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Un treno su tre arriva in ritardo, chiedi i rimborsi che ti spettano

Un terzo dei passeggeri che ha viaggiato con un treno ad alta o media velocità è arrivato in ritardo a destinazione nel corso degli ultimi 12 mesi. Lo rivela la nostra indagine che ha coinvolto circa 1.500 intervistati. La tratta più problematica è la Milano-Genova. Il servizio ferroviario è inadeguato da tempo, lo sanno bene i pendolari dei regionali, ma ora i disagi colpiscono anche i treni di fascia più alta. Aderisci alla nostra azione per ottenere rimborsi adeguati.

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articolo di:
19 dicembre 2024
Semaforo rosso sui binari della ferrovia

Secondo i dati diffusi da Trenitalia, i treni sono quasi tutti puntuali. Ma è proprio così? In realtà, negli ultimi mesi, i disservizi ferroviari sono diventati sempre più frequenti. Il caos delle ferrovie non è dovuto solo a incidenti puntuali, ma è diventato un problema cronico per chiunque si appresti a salire in carrozza. E la grande novità è che la mancanza di puntualità ormai riguarda in modo sistematico anche i convogli ad alta velocità. I passeggeri sono i primi a pagarne il prezzo e a loro siamo andati a chiedere quanto sono soddisfatti del servizio ferroviario.

Quasi 1.500 passeggeri raccontano la loro esperienza

Lo scorso novembre, attraverso un questionario abbiamo intervistato 1.492 cittadini per conoscere la loro opinione ed esperienza sul servizio ferroviario. L'inchiesta riporta l'esperienza dei passeggeri aderenti alla piattaforma collaborativa Acmakers, che nell'ultimo anno hanno utilizzato treni ad alta o media velocità (sono esclusi quindi i treni regionali). I dati sono forniti direttamente dagli intervistati, non si tratta di rilevazioni realizzate sul campo. 

Un treno su tre è arrivato in ritardo

Un terzo di chi ha viaggiato con un treno ad alta o media velocità nel corso degli ultimi 12 mesi è arrivato in ritardo a destinazione. Questo è successo nel 36% dei casi con Trenitalia e in percentuale minore con Italo. La tratta che ha registrato la maggior incidenza di ritardi è risultata la Milano-Genova, seguita dalla Bologna-Lecce.

PERCENTUALE DI TRENI IN RITARDO PER COMPAGNIA

 cartina treni 

In due terzi dei casi, l’entità del ritardo non ha superato la mezz’ora, limite oltre il quale si ha diritto di richiedere il rimborso.

CASISTICHE DI RITARDO ALL'ARRIVO PER COMPAGNIA

Ritardo dei treni Italo

ritardi Italo

Ritardo dei treni Trenitalia

ritardi trenitalia

Circa una persona su due ha presentato un reclamo per ottenere un rimborso del ritardo superiore ai 30 minuti, quasi tutte le richieste sono state fatte online. Trenitalia e Italo hanno evaso la quasi totalità delle richieste di indennizzo, principalmente tramite voucher (46%) o accredito (42%) sul conto della carta con cui era stato effettuato l’acquisto.

RIMBORSI RICONOSCIUTI

rimborsi treni 

Viaggiare sui treni di Italo è più apprezzato rispetto a  Trenitalia per tutti i parametri valutati: pulizia a bordo treno, livello di manutenzione, puntualità all'arrivo.

SODDISFAZIONE PER IL SERVIZIO

soddisfazione treni

Il nodo ferroviario diventa un imbuto

Perché il ritardo è diventato cronico? I problemi iniziano quando i treni veloci, cui viene data la precedenza, si immettono nella linea normale. La linea dell'alta velocità, infatti, è discontinua e si innesta in molti tratti sulla rete tradizionale. L'alta velocità è una Ferrari messa a viaggiare su una rete con una capacità inadeguata. I nostri treni corrono su due binari, quello veloce e privilegiato delle tratte dedicate alla Tav (su cui viaggiano convogli a 300 km orari) e quello vecchio e lento su cui si affannano ogni giorno le vecchie carrozze. Due mondi lontani, accomunati da problemi. Un'Italia a due velocità. Negli anni, il cronico problema della mancanza di puntualità si è riversato anche sui treni veloci. I ritardi sono diventati la norma anche sui binari della Tav.

La rete, peraltro, è già satura, il numero di treni in movimento ogni giorno è aumentato notevolmente negli ultimi anni ed è sull'occupazione degli slot della rete che si gioca la concorenza tra Italo e Trenitalia. E i viaggi sono destinati a crescere ulteriormente in futuro, visto che dal 2026 la società ferroviaria francese SNCF approderà nel mercato italiano, entrando in concorrenza con i due attuali operatori.

