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Videogiochi: quali tutele ha chi li acquista?

Una guida per sapere cosa bisogna controllare prima di comprare un videogioco, come far valere la garanzia o esercitare il diritto di recesso, quali sono le trappole psicologiche per indurre il giocatore a fare acquisti “in game”.  

  • di
  • Matteo Metta
25 maggio 2022
  • di
  • Matteo Metta
videogioco su amartphone

Anche i videogiochi che sembrano innocui possono nascondere trappole psicologiche. Ecco perché non bisogna mai acquistarli a scatola chiusa. Cosa fare allora quando si è interessati a un videogioco, magare per i propri figli?

È sempre meglio scaricare la demo dal sito del publisher oppure la versione di prova. Per farsi un’idea del funzionamento e del tipo di gioco si possono guardare anche i video su YouTube dei gamer che si riprendono mentre giocano, e leggere in qualche forum i commenti e le recensioni di chi lo sta già usando.

Da evitare l’acquisto di videogame appena usciti: i publisher, per tagliare i costi di test pre-lancio, sempre più spesso immettono sul mercato prodotti incompleti o pieni di difetti. Quindi meglio aspettare qualche mese, quando sarà chiaro che lo sviluppatore ha deciso di supportare il gioco con aggiornamenti che risolvono errori e problemi.

Molto importante è controllare l’etichetta PEGI (Pan European Game Information), il sistema di classificazione che dà informazioni su limite di età, idoneità dei contenuti, assenza di determinati pericoli e possibilità di fare acquisti “in game”. Oltre alla lingua del gioco e alla compatibilità con la console di casa, è utile verificare quanti giocatori possono sfidarsi. Ogni piattaforma ha la possibilità di configurare un sistema di controllo parentale su contenuti, tempi di gioco, possibilità di spendere soldi e modalità con cui i giocatori possono interagire tra loro. Lo si può fare dal sito tuttosuivideogiochi.it/controlli-parentali. Benché sia impossibile essere sempre presenti quando i nostri figli usano il videogioco, è importante esserci nel momento della registrazione e della sua installazione, e fare un test insieme.

Su supporto fisico o in digitale

Acquistando un videogame su supporto fisico (disco) ci si assicura di poter giocare senza limiti di tempo né di contenuto. Lo si può prestare o rivendere agli amici senza problemi. Se l’acquisto di un gioco fisico non è avvenuto in negozio, bensì online, lo si può restituire entro 14 giorni dalla consegna, sempre che la confezione non sia stata aperta e risulti ancora sigillata. Se invece si decide di tenerlo, meglio fare una copia di riserva, in modo da non perdere il gioco nel caso in cui l’originale si danneggi. Un accorgimento che, se non può essere impedito per contratto, potrebbe esserlo nei fatti, dal momento che spesso i produttori rendono l’operazione tecnicamente impossibile.

Il videogioco acquistato in formato digitale - scaricandolo dal sito o dall’app dell’editore oppure da piattaforme come Steam, Uplay, Google Play Store e Apple Store - non sempre diventa di proprietà dell’acquirente: esistono anche versioni a tempo. Solo i videogame a tempo indeterminato possono essere rivenduti a terzi cedendo le credenziali; chiaramente si dovrà cancellare la copia scaricata sul proprio dispositivo oppure renderla inutilizzabile.

Le formule di abbonamento

Oltre all’acquisto singolo esistono diverse formule di abbonamento. Alcune consentono l’accesso a un catalogo di videogiochi, da scaricare oppure da usare in streaming su pc, smartphone o console di gioco. Altre volte l’uso della piattaforma è gratuito, ma per accedere ad alcuni giochi occorre pagare. In ogni caso non si acquista mai la proprietà del contenuto: scaduto l’abbonamento i giochi non sono più accessibili. Prima di abbonarsi, oltre a controllare che ci siano i titoli che ci interessano e che l’offerta dei giochi sia del genere che fa al caso nostro, è bene anche verificare la frequenza con cui il catalogo viene aggiornato.

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