.
Perdite localizzate o limitate. In questi casi si ricorre a farmaci cortisonici (o corticosteroidei) iniettati nel cuoio capelluto, a livello dell’area interessata dalla perdita, oppure somministrati localmente, sotto forma di soluzione o crema da spalmare sull'area affetta. Quest’ultima è una soluzione che si può adottare nel caso di bambini e ragazzi che mal tollerare l’iniezione nel cuoio capelluto. I cortisonici sono il trattamento iniziale per i pazienti con aree di alopecia areata che non superino la metà del cuoio capelluto. Seppur limitate, ci sono prove che il trattamento con corticosteroidi sia efficace nella maggioranza dei pazienti - almeno nel breve periodo - e sicuro. In associazione con i farmaci cortisonici può essere prescritto anche l’uso del minoxidil, un farmaco ad uso locale da applicare sulla cute, indicato anche per il trattamento dell’alopecia androgenetica. Il minoxidil promuove la riscrescita stimolando e allungando la fase di crescita del capello. La sua efficacia è però limitata e di solito non è efficace nel caso di alopecie areate gravi o estese. Anche il latanoprost potrebbe avere un’azione utile, ma i dati sono al momento molto limitati. Si tratta di un farmaco normalmente usato nel trattamento del glaucoma, che ha mostrato (come effetto collaterale) di stimolare l’allungamento e l’irrobustimento delle ciglia. Il latanoprost riuscirebbe a portare i follicoli nella fase di crescita, prolungandola nel tempo. In questo caso non si usa la formulazione in collirio indicata per il glaucoma, ma una formulazione galenica apposita da applicare su una zona di perdita limitata. Potrebbe quindi essere potenzialmente utile anche nel caso dell’alopecia areata di ciglia e sopracciglia.
Perdite estese a più del 50% dello scalpo. Nel caso di perdite estese, si possono effettuare delle terapie per contrastare la risposta autoimmune (con corticosteroidi e altri farmaci immunosoppressori ad uso orale) delle immunoterapie stimolanti, in cui un agente irritante viene applicato sulla cute per indurre una lieve dermatite, alla quale segue la ricrescita dei capelli.
Cortisonici per l’alopecia areata: iniezioni, farmaci ad uso topico e ad uso orale
L’iniezione di cortisonici (o corticosteroidei) a livello dell’area di perdita è la terapia di riferimento negli adulti con chiazze di perdita isolate. I pazienti con alopecie che coinvolgono meno del 25% del cuoio capelluto sono i migliori candidati, perché il trattamento di aree estese richiede un numero elevato di iniezioni, non sempre tollerabili. Il farmaco viene iniettato sotto cute in dosi diverse a seconda della posizione delle lesioni (cuoio capelluto, sopracciglio o barba) e della loro estensione. Se necessario, l'area interessata può essere pretrattata con una crema anestetica ad uso locale. La ricrescita è solitamente visibile entro sei-otto settimane. Il trattamento può essere ripetuto se necessario ogni quattro-sei settimane e viene interrotto una volta completata la ricrescita. Se non vi è risposta dopo sei mesi, il trattamento deve essere interrotto e possono essere tentati trattamenti alternativi. Gli effetti indesiderati sono per lo più locali se i farmaci sono usati a bassi dosaggi e includono l’assottigliamento della cute (che si risolve nel corso di qualche mese), la perdita di pigmentazione e la comparsa di teleangectasie (cioè la dilatazione antiestetica dei vasi sanguigni cutanei).
I bambini, ma i generali pazienti che non tollerano le iniezioni, possono essere trattati con cortisonici ad uso locale, sotto forma di creme o lozioni da applicare quotidianamente nell’area interessata. La risposta al trattamento deve essere valutata dopo tre mesi di utilizzo. Se a questo punto i pazienti non hanno la ricrescita dei capelli, il trattamento deve essere interrotto e devono essere prese in considerazione terapie alternative. Per i pazienti che hanno la ricrescita dei capelli, il trattamento può continuare riducendo gradualmente l’applicazione nei mesi successivi. Se l’alopecia coinvolge la barba, la terapia deve essere valutata dopo 6 settimane di applicazione, perché l’uso di cortisonici sulla pelle del viso può avere effetti indesiderati marcati. Analogamente ai corticosteroidi iniettati, infatti, la terapia topica può dare atrofia della cute e ipopigmentazione.
Farmaci cortisonici da assumere per bocca sono occasionalmente prescritti per brevi periodi di tempo a persone che stanno vivendo una rapida ed estesa perdita di capelli. Sebbene questi farmaci possano rallentare la caduta dei capelli e indurre la ricrescita, il trattamento a lungo termine non è raccomandato a causa del rischio di effetti collaterali gravi. La perdita dei capelli può ripresentarsi quando i pazienti interrompono il trattamento.
