Costi ticket sanitari: salvo (per adesso) il nuovo tariffario del 2025. Ecco cosa prevede
Resta in vigore (per il momento) il nuovo tariffario delle cure e prestazioni garantite ai cittadini operativo dal 2025. Il Tar ha accolto alcuni ricorsi da parte di strutture sanitarie private contrarie alle tariffe entrate in vigore col 2025; le tariffe, considerate dal Tar illegittime, rimangono però in vigore fino al settembre 2026 in attesa di una ridefinizione. Per un anno, quindi, non cambia il valore dei ticket. Nel frattempo, alcuni esempi per capire quanto si paga ora e se ci sono stati rincari per i cittadini.

In questo articolo
- Spese a carico del cittadino: quanto sono cambiate
- Prima visita
- Visita di controllo
- Elettrocardiogramma
- Radiografia al torace
- Ecografia all’addome inferiore
- Analisi di laboratorio
- Fino a quando restano in vigore le attuali tariffe dei ticket
- Visite ed esami: cosa cambiava da gennaio 2025
- Ticket sanitari: da gennaio uguali in tutta Italia
- Ticket massimo: nessun cambiamento
Dopo mesi di polemiche e vari ricorsi al Tar, è arrivata la parola fine sulla diatriba attorno alle tariffe per esami e visite mediche erogate dal Servizio sanitario nazionale. La vicenda era iniziata nell’aprile 2023 con una prima proposta, rimasta bloccata per oltre un anno e mezzo ed entrata in vigore alla fine del 2024 solo dopo alcuni ritocchi alle cifre. Ma già a gennaio 2025 le nuove tariffe sono state rimesse in discussione da un ricorso presentato al Tar del Lazio da parte di alcune strutture sanitarie private, che le ritenevano economicamente insostenibili. I giudici amministrativi hanno accolto in parte le loro ragioni, rilevando carenze nell’istruttoria che aveva portato a fissarle, e hanno quindi annullato il tariffario, concedendo però un anno di tempo al Ministero della salute per predisporne uno nuovo. Fino a settembre 2026, dunque, restano in vigore le tariffe di rimborso e i relativi ticket a carico dei cittadini, già aggiornati e applicati in tutte le regioni dal 2025.
Ma che cosa prevede il nomenclatore tariffario in vigore dal 2025? Se fino alla fine del 2024 erano validi i nomenclatori tariffari regionali (ognuna aveva il suo), da gennaio 2025 il tariffario è diventato unico a livello nazionale: questo si è tradotto nell’applicazione dello stesso ticket in ogni regione, cosa che non accadeva da qualche lustro. Vediamo allora cosa è cambiato per il cittadino e quanto si spenderà per visite ed esami fino al settembre 2026, quando le tariffe cambieranno di nuovo.
Spese a carico del cittadino: quanto sono cambiate
Nel corso degli anni, in assenza di un coordinamento nazionale, le Regioni hanno aggiornato in piena autonomia gli elenchi degli esami e delle visite offerte dal servizio sanitario nazionale (risalente addirittura al 1996) adeguandone le circa 2000 voci e rispettive tariffe agli sviluppi della medicina e all’andamento del mercato. Questa deriva ha però creato tanti tariffari quante sono le Regioni e le Province autonome italiane e ticket più o meno differenti per le varie prestazioni. Ora, con un unico tariffario a livello nazionale, dal 2025 i cittadini pagano un ticket dello stesso importo per lo stesso esame o visita medica in tutta la penisola, seppur rimangono alcune importanti differenze.
Vediamo nel dettaglio come i nuovi importi in vigore dal 2025 hanno cambiato i ticket per alcuni esami e visite molto comuni, confrontandoli con i tariffari regionali in vigore fino al 2024.
Prestazione | Media tariffe regionali (fino al 31/12/2024) |
Nuova tariffa nazionale (dal 1/1/2025) |
Variazione media |
---|---|---|---|
Prima visita specialistica | 24,12 € | 25 € | +3,6% |
Visita di controllo | 15,78 € | 17,90 € | +13,5% |
Elettrocardiogramma | 12,60 € | 11,60 € | -3,8% |
Radiografia del torace | 17,61 € | 15,45 € | -12,3% |
Ecografia addome inferiore | 38,35 € | 37,80 € | -1,4% |
Prima visita
La tariffa per la prima visita specialistica prima variava da 20,5€ (in Veneto) fino a 50€ (in Valle d’Aosta, di cui però il cittadino pagava solo il ticket massimo, pari a 36,15). A parte gli estremi che sfasano la media, nella maggior parte delle regioni italiane le prime visite avevano queste due tariffe:
- 20,66€, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Sardegna
- 22€, in Campania, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria, gruppo a cui aggiungiamo la Lombardia (22,5€) e l’Emilia Romagna (23€).