C'è un problema di infrastrutture da sanare, il peggio deve ancora arrivare

A rendere il quadro più complesso ci sono numerosi cantieri previsti tra il 2025 e il 2026, che renderanno disponibili a singhiozzo numerose tratte ferroviarie creando nuovi disagi per gli utenti. Alcuni sono già iniziati, come abbiamo visto in questi mesi con conseguenze piuttosto gravi sulla circolazione. Ci aspettano mesi difficili: Rfi ad oggi dichiara che ogni giorno ci sono sulla rete 1100 cantieri aperti, il 20% in più del 2023. Sono sempre più frequenti anche i necessari cambi di orario dei treni a seguito dei cantieri. I lavori alle infrastrutture sono necessari e improcrastinabili, perché da sempre i treni Frecciarossa si arenano negli snodi ferroviari strategici, come Roma Termini o Milano Centrale. Il motivo è che non esistono stazioni dedicate alla sola rete veloce ad eccezione di quella di Bologna. Il grande limite della rete ferroviaria italiana è il fatto di essere promiscua, ovvero occupata in buona parte sia dai treni a scorrimento veloce sia dai convogli tradizionali, che viaggiano a velocità ben più ridotta. Siamo un caso particolare, in genere all’estero l'AV ha linee proprie dedicate. L'ingorgo si crea soprattutto nei nodi delle grandi stazioni, dove c'è un alto livello di traffico. Occorre cambiare il modello dell'alta velocità, gli investimenti servono proprio a garantire la separazione delle linee, sul modello di Bologna dove l'Alta Velocità è sotterranea e separata dai treni regionali e Intercity che viaggiano in superficie.  

Trenitalia richiamata dall'Autorità dei trasporti

I cantieri per il rinnovamento sono indispensabili, ma devono essere fatti nei tempi e nei modi che consentano agli utenti di fruire del servizio con i minori disagi possibili. Non possono essere sempre e solo gli utenti a pagare i disservizi e i disagi sulla rete. L’Autorità di Regolazione dei trasporti lo scorso autunno ha depositato la propria relazione autunnale che inchioda Trenitalia alle sue responsabilità sui disservizi subiti dalla cittadinanza, riportando numeri e statistiche ben diversi da quelli divulgati dal ministero dei Trasporti. In sintesi, sottolinea l'Authority:  “Ogni anno si contano circa 10.000 interruzioni di linea”. Numero importante che in altri tempi sarebbe pure passato inosservato, ma non dopo l’estate di caos sui treni. “Si parla di 17.912 ore nel primo semestre del 2022, che sono aumentate a 19.978 ore nel 2023 e sono diventate 22.904 nel primo semestre del 2024”, 

Aderisci alla nostra azione per ottenere i rimborsi dovuti

Per la mancanza di puntualità, i passeggeri ricevono rimborsi miseri, visto che Trenitalia ha pensato bene di alzare le soglie di ritardo per il quale è previsto l'indennizzo: un escamotage per ridurre il numero dei rimborsi. Chi viaggia in treno riceve rimborsi per il 50% del prezzo del biglietto, ma solo se il ritardo supera le due ore. Aderisci alla nostra azione per avere un sistema di indennizzo più equo in caso di ritardi e cancellazioni dei treni. Vogliamo rimborsi integrali del costo del biglietto per ritardi superiori alle due ore, rimborsi più alti ed equi negli altri casi, che scattino quindi per ritardi più brevi, che siano idonei a un servizio di Alta Velocità e che siano attribuiti automaticamente agli utenti senza bisogno di farne richiesta, come avverrà a partire dal 2025 per i treni regionali in caso di ritardi superiori ai 60 minuti. Fai sentire la tua voce.

Aderisci alla nostra azione

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Federico Cavallo
Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo
Secondo la nostra ultima indagine, i disagi ferroviari sono sempre più frequenti anche a causa dei cantieri che hanno caratterizzato la scorsa estate e che proseguiranno nel 2025 e nel 2026. La modernizzazione della rete è certamente necessaria e prioritaria, ma deve andare di pari passo con il rispetto dei diritti dei passeggeri, che meritano un servizio di qualità adeguato ai costi sempre più elevati dei biglietti. Quanto sta accadendo evidenzia una grave carenza nella programmazione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e non possiamo permettere che a pagarne il prezzo siano i passeggeri. Gli indennizzi previsti dal Regolamento europeo non sono sufficienti: attualmente il rimborso del 50% del biglietto è previsto solo per ritardi superiori alle due ore. Noi chiediamo il rimborso totale del biglietto per ritardi superiori alle due ore, il rimborso del 50% per ritardi superiori a un’ora per tutti i treni e a 30 minuti per i treni Alta Velocità, considerando che, secondo la nostra indagine, il 34% dei treni in ritardo rientra in queste tempistiche. Inoltre, dall'inchiesa emerge che il 45% dei ritardi si colloca tra i 15 e i 30 minuti, per i quali attualmente non è previsto alcun indennizzo. Per questi casi chiediamo invece un rimborso del 30% del biglietto. Come Altroconsumo chiediamo anche che i rimborsi siano automatici, senza inutili trafile burocratiche, e che il passeggero possa scegliere tra rimborso in denaro o sotto forma di voucher. Vi invitiamo quindi a firmare la nostra petizione: insieme possiamo fare la differenza e far sentire la nostra voce.