Immunoterapia e immunosoppressione per l’alopecia areata
Chi soffre di una perdita riconducibile all’alopecia areata e che si estende a più della metà del cuoio capelluto, così come a chi soffre di una perdita più limitata ma che non risponde al trattamento con farmaci corticosteroidei, può essere trattato con altre terapie, come l’immunoterapia locale oppure farmaci immunosoppressori ad uso orale.
Immunoterapia locale
L’Immunoterapia locale prevede un’attenta e ripetuta applicazione di un agente irritante o allergizzante a livello della zona interessata dalla perdita dei capelli. Anche se il meccanismo immunologico sottostante non è stato ancora chiarito, l’immunoterapia può stimolare la ricrescita dei capelli causando una lieve dermatite da contatto. I limitati dati clinici disponibili dicono che il trattamento è efficace solo in una minoranza dei casi, di solito meno gravi. Il trattamento dovrebbe dare i suoi frutti a circa tre mesi dal suo inizio; se invece non ci sono miglioramenti dopo 6-12 mesi, viene di solito interrotta. L’interruzione è prevista anche quando la dermatite indotta dall’immunoterapia non è ben tollerata.
Immunosoppressione
Oltre a farmaci cortisonici per bocca per brevi periodi di tempo, altri farmaci con azione immunosoppressiva possono essere utilizzati per periodi più lunghi. Il farmaco immunosoppressore baricitinib, oltre che indicato per il trattamento dell’artrite reumatoide in fase attiva e della dermatite atopica moderata o severa, può essere usato per il trattamento degli adulti affetti da alopecia areata severa. Si tratta di una terapia da assumere per bocca in modo continuativo, che può essere associata o meno all’uso di cortisonici ad uso locale o ad uso orale, o all’uso del minoxidil. L’efficacia superiore al placebo è stata dimostrata in studi clinici che hanno portato all’approvazione del trattamento per l’uso nell’adulto, mentre nei bambini e adolescenti ci sono dati ancora limitati. Purtroppo solo una minoranza dei pazienti risponde in modo soddisfacente al trattamento. Se non sono evidenti dei benefici dopo 6 mesi, la terapia va sospesa, anche perché comporta effetti indesiderati anche gravi, come infezioni, tumori e problemi cardiovascolari.
Oltre a baricitinib, ci sono altre terapie farmacologiche che agiscono in modo simile e che hanno simile potere immunosoppressivo che possono essere utilizzate in chi non ha risposto a questo trattamento. Anche immunosoppressori più tradizionali, come il metotrexato, l’azatioprina e la ciclosporina possono essere impiegati in caso di gravi alopecie areate, seppur ci siano limitate prove della loro efficacia e sicurezza.
Laser, fototerapia e plasma ricco di piastrine
Oltre alle terapie farmacologiche, vari trattamenti sono citati in letteratura, come l’uso del laser a eccimeri, la fotochemioterapia o l’iniezione di plasma arricchito di piastrine, ma i dati a disposizione sono molto limitati e non permettono di stabilire se questi trattamenti siano chiaramente efficaci, in quali casi, e se siano sicuri.
Integratori in caso di alopecia areata: sono utili?
Nel caso dell’alopecia areata, gli integratori non hanno un ruolo importante. Ci sono studi in cui la supplementazione di zinco si è dimostrata utile in caso di alopecia areata, ma solo in pazienti carenti di zinco. La grave carenza di zinco è infatti una riconosciuta causa di perdita di capelli più o meno diffusa. Per questo motivo l’Efsa, l’agenzia per la sicurezza degli alimenti, in un parere espresso nel 2010, ha riconosciuto il ruolo dello zinco nel mantenimento del normale stato di cute e capelli (autorizzando quindi il claim sul “contributo al mantenimento di una chioma normale” ma anche di unghie e pelle normali). L’Efsa stessa però riconosce che non ci sono prove che la popolazione abbia un’assunzione inadeguata di zinco attraverso la dieta e che sia così comune osservare carenze di zinco tali generare una perdita di capelli e peli. Anche la carenza di vitamina D è stata indicata come possibile causa di alopecia areata, ma a parte il riscontro di bassi livelli di vitamina D tra le persone affette, non ci sono prove che l’assunzione di vitamina D guarisca l’alopecia areata.
Queste considerazioni valgono anche per altri minerali, per le vitamine e per vari estratti vegetali contenuti in integratori e fiale per la perdita di capelli, in quanto spesso le sostanze proposte non hanno mostrato di essere utili se non di fronte ad una evidente carenza (che però di solito si manifesta anche con altre alterazioni) oppure si sono dimostrate utili in laboratorio su modelli animali, ma non ancora nell’uomo.
Nel nostro speciale sui prodotti anticaduta per capelli vi spieghiamo le situazioni in cui un’integrazione potrebbe essere d’aiuto, senza però riporre molte speranze (e denaro).