Cos'è un farmaco
Un farmaco (o medicinale) è una sostanza o un’associazione di sostanze, introdotta nell'organismo attraverso diverse vie, impiegata per curare o prevenire una malattia o i suoi sintomi. La differenza principale tra un farmaco ed altri prodotti quali, ad esempio cosmetici e integratori alimentari (inclusi quelli a base di erbe, a meno che non siano classificati come “medicinali vegetali"), è che un farmaco possiede un’indicazione terapeutica ben definita,descritta nel foglietto illustrativo. Solo i farmaci, quindi, a differenza degli altri prodotti, possono vantare una funzione terapeutica o curativa. Inoltre, a differenza degli integratori, tutti i farmaci (sia da prescrizione che da banco) hanno un foglietto illustrativo che contiene tutte le informazioni relative alla sua composizione, alle patologie per le quali è indicato, alle modalità di somministrazione e di conservazione, ai rischi che potrebbero verificarsi in caso, ad esempio, di sovradosaggio o di interazione con altri farmaci che si stanno assumendo.
In ogni farmaco ci sono due componenti importanti: il principio attivo, da cui dipende l’azione curativa vera e propria, e da uno o più “materiali” privi di ogni capacità terapeutica chiamati eccipienti che possono avere la funzione di proteggere il principio attivo da altre sostanze chimiche, facilitarne l’assorbimento da parte dell’organismo e veicolarlo nella sede d’azione, ma anche a rendere il farmaco più gradevole mascherandone eventuali odori o sapori sgradevoli. Il farmaco può essere classificato in vari modi e secondo diverse caratteristiche:
- gli organi su cui agisce o il tipo di azione che svolge (in tal caso si parla di classe o categoria terapeutica);
- le modalità di produzione (galenici – se allestiti in farmacia, dietro prescrizione medica o su larga scala- e di origine industriale - oggi quasi la totalità dei medicinali è confezionata industrialmente o nella sua produzione interviene un processo industriale. A differenza del galenico, il medicinale industriale per entrare in commercio deve essere autorizzato dall’ Agenzia italiana dei medicinali (AIFA) o dall’Agenzia Europea per i medicinali (EMEA) e deve avere un proprio nome che lo contraddistingue. Per ottenere una autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) l’azienda farmaceutica presenta una domanda alle autorità competenti che include anche i risultati degli studi di efficacia e sicurezza.
Differenti forme farmaceutiche, differenti utilizzi
La forma in cui si presenta un farmaco, ad esempio compresse o gocce, si definisce forma farmaceutica. Sulla base della consistenza, le forme farmaceutiche si distinguono in solide (ad esempio compressa, capsula, granulato, supposta ecc), semisolide (ad esempio pomata, crema, unguento ecc), liquide (ad esempio collirio, sciroppo ecc) e aerosol (ad esempio particelle solide o liquide da inalare). Inoltre, possono essere monodose, come le compresse, destinate a un solo utilizzo, o multidose se predisposte in contenitori più grandi che contengono più dosi di farmaco da dosare in base all’esigenza individuale del paziente, ad esempio sciroppi, gocce ecc.
Compresse, capsule, granulati da sciogliere in acqua, sciroppi, gocce per uso orale ma anche da applicare nell’orecchio o nell’occhio, pomate, creme, fiale, ovuli, pomate, sono solo alcune forme in cui i farmaci sono disponibili. In alcuni casi lo stesso farmaco è disponibile in più forme, in modo da andare incontro all’esigenza dei pazienti (se pensiamo ai bambini o ai pazienti disfagici che hanno difficoltà a deglutire le compresse, possono contare su sciroppi, granulati o supposte).
Ogni forma è destinata a un particolare uso (le compresse e gli sciroppi si assumono per bocca, i colliri si instillano nell’occhio ecc) che permette al farmaco di essere assorbito correttamente, di agire in maniera mirata su un bersaglio o in maniera meno selettiva, e di raggiungere (più o meno velocemente) un certo effetto.
Alcune forme farmaceutiche, sebbene siano destinate a usi diversi, si assomigliano e possono trarre in errore il paziente, mettendone a rischio la salute. Pensiamo per esempio agli sciroppi e i collutori, entrambi si assumono per bocca e sono spesso confezionati in flaconi scuri, ma contrariamente allo sciroppo, il collutorio non va ingerito. Oppure ai granulati per uso cutaneo adatti al lavaggio dei genitali e quelli per uso orale, entrambi confezionati in bustine monouso ed entrambi sono da sciogliere in acqua, ma quelli per uso cutaneo non vanno ingeriti. Per questo è importante leggere la modalità di utilizzo riportata sulla confezione del farmaco e nel foglietto illustrativo.
