Risiko bancario: chi vince e chi perde
È periodo di grandi manovre nel mondo bancario, diverse acquisizioni sono nel pieno delle trattative. Purché non vengano penalizzati i risparmiatori, dal punto di vista della trasparenza e delle minori opportunità di scelta.

Il 2025 potrebbe passare alla storia come uno degli anni più caldi per il mondo bancario. Proprio in queste settimane, diverse operazioni di acquisizione sono nel pieno delle trattative: Unicredit intende comprare Banco BPM, che a sua volta ha appena conquistato il gestore Anima; Monte Paschi di Siena vorrebbe far sua Mediobanca, che a sua volta ha manifestato interesse per Banca Generali.
Come se ciò non bastasse, BPER Banca vuole comprare la Popolare di Sondrio e Banca Ifis vuole far sua Illimity. Se queste operazioni avranno successo, ci ritroveremo con un settore bancario molto più concentrato di prima, con meno banche, ma più grandi.
Dal punto di vista degli istituti di credito, questo processo può portare a un rafforzamento della loro solidità. Ma per noi clienti? Meno banche ci sono, minore è la concorrenza e dunque la possibilità di scelta. È vero che gli italiani sono in gran parte fedeli alla propria filiale (come dimostra l’indagine sulla valutazione delle banche che abbiamo realizzato), ma è anche vero che non sono pochi quelli che hanno aperto un secondo conto corrente in un altro istituto, per sfruttare un mutuo a costi più convenienti o tassi promozionali sui depositi. Lo hanno potuto fare anche grazie al fatto che negli ultimi anni sono entrati sul mercato nuovi attori, che hanno cercato di accaparrarsi clienti a suon di offerte.
Se la competizione tra banche dovesse attenuarsi per effetto delle fusioni, questa opportunità diminuirebbe. E sappiamo bene che poter scegliere – come vi aiutiamo a fare attraverso i comparatori di conti correnti e mutui – è un gran vantaggio. Per questo sarà importante vigilare sugli impatti di questi cambiamenti sui costi dei servizi e sulla trasparenza. Noi lo faremo, per assicurarci che, nella grande partita del risiko bancario, a perdere non siano i risparmiatori.