Le vene varicose non sono un disturbo estetico, ma una vera e propria patologia a carico del sistema circolatorio
Le vene varicose sono vene superficiali molto dilatate in cui il sangue non riesce più a scorrere liberamente. Ma come si riconoscono? E come si curano? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Le cause specifiche delle vene varicose sono sconosciute, probabilmente il problema principale è la debolezza delle pareti delle vene superficiali. Debolezza che può essere ereditaria e, nel tempo, causa la perdita di elasticità delle vene e l’ingrossamento delle varici fino ad apparire in rilievo sulla pelle, con rigonfiamenti e tortuosità. Questo sfiancamento della parete delle vene può manifestarsi in molte parti del corpo (basti pensare alle emorroidi), ma predilige le gambe.
I sintomi delle vene varicose
Molte persone con vene varicose non hanno sintomi, possono notare a livello delle gambe, in particolare sulla faccia posteriore del polpaccio, sottili strisce bluastre, che col tempo si ingrossano fino a sembrare cordoni nodosi. In altre persone invece, danno sintomi come dolore, sensazione di pesantezza delle gambe, crampi e formicolii durante il sonno, prurito e gonfiore. Nei casi più gravi la circolazione periferica può essere molto scarsa fino ad arrivare alla stasi cronica. Le varici più sfiancate si possono rompere all'interno, creando macchie bluastre sulla superficie della cute, oppure aprirsi all'esterno in forma di ulcera varicosa, che spesso stenta a chiudersi.
I fattori che favoriscono la comparsa delle vene varicose
Il calore e l’esposizione diretta al sole sono fattori che favoriscono la comparsa di vene varicose e ne peggiorano il decorso clinico. L’esposizione intensa e prolungata al sole o alle lampade a raggi ultravioletti (lampade per abbronzatura artificiale) provocano una perdita di elasticità della cute e della parete muscolare delle vene. È comprensibile che i disturbi si facciano sentire soprattutto in estate, quando le vene, già di per sé poco toniche e dilatate, a causa delle alte temperature esterne tendono a dilatarsi ulteriormente. Per lo stesso motivo chi soffre di varici degli arti inferiori non dovrebbe sottoporsi a trattamenti quali fanghi termali caldi, cerette a caldo, saune e bagni prolungati in acqua molto calda.
Le vene varicose degli arti inferiori prevalgono nel sesso femminile (il 30% - 50% delle donne ne soffre contro il 15% e il 30% degli uomini) ma la loro frequenza tende ad aumentare con l’età, raggiungendo il massimo verso i cinquanta sessant’anni.
La diagnosi è clinica, basata sulla valutazione dei sintomi oppure mediante ecografia, eco-doppler che definisce la morfologia di vene varicose degli arti inferiori e individua ed evidenzia i punti di reflusso venoso.
Come curare le vene varicose
Esistono diversi interventi o trattamenti per trattare le vene varicose. Prima di qualsiasi decisione, è bene tutti i pro e i contro dei singoli trattamenti, discutendone con il medico.
Intervento chirurgico
Nei casi in cui l’ecodoppler abbia evidenziato un reflusso e i disturbi persistono nonostante la compressione si può optare per l’intervento chirurgico, che consiste nell’ asportazione della vena con varie tecniche che includono la legatura con conservazione della vena, lo stripping (asportazione dell’intera vena) e la flebectomia ambulatoriale (asportazione di segmenti di vena, anche di notevole lunghezza, attraverso incisioni molto piccole). La scelta tra queste tecniche si basa principalmente sulla posizione, la dimensione e l'estensione delle vene varicose, nonché sul punto di inizio del reflusso venoso. L’intervento è realizzato sotto anestesia locale, spinale o generale.
Indipendentemente dalla tecnica chirurgica scelta, circa il 20% dei pazienti ha una recidiva dopo 5 anni, e circa il 30% dopo 8 anni. Inoltre, bisogna anche valutare i rischi associati all’intervento (dolore, ematomi, infezioni della ferita, trombosi venosa superficiale, iperpigmentazione) oltre a quelli legati all’anestesia.
Scleroterapia
Tra le opzioni disponibili per il trattamento delle vene varicose vi è la scleroterapia che dà maggiori risultati sulle vene di piccolo calibro. In mani esperte, la scleroterapia con compressione e con adeguata cura post-intervento dà risultati soddisfacenti e non richiede l'ospedalizzazione. Dopo l'iniezione nella vena di un liquido sclerosante, si applicano appositi bendaggi, per mantenere compresse le vene trattate; si mantiene il bendaggio per 3 settimane circa, mentre il paziente continua a svolgere le sue normali attività. È essenziale camminare il più possibile per attivare la pompa muscolare e promuovere il drenaggio venoso dagli arti inferiori. Può essere necessario trattare più volte la stessa vena. Cicatrici o altre complicazioni, tra cui la più importante è la reazione allergica, sono molto rare. Tra le complicanze vi sono rischi locali (ulcerazioni e pigmentazione della cute, accidentali iniezioni intraarteriose, trombosi accidentale di rami profondi). Inoltre, dopo scleroterapia possono residuare ecchimosi che scompaiono nel giro di 1-2 settimane e/o pigmentazioni che sebbene svaniscano quasi sempre, possono tuttavia rimanere visibili per molti mesi.
La terapia sclerosante resta un valido sistema per il trattamento di piccole varicosità, delle varici residue intervento chirurgico e delle teleangectasie che rappresentano un importante problema estetico. La chirurgia viene di solito utilizzata per il trattamento di varici di grosse dimensioni
Laser
Infine, vi è la terapia con il laser che si basa sull'applicazione del calore mediante un dispositivo introdotto nelle vene varicose. Quando il laser colpisce la pelle, il paziente avverte una sensazione di calore che può essere anche molto dolorosa. Il suo uso può essere combinato con la scleroterapia: in genere sono comunque necessarie molteplici sedute, per arrivare ad un risultato soddisfacente.
Tra i possibili effetti collaterali della chirurgia laser: rossore o gonfiore della pelle subito dopo il trattamento, che tende a scomparire entro pochi giorni; pelle scolorita che scompare entro uno o due mesi; raramente ustioni e cicatrici, per colpa di una chirurgia laser non correttamente eseguita.
Farmaci
Per quanto riguarda i farmaci, anche in questo caso si utilizzano i cosiddetti flebotonici che però hanno un’incerta efficacia clinica. Possono offrire qualche beneficio, ma solo nel ridurre il gonfiore delle gambe, ragione per cui dovrebbero essere riservati alle persone che non riescono a portare le calze a compressione graduale, che si dimostrano molto più efficaci. Inoltre, nelle indicazioni terapeutiche per questi farmaci non compare mai l’indicazione per “varici o vene varicose”.
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