Riportiamo alcuni esempi di forme farmaceutiche che potrebbero portare a errori nell’utilizzo del farmaco.
Le compresse, tra le forme farmaceutiche più utilizzate per semplicità di utilizzo e convenienza, non sono tutte uguali: tutte si assumono per bocca ma non allo stesso modo.Alcune vanno inghiottite intere con acqua, altre vengono masticate senza acqua (compresse masticabili), altre devono essere disciolte in acqua prima dell’assunzione (compresse effervescenti e compresse dispersibili), altre si tengono in bocca e si sciolgono a contatto con la saliva (compresse oro-dispersibili) senza masticarle o senza acqua, altre invece si sciolgono sotto la lingua (compresse sublinguali), una zona ricca di vasi sanguigni che consente l’immediato assorbimento del farmaco e quindi un effetto più rapido.
Anche i granulati non sono tutti uguali: non tutti sono adatti a un uso orale. Ci sono infatti, anche granulati per uso cutaneo, destinati quindi a un uso esterno e non all’ingestione, ad esempio quelli per i lavaggi dei genitali. È importante, pertanto, prestare attenzione alla destinazione d’uso indicata sulla confezione del farmaco e nel foglietto illustrativo, prima di assumere il farmaco. Inoltre, anche tra quelli per uso orale ci sono modalità di assunzione diverse, alcuni possono essere deglutiti tal quali (i cosiddetti granulati oro-dispersibili), altri invece vanno disciolti in acqua prima di assumerli.
Particolare attenzione meritano le forme farmaceutiche liquide. Alcuni farmaci in forma liquida che si assumono per bocca sono adatti all’ingestione (ad es. gocce orali, sciroppo ecc), altre sebbene si assumano per bocca non vanno ingerite. Per esempio, i collutori e gargarismi sono destinati alla mucosa orale; le soluzioni e sospensioni oromucosali si somministrano nella cavità boccale con un applicatore idoneo; gocce o spray oro-mucosali e sublinguali si applicano per instillazione o nebulizzazione nella cavità orale o in una parte specifica (sotto la lingua o nella gola). Infine, anche le gocce per uso oftalmico o oculare e quelle per uso auricolare possono essere confuse, anche per via della somiglianza dei flaconcini.
Supposte e ovuli sono simili nell’aspetto e come consistenza, ma contrariamente alle prime che vanno inserite nel retto, gli ovuli si inseriscono nella vagina.
Per non sbagliare, e vanificare la terapia o mettere a rischio la nostra salute, il consiglio è di leggere sempre sulla confezione e nel foglio illustrativo, come va usato un farmaco, e in caso di dubbi chiedere al medico o al farmacista.
Quali sono le principali vie di somministrazione di un farmaco
I farmaci possono essere introdotti nel nostro organismo attraverso differenti vie: ingeriti per bocca, applicati sulla pelle, inalati o iniettati. Un ampio ventaglio di possibilità che rispondono a precise esigenze della terapia o del paziente (ad es in caso di vomito o difficoltà a deglutire è necessario ricorrere a vie di somministrazione differenti da quella orale).
Ogni via di somministrazione presenta caratteristiche proprie, che devono essere conosciute per poter usare correttamente i farmaci. Il ricorso a una via di somministrazione diversa da quella autorizzata per un determinato farmaco, può comportare rischi anche gravi (vedi anche cosa succede se sbaglio via di somministrazione).
Vediamo a seguire quelle principali, con una premessa importante: una stessa via di somministrazione può essere impiegata sia con una finalità locale o topica (si somministra il farmaco laddove si vuole che agisca) sia sistemica (il farmaco entra per una via diversa dall’area in cui eserciterà l’azione): ad es la via rettale è utilizzata sia per applicare una pomata anti emorroidi che ha un effetto locale, sia per introdurre una supposta antipiretica che invece per poter abbassare la febbre deve entrare in circolo.