Si tratta di cifre che il cittadino copre interamente con il ticket, che nella maggioranza delle regioni ha un tetto di contribuzione massimo per ricetta fissato a 36,15€.
Con le tariffe in vigore dal 2025 il ticket per la prima visita ammonterà a 25€, un aumento di tre-quattro euro per molte Regioni. Solo i cittadini del Friuli che ieri pagavano ben di più (29€) o del Trentino (36,15€), hanno invece visto un risparmio significativo.
Bisogna però considerare che il nuovo nomenclatore delle prestazioni ha introdotto delle distinzioni di tariffa per alcune visite specialistiche: ad esempio, la prima visita cardiologica ha un ticket pari a 34€ (perché include sempre l’elettrocardiogramma) mentre la prima visita otorinolaringoiatrica (che può prevedere esami strumentali) costa 26,20€.
Torna all'inizioVisita di controllo
Fino al 2024, il ticket per la visita di controllo (per tutte le specialità) variava da 12,91€ (in 5 regioni) a 25€ (in Trentino Alto Adige). Buona parte delle Regioni nel corso del 2024 aveva aggiustato al rialzo la tariffa, alzando l’importo da 12,91€ a 16,2€. Purtroppo, dal 2025 l’importo del ticket è stabilito a 17,90€, cioè la tariffa praticata da anni in Lombardia e in Emilia-Romagna (dove era da tempo fissata a 18 euro): per molti cittadini quindi il ticket per la visita di controllo ha avuto un aumento di poco meno di due euro, mentre è stato di cinque euro per i residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria e Sardegna.
Torna all'inizioElettrocardiogramma
Il ticket per l’elettrocardiogramma era già piuttosto uniforme tra le Regioni: la grande maggioranza nel 2024 applicava un ticket del valore di 11,62€, con poche eccezioni al rialzo, tra cui Toscana (13€) e Friuli (15€). Questa uniformità, esistente da anni, è proseguita anche nel 2025 con la stessa tariffa per tutti: 11,62€. Ciò significa che dal 2025 la maggioranza dei cittadini non ha visto alcuna differenza allo sportello.
Torna all'inizioRadiografia al torace
Il ticket per la lastra al torace, fino al 2024, ammontava a circa 15,5€ nella grande maggioranza delle Regioni, con punte verso l’alto in Emilia Romagna, Sardegna e Trentino (dove superava i 18€), Veneto e Friuli (25€) e Toscana (26€). Dal 2025 queste tariffe si sono allineate alla tariffa più bassa: 15,45€. Il ticket è divenuto quindi più economico, con un risparmio di quasi dieci euro per i concittadini di Veneto, Friuli e Toscana.
Torna all'inizioEcografia all’addome inferiore
Le vecchie tariffe regionali del 2024 erano molto variabili: da 32€ (in sei regioni) a 67€ in Veneto (dove però i cittadini pagavano solo il ticket massimo per ricetta, pari a 36,15 euro). Il valore più frequente tra le regioni era quello di 37,8€, un importo che già corrispondeva a quanto previsto per la revisione del tariffario nazionale. Dal 2025, infatti, la tariffa nazionale assegnata a questo esame è di 37,8€, ma i cittadini pagano comunque un importo diverso a seconda della regione in cui si trovano.
La fastidiosa stortura, per questa e per altre prestazioni, sta infatti nel tetto massimo di contribuzione per ogni ricetta, che nella gran parte delle regioni è fissato a 36,15€, mentre in altre (come Sardegna, Marche, Lazio, Campania e Calabria) è fissato dieci euro più in alto. Ciò significa che in alcune regioni, l’ecografia all’addome inferiore richiederà un ticket di 36,15€ (cioè il ticket massimo per ricetta), mentre nelle regioni in cui il contributo massimo è superiore, i cittadini pagheranno in pieno la tariffa dell’esame, cioè 37,8€.
Analisi di laboratorio
Consideriamo infine una batteria di analisi di laboratorio. In questa simulazione includiamo esami molto comuni, come la misurazione di colesterolo e trigliceridi nel sangue, la glicemia, l’emocromo, la VES e l’analisi delle urine, per un totale di 8 prestazioni (compreso il prelievo) che possono essere prescritte tutte nella stessa ricetta.
