Calcola il fabbisogno familiare

Come calcoliamo il fabbisogno familiare?

Per il calcolo si tiene conto del costo totale del mutuo e dell’affitto se indicati in fase di compilazione del calcolatore e si confronta il fabbisogno familiare minimo con gli introiti netti del nucleo familiare (es. lo stipendio dell’altro coniuge) per gli anni indicati in fase di compilazione. 
Si tiene conto anche di eventuali altre polizze che coprono il caso morte, di quanto si vuole garantire per le spese impreviste, se si hanno altri debiti e altri risparmi da parte. Infine, nel calcolo rientrano le eventuali spese universitarie.

Quali sono le “assunzioni di base” del calcolatore?

Fabbisogno familiare minimo. È calcolato sul numero di familiari superstiti dopo la dipartita del familiare che ha stipulato la polizza vita caso morte. È aumentato del 20% rispetto al dato ISTAT sulle soglie di povertà assoluta in modo da considerare una cifra che consenta un livello di spesa meno risicato per il nucleo familiare superstite. 

Una famiglia è considerata assolutamente povera se ha una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia: tale soglia si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e per tipo di comune di residenza.

Gli introiti annuali da indicare nel calcolatore (es. lo stipendio dell’altro coniuge) vanno indicati al netto delle imposte in modo da tenere conto della disponibilità effettiva. 

Nel calcolo si tiene conto anche dei costi dell’affitto (se indicato) e del costo del mutuo (se indicato). In caso il mutuo sia già coperto da una polizza vita caso morte, non viene considerato nel calcolo.

Stima di crescita del reddito netto. Nella simulazione si considera una crescita dello stipendio medio annua dello 0,925% (media della variazione % delle retribuzioni contrattuali per dipendente sugli ultimi 4 anni disponibili – serie storica ISTAT).

Inflazione. L'inflazione è posta costante al 2%. 

Mutuo. Nella simulazione non si tiene conto dei costi legati alla concessione ed erogazione del mutuo (spese di istruttoria, perizia, spese notarili, imposta sostitutiva e costi assicurativi). Gli interessi passivi, che sommati alla quota capitale determinano l’importo della rata del mutuo, dipendono dal tasso di interesse applicato (TAN). Quest’ultimo viene determinato tenendo conto dell’anno di stipula del mutuo, interpolando i dati relativi ai tassi medi applicati per i mutui a tasso fisso nel periodo (i dati sono pubblicati trimestralmente dal MEF).

Nella simulazione non vengono conteggiati altri eventuali costi relativi al periodo di ammortamento (incasso rata e/o spese periodiche di gestione partica, eventuali spese per invio comunicazioni).

In caso di mutuo già in essere, ipotizziamo inoltre che fino ad ora non siano state fatte operazioni di surroga o di rinegoziazione dei tassi di interesse.

Spese universitarie. È la spesa media annuale per l'istruzione universitaria per ripartizione geografica, calcolata da ISTAT e attualizzata con il tasso di inflazione.