Via orale (per os): il farmaco, in forma di compresse, sciroppi, gocce ecc, viene assunto per bocca e da lì passa nello stomaco, dove si dissolve. Transita poi nell’intestino, ne attraversa le pareti e raggiunge il fegato e quindi il sangue, attraverso il quale raggiunge tutti i distretti del corpo e l’area dove serve. È la via di somministrazione più utilizzata, che più di tutte risponde alle esigenze dei pazienti (comoda, non richiede generalmente l’aiuto di una persona esterna, economica ecc) ma presenta dei limiti legati proprio al passaggio attraverso lo stomaco. Alcuni farmaci costituiti da proteine, come l’insulina, non possono essere somministrati per via orale in quanto verrebbero distrutti dall’acidità dell’ambiente gastrico. Inoltre, alcuni farmaci somministrati per via orale possono irritare o danneggiare la mucosa gastrica. È il caso dell’aspirina e dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono potenzialmente causare ulcere o esacerbare ulcere pregresse.
In generale, le forme liquide (gocce, sciroppi, soluzioni, sospensioni, emulsioni e oli) vengono assorbite più velocemente. Quando sono disponibili sono particolarmente utili per i bambini o per anziani o pazienti con problemi di deglutizione.
Via parenterale: si utilizzano farmaci in forma di soluzioni, emulsioni o sospensioni sterili che vengono introdotti nel nostro organismo attraverso un’iniezione.
A seconda di dove viene iniettato, si distingue in:
- Sottocutanea (SC) se l’iniezione viene fatta sotto l’epidermide, generalmente a livello del deltoide o del tricipite, della natica o della coscia, ad esempio insulina e eparina.
- Intramuscolare (IM) se il farmaco è iniettato nel muscolo, generalmente nella natica o nell’avambraccio, ad esempio i vaccini.
- Endovenosa (EV) se l’iniezione viene fatta direttamente in vena, solitamente in quelle dell’avambraccio.Il farmaco può essere somministrato in dose singola o per infusione continua. Viene utilizzata questa via di somministrazione quando si richiede una rapida risposta terapeutica evitando, nel contempo, anche i problemi di assorbimento e distribuzione del farmaco. Tra i limiti, la difficoltà di inserire l’ago in vena in alcune persone (es pazienti obesi).
I vantaggi di questa via di somministrazione rispetto alla via orale sono l’assorbimento più rapido, la possibilità di somministrare farmaci gastrolesivi anche in pazienti con problemi gastrici e ulcere che sarebbero degradati dall’acidità gastrica la possibilità di somministrare farmaci che sarebbe distrutti nel passaggio nel tratto gastrico. Tra gli svantaggi invece, difficoltà nell’automedicazione (tranne per la sottocutanea) e la paura dell’ago in alcune persone.
Via transdermica: il farmaco, in forma di cerotto transdermico, viene applicato sulla pelle e dopo assorbimento, entra nel circolo sanguigno. Sono utili per cure prolungate che necessitano di una concentrazione costante del medicinale (pe esempio trattamenti ormonali o contraccettivi) e, riducendo il numero di somministrazioni, incontrano in genere il favore dei pazienti. Possono però provocare reazioni allergiche o irritare la pelle nella sede di applicazione, a cui si ovvia cambiando la sede di applicazione. Il cerotto può essere applicato in diverse parti del corpo, ad es. sulla pancia, petto, spalle, natiche, gambe e braccia.
Via cutanea: si somministrano farmaci in forma di creme, lozioni, spray, pomate ecc che esercitano un’azione locale e si applicano direttamente nella zona di interesse.
Via rettale: si utilizzano farmaci in forma di supposte o creme /pomate, clismi rettali, applicati nel retto, una zona ricca di capillari che permette l’assorbimento rapido del farmaco. Questa via è un’alternativa all’assunzione orale, in quanto permette di evitare effetti collaterali gastrointestinali dei farmaci gastrolesivi nei pazienti con ulcere o che soffrono di disturbi gastrici oppure per somministrare medicinali ai bambini piccoli. Utili anche nei casi di vomito o nausea, difficoltà nel deglutire e dopo interventi chirurgici all’apparato digerente. I farmaci assunti per via rettale possono svolgere un’azione locale (ad esempio le pomate per il trattamento delle emorroidi) oppure agire per via sistemica, raggiungendo la circolazione sanguigna attraverso la mucosa rettale (ad esempio gli antipiretici nei bambini e gli anti-convulsioni).
Via vaginale: il farmaco, sotto forma di ovuli monodose, o creme o soluzioni liquide (ad es lavande), viene applicato e agisce direttamente a livello della vagina. Curano infezioni e piccoli problemi locali.
Via oftalmica o oculare: il farmaco viene applicato direttamente nell’occhio sotto forma di colliri, pomate ecc Si tratta di soluzioni che devono garantire la sterilità, per questo dopo l’apertura della confezione, hanno una durata limitata nel tempo. I farmaci per uso oftalmico, una volta aperti, devono essere conservati in frigorifero, per un breve periodo (15-20 giorni).