Prestazione | Media tariffe regionali (fino al 31/12/2024) |
Nuova tariffa nazionale (dal 1/1/2025) |
Variazione media |
---|---|---|---|
Prelievo di sangue venoso | 3,31 € | 3,80 € | +0,49% |
Colesterolo HDL | 1,88 € | 1,80 € | -0,08% |
Colesterolo totale | 1,36 € | 1,20 € | -1,16% |
Glucosio [S/P/U/dU/La] | 1,31 € | 1 € | -0,31% |
Trigliceridi | 1,60 € | 1,10 € | -0,5% |
Emocromo | 3,32 € | 3,15 € | -0,17% |
VES | 1,68 € | 1,80 € | +0,12% |
Esame urine completo | 2,65 € | 2,55 € | -0,1% |
TOTALE RICETTA | 17,12 € | 16,40 € | -0,72% |
Tenendo conto delle varie tariffe stabilite dalle Regioni per ognuna di queste voci, nel 2024 un cittadino con questa ricetta pagava un ticket totale che variava da 14,45€ a 23,10€. In metà delle regioni si pagava un ticket totale inferiore ai 15 euro, mentre in regioni come la Basilicata, l’Emilia Romagna, il Friuli, la Sardegna, la Toscana e il Trentino questa ricetta cumulava un ticket superiore ai 20 euro.
Dal 2025 si vede un risparmio solo nelle regioni dove gli esami del sangue erano piuttosto cari, mentre il resto dei cittadini ha visto un piccolo rincaro, in quanto le nuove tariffe comportano un ticket totale di 16,40€: ciò si traduce in un paio di euro in più per chi abita in Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia e Umbria. Avranno avuto invece un risparmio di qualche euro le regioni più care, tra cui vanno aggiunte la Lombardia e il Veneto (dove l’importo nel 2024 era pari a 18€).
Torna all'inizioFino a quando restano in vigore le attuali tariffe dei ticket
Le attuali tariffe nazionali erano attese fin dal 2017, anno in cui sono stati ridefiniti i Livelli essenziali di assistenza (Lea), cioè l’insieme delle prestazioni sanitarie - dagli screening oncologici alle vaccinazioni, dagli esami e visite specialistici all’assistenza di medici di famiglia e pediatri, agli interventi chirurgici, e così via - che il Servizio sanitario nazionale è tenuto ad erogare ai propri cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, il ticket.
Senza tariffe, infatti, i Lea erano rimasti sulla carta: prima serviva stabilire quanto remunerare ospedali, ambulatori e laboratori pubblici e privati accreditati per le varie prestazioni, soprattutto per quelle nuove, elencate dai nuovi Lea. E di conseguenza, stabilire quale ticket dovessero pagare i cittadini. Così i Lea stabiliti nel 2017 sono rimasti congelati per più di 7 anni, con i cittadini in attesa di poter accedere alle stesse prestazioni, alle stesse condizioni, su tutto il territorio.
Dopo un tira e molla durato mesi, l’intesa tra Stato e Regioni aveva fissato al 30 dicembre 2024 l’entrata in vigore delle nuove tariffe su tutto il territorio nazionale: dal 2025 l’Italia avrebbe così avuto dei Lea “nazionali” e un tariffario finalmente concordato e valido ovunque. Ma forse sarebbe meglio usare il condizionale: il ricorso al Tar di laboratori e ambulatori privati ha infatti subito messo in discussione le nuove tariffe di rimborso degli esami, ritenute insufficienti per coprire i costi e problematiche per la tenuta degli operatori sanitari più piccoli, per i quali gli importi stabiliti non sarebbero stati sostenibili. Il Tar ha in parte accolto le ragioni dei privati, riscontrando gravi carenze nel modo in cui sono state stabilite le tariffe, annullando il tariffario e dando un anno di tempo al Ministero per ridefinire le cifre insieme agli operatori del settore.
Le attuali tariffe e i ticket associati restano quindi in vigore fino a settembre 2026, sempre che nel frattempo non cambi qualcosa.
Torna all'inizioVisite ed esami: cosa cambiava da gennaio 2025
Con la definizione di nuove tariffe valide a livello nazionale, non solo si azzeravano le differenze tra regioni in termini di ticket e tariffe di rimborso, ma divenivano prescrivibili nuove visite, i nuovi esami e i trattamenti aggiuntivi previsti dalla revisione Lea del 2017.
Nuove prestazioni a uguali condizioni in tutte le Regioni
La revisione dei Lea, cioè dei Livelli essenziali di assistenza, aveva più obiettivi: da un lato rendere uniforme l’offerta di assistenza sull’intero territorio nazionale, riducendo le differenze venute a crearsi tra le regioni. Dall’altro lato, fare ordine tra gli esami, le visite e i trattamenti offerti dal servizio sanitario eliminando prestazioni diagnostiche e terapeutiche ormai obsolete (la prima definizione dei Lea era del 2001) per introdurne di nuove.
