Prezzi sbagliati nei negozi: prodotti da restituire? Ecco cosa si deve fare davvero
Il caso degli iPad di ultima generazione venduti a 15 euro da Mediaworld riaccende un tema ricorrente: cosa accade quando un prezzo è evidentemente sbagliato? Il venditore può chiedere indietro il prodotto? Può addebitare la differenza? E cosa succede nei negozi fisici? Una guida chiara su diritti, limiti e buone pratiche per tutelarsi.
Fa notizia il recente caso di Mediaworld che ha venduto alcuni iPad di ultima generazione a 15 euro l’uno, consegnandoli a domicilio e solo dopo rendendosi conto dell’evidente errore di prezzo. L’azienda ha quindi chiesto ai clienti di restituire il prodotto o di pagarlo al valore reale. Ma, in situazioni come questa, cosa deve fare il consumatore? E cosa prevede la legge?
In estrema sintesi: se il prezzo è talmente basso da risultare chiaramente un errore, il consumatore non può pretendere di tenerlo né può opporsi alla richiesta di restituzione. Ma il venditore non può nemmeno addebitare automaticamente la differenza sulla carta. Vediamo perché.
Torna all'inizioPerché nel caso Mediaworld l'iPad va restituito
Nel caso degli iPad a 15 euro, la sproporzione rispetto al valore reale del prodotto era talmente evidente da non lasciare spazio a dubbi: qualunque acquirente medio poteva accorgersi che si trattava di un errore. È proprio questa “riconoscibilità” a fare la differenza. Quando un prezzo è così fuori mercato, la legge considera il contratto viziato da un errore che chi compra poteva facilmente individuare.
Questo significa che il venditore può annullare la vendita e chiedere la restituzione del prodotto, rimborsando quanto pagato. Il consumatore, da parte sua, non può sostenere di aver diritto a tenere l’iPad a quel prezzo perché l’offerta non era credibile fin dall’inizio. Allo stesso tempo, però, il venditore non può correggere il prezzo da solo né addebitare la differenza: può soltanto proporre un nuovo contratto “pulito”, al valore reale, o annullare la transazione.
Conta quanto il prezzo è “fuori mercato”
Più il prezzo è evidentemente irrealistico rispetto al mercato, più è chiaro che il consumatore poteva accorgersene. In quel caso il venditore è legittimato a chiedere l’annullamento della vendita. Al contrario, se il prezzo è molto basso ma comunque plausibile (tipico delle offerte aggressive), il consumatore può chiedere che venga rispettato.
Il venditore può fare un secondo addebito sulla carta?
No. Anche se si è già pagato e il prodotto è stato consegnato, il venditore non può decidere da solo di prelevare la differenza. La legge non permette modifiche unilaterali del prezzo e, per addebitare un importo diverso, serve sempre una nuova autorizzazione del consumatore. Come abbiamo già visto, l’unica strada per il venditore è annullare il contratto viziato dall’errore evidente e restituire quanto incassato, oppure proporre un nuovo acquisto al prezzo corretto.
Cosa si rischia se non si restituisce il prodotto?
Se il prezzo era palesemente sbagliato e il venditore chiede la restituzione, il consumatore deve collaborare. Tenersi il prodotto potrebbe portare a richieste formali di restituzione o indennizzo e, nei casi più ostinati, anche a un procedimento davanti al Giudice. Le conseguenze penali, invece, esistono solo se il consumatore usa trucchi o raggiri per sfruttare consapevolmente l’errore.
Torna all'inizioPrezzi in negozio: se il cartellino è sbagliato
I casi di prezzi esposti o promozionati evidentemente troppo bassi, però, non sono rari e possono capitare anche nei negozi fisici. Cosa succede se si acquista ad esempio un prodotto a scaffale che riporta un prezzo errato? Il consumatore è tenuto a pagare il prezzo corretto? Anche in questa situazione esistono due casistiche diverse.
1. Prezzo manifestamente errato. Se la differenza è enorme e riconoscibile da chiunque (ad esempio 10 euro invece di 1000), il venditore può rifiutare la vendita o chiederne l’annullamento dopo il pagamento. Il consumatore non può pretendere la vendita al prezzo esposto.
2. Prezzo solo leggermente diverso dal normale. Se l’errore è marginale (ad esempio 60 euro invece di 100), il consumatore può invece pretendere il prezzo indicato sul cartellino, anche se si tratta di un errore.
Promozioni scadute ma ancora esposte: come comportarsi?
Se scaffali o cartelli mostrano una promozione ormai conclusa ma non rimossa, la situazione rientra nelle pratiche commerciali ingannevoli.
Il consumatore può chiedere:
- l’applicazione del prezzo esposto, se non ha ancora pagato;
- la rettifica dello scontrino o il rimborso, se ha già pagato e decide di non acquistare più il prodotto.
Ci sono differenze tra acquisti in negozio e online?
Il principio di fondo è lo stesso: se il prezzo è talmente basso da risultare chiaramente un errore, il contratto può essere annullato. La differenza pratica è che, online, il venditore può accorgersi dell’errore anche dopo aver accettato l’ordine o dopo la consegna. Ma non può correggere il prezzo da solo: può solo annullare l’acquisto e rimborsare.
Torna all'inizioCome dimostrare il prezzo visto online o a scaffale?
Documentare tutto è fondamentale. Ecco cosa conviene fare:
- fotografare il prodotto e il prezzo da più angolazioni, con data e ora;
- includere lo scaffale o la pagina web con tutti i riferimenti;
- conservare scontrino o prove del pagamento;
- fotografare eventuali note, limitazioni o condizioni dell’offerta;
- segnalare subito l’errore al personale del negozio, meglio per iscritto.
Queste prove possono essere decisive se il venditore sostiene che il prezzo corretto fosse un altro.
Torna all'inizioConsigli pratici per far valere i propri diritti
È utile per il consumatore avere qualche punto fermo da tenere a mente nelle situazioni in cui un prezzo sembra troppo conveniente o quando si sospetta un errore. In generale, è bene verificare se l’offerta è credibile, controllare con attenzione la comunicazione del venditore e conservare ogni traccia utile a ricostruire cosa è successo. Quando nasce una contestazione, un comportamento trasparente e ben documentato può fare la differenza. Tra i suggerimenti più utili:
- valutare se il prezzo è realistico o palesemente fuori mercato;
- chiedere chiarimenti prima del pagamento, soprattutto in caso di dubbi;
- pretendere l’applicazione del prezzo esposto quando è plausibile;
- conservare foto, scontrino e prove di pagamento;
- segnalare subito qualsiasi incongruenza al personale del negozio o al servizio clienti.