Via nasale: il farmaco, in forma di spray, gocce ecc viene applicato nella cavità nasale dove può avere un effetto locale o sistemico. Alcuni, come i decongestionanti nasali, vengono messi nel naso, dove agiscono curando le congestioni nasali. Altri, ridotti in particelle molto piccole e assunti per inalazione (come le fiale per aerosol), attraversano le vie respiratorie superiori e giungono fino ai polmoni dove vengono assorbiti e curano le affezioni delle vie respiratorie.
Via auricolare: si utilizzano farmaci in forma di gocce che vengono instillate direttamente nell’orecchio, dove esercitano un ‘azione locale. Sono impiegati per curare problemi come mal d’orecchio o prurito. Si tratta di una via in ogni caso poco utilizzata.
Via sublinguale: il farmaco, generalmente in forma di compressa viene messo sotto la lingua, dove si scioglie (senza inghiottire). La zona inferiore del palato è ricca di capillari che favoriscono una rapida distribuzione nel flusso sanguigno. Pur non essendo molto utilizzata, la via sublinguale è molto importante per alcuni farmaci, come ad esempio la nitroglicerina nei casi di angina pectoris, che devono agire velocemente (intervento “salvavita”, facile da autosomministrare).
Quali informazioni riportate sulla confezione di un farmaco sono utili al paziente?
Sulla confezione del farmaco sono riportate diverse informazioni utili a chi lo assume per riconoscere il farmaco e per assumerlo correttamente, oltre che per segnalare eventuali problemi.
- Il nome di fantasia (per esempio Moment® o Voltaren®) o un nome uguale al principio attivo contenuto, seguito dal dosaggio e dalla forma farmaceutica (compresse, sciroppo ecc). Aiuta a identificare un farmaco e non confonderlo con altri. Leggere sempre il nome del farmaco prima di assumerlo. Attenzione a quei farmaci che hanno nomi simili o che hanno lo stesso suono, possono trarre in errore.
- Uno o più principi attivi
- L'elenco degli eccipienti
- Modalità o via di somministrazione (ad es per uso orale). è un’informazione molto importante da valutare bene prima di assumere il farmaco per la prima volta. Il ricorso a una via di somministrazione errata può mettere a rischio la salute del paziente
- Nome e indirizzo dell’azienda proprietaria del farmaco (indicato come Titolare di AIC)
- Alcune avvertenze
- Speciali precauzioni di conservazione o per lo smaltimento
- Data di scadenza
- Il numero di lotto di produzione (che identifica nello specifico quella confezione di farmaco, utile per segnalare eventuali problemi riscontrati)
È di fondamentale importanza conservare il farmaco nella sua confezione originale, insieme al foglio illustrativo, sia perché la confezione permette al paziente di riconoscere il farmaco (dal nome del farmaco o del produttore, ma anche dai colori) ma anche perché contiene informazioni che permettono di usarlo nella maniera corretta.
Perché alcune confezioni sono leggermente diverse da quella che acquisto solitamente?
Talvolta la confezione o l’imballaggio di un farmaco acquistato in una farmacia italiana può essere leggermente diverso da quello che acquisto di solito.
In questo caso, non preoccuparti: si tratta di un farmaco “importato parallelamente”. Ciò significa che il medicinale è stato prodotto in un altro paese europeo, l’azienda che lo commercializza lo ha poi venduto a un grossista intermedio e quest’ultimo si è occupato di riconfezionarlo secondo quanto prescritto dalla legge, adattandolo alle esigenze (linguistiche e commerciali) del paese europeo in cui è stato importato, in questo caso l’Italia.
Il fatto che sia prodotto in un paese diverso da quello in cui viene venduto non implica che il farmaco non sia sicuro: infatti, esiste una procedura, regolata da normative stringenti, che disciplina anche questa fase di distribuzione. Nessun medicinale, infatti, può essere immesso in commercio in un altro paese europeo senza aver ricevuto prima un'autorizzazione da parte delle autorità nazionali competenti. Le stesse sono tenute ad autorizzare un medicinale importato come prodotto parallelo solo se ritengono che tale prodotto, nonostante possa contenere eccipienti differenti, non ponga problemi per la salute pubblica. L'autorizzazione all’importazione è valida per cinque anni, allo scadere del quale è rinnovabile per altri cinque.
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