Tra le novità vi erano:
- l’introduzione a livello nazionale delle procedure di PMA, la procreazione medicalmente assistita, fino ad oggi erogata solo in regime di ricovero e con importanti differenze in termine di accesso al servizio e costo del ticket tra le Regioni;
- la consulenza e l’indagine genetica per determinate malattie con componente ereditaria;
- alcune prestazioni ad elevato contenuto tecnologico (come l’adroterapia) o di tecnologia recente (come l’enteroscopia con microcamera ingeribile o la radioterapia stereotassica) che grazie all’innovazione tecnologica possono essere erogate in regime ambulatoriale.
Nel caso delle visite specialistiche o degli esami di diagnostica, in più casi la revisione delle prestazioni ha portato ad una maggiore precisione nella definizione e contenuto della prestazione: per esempio, se una prima visita cardiologica era genericamente indicata come “prima visita” senza ulteriori specificazioni, ora viene indicata chiaramente come “prima visita cardiologica” e viene precisata l’inclusione di un elettrocardiogramma nella visita.
Le novità non hanno riguardato davvero tutte le Regioni: molte di queste erano già previste da diverse Regioni, come ad esempio la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Toscana, prese appunto quali Regioni di riferimento nella ridefinizione del nuovo elenco delle prestazioni.
Torna all'inizioTicket sanitari: da gennaio uguali in tutta Italia
All’applicazione di quanto previsto dai nuovi Lea mancava un tassello importante: la definizione dei tariffari. Per ognuna delle circa 2.000 prestazioni riportate nel Nomenclatore nazionale di esami, visite e trattamenti, doveva ancora essere stabilita una tariffa, ovvero quanto il Servizio sanitario riconosce alle strutture sanitarie - ospedali e poliambulatori pubblici o privati convenzionati – per ogni singola prestazione erogata. L’ultimo nomenclatore tariffario nazionale risaleva infatti al 1996 e per stare al passo coi tempi le singole Regioni hanno dovuto (e potuto) modificare questo elenco aggiungendo nuove prestazioni e adeguando le tariffe. Il risultato è stato quello di avere generato 21 nomenclatori tariffari - tra regioni e province autonome - e 21 servizi sanitari leggermente differenti, con prestazioni aggiuntive (rispetto ai Lea, uguali per tutti) e ticket variabili.
Dagennaio 2025è finalmente entrato in vigore un tariffario delle prestazioni ambulatoriali – che include esami di laboratorio, indagini strumentali (ecografie, tac, risonanze) e visite specialistiche – unico e valido a livello nazionale.
Torna all'inizioTicket massimo: nessun cambiamento
La revisione delle tariffe di esami e visite ha un impatto sull’importo del ticket, il contributo pagato dal cittadino per ogni prestazione che riceve dal servizio sanitario (in assenza di esenzioni per patologia o per reddito). Se la tariffa pagata dalle Regioni alle strutture sanitarie si alza, si alza anche il ticket.
L’impatto è però limitato fino ad una contribuzione massima per ogni ricetta, pari a 36,15€ nella maggioranza delle Regioni. Ciò significa che per la prestazione segnata nella ricetta (ad esempio, una ecografia all’addome), il Servizio sanitario può chiederci di contribuire alla spesa fino ad un massimo di 36,15 €. Questo “tetto” vale anche quando nella ricetta sono segnate più prestazioni della stessa branca (fino a un massimo di otto): anche in questo caso, il ticket massimo che possono chiederci è di 36,15 euro. Questo limite vale praticamente in tutte le Regioni.
Le tariffe di visite, esami e trattamenti fissate dalle Regioni possono essere inferiori o superiori a questo tetto: se la tariffa indicata nel nomenclatore è inferiore a 36,15€, l’importo della prestazione risulterà a totale a carico del cittadino. Se la tariffa supera i 36,15€, la parte eccedente è a carico del Servizio sanitario. Nel caso di più prestazioni in una sola ricetta, vale la stessa regola: noi contribuiremo fino a poco più di trentasei euro e la parte restante è a carico del Ssn. Se un cittadino invece è esente (ad esempio per patologia o reddito) non paga nulla.
La contribuzione massima è stata fissata dalla legge a livello nazionale, ma le Regioni hanno poi avuto la possibilità di aumentare questa contribuzione, che infatti è più alta in Calabria (45€), Sardegna (45,15€) e Campania e Lazio (a seconda delle esenzioni), Marche (46,20€). Nel nuovo tariffario non è prevista di reintrodurre un ticket massimo comune per tutte le regioni.
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