L'obesità? Una condizione evitabile. Farmaci e sovrappeso nell'intervista a Silvio Garattini
Silvio Garattini è presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Oggi è una delle voci più autorevoli della ricerca in Italia. Con lui parliamo dei nuovi farmaci per dimagrire a base di semaglutide e altre molecole simili come Ozempic/Wegovy e Mounjaro, considerati come rivoluzionari dalla stampa mondiale per il loro importante ruolo nella lotta contro l’obesità e molto ambiti da tutti coloro che vogliono ottenere una magrezza da copertina.

Questi farmaci hanno guadagnato le copertine di tutti i giornali come la grande scoperta che salverà il mondo dall’epidemia di obesità. Cosa ne pensa?
«Facciamo una premessa: sovrappeso e obesità non cadono dal cielo ma sono condizioni evitabili che dipendono dai nostri comportamenti, cioè dal fatto che c’è molta sedentarietà, ci si muove molto poco e nel contempo c’è un’alimentazione eccessiva. Quindi, se tutti avessero dei buoni comportamenti, l’epidemia di obesità non esisterebbe e non avremmo bisogno di farmaci. Il mercato invece è molto interessato a fare in modo che si spingano i farmaci, perché rendono, mentre la prevenzione no. I nuovi farmaci, come la semaglutide o la terzepatide, funzionano ma non così tanto come si vuol far credere. Perdere il 15-20% dopo più di un anno di trattamento su, ad esempio, 120 kg di partenza, vuol dire perdere circa 20-24 kg: sostanzialmente non è che si risolve il problema completamente con questi trattamenti. Il concetto principale che dobbiamo tenere a mente è che l’obesità è una condizione evitabile»
Sempre più persone li usano anche per fini estetici, per rientrare nei canoni di bellezza che ci vogliono perfetti e magri.
«Usare questi farmaci per diminuire di qualche chilo come si sta facendo, per avere una linea o perché si deve andare al mare o perché ci sono altre circostanze in cui bisogna mostrarsi belli e magri, è veramente sbagliato. Non bisogna dimenticare prima di tutto che hanno degli effetti indesiderati importanti sul sistema gastrointestinale. Inoltre i dati mostrano che questi trattamenti sono efficaci solo fino a un certo punto, perché se non si è imparato a mangiare poco e a muoversi, quando si smettono si riprende peso. Non è che si possa prendere per tutta la vita una medicina... anche perché ci sono effetti tossici come nausea, vomito, diarrea che danno una cattiva qualità di vita. Non solo, molto spesso le persone li sospendono perché gli effetti tossici sono eccessivi»
Quali sono altri possibili rischi?
«Sono stati riportati effetti negativi anche importanti. Ad esempio, la formulazione di pensieri suicidari. Perché non bisogna dimenticare che questi farmaci agiscono anche sul cervello. Regolano infatti i centri della sazietà e dell’appetito, ma possono fare tante altre cose, che scopriremo soltanto con il tempo. Questa è un’altra ragione per cui bisogna stare molto attenti a non abusarne»
Per chi non è in una condizione particolarmente critica a causa dell’obesità, i rischi di questi farmaci superano i benefici?
«Certamente. Ci sono effetti collaterali che non conosciamo per intero perché quello che capita in generale, non solo per questi farmaci ma per tutti i farmaci, è che l’efficacia la ricerchiamo, i benefici li ricerchiamo. Gli effetti tossici li aspettiamo quando arriveranno, non andiamo a cercarli, quindi non possiamo sapere quali saranno. E bisogna spiegare bene alle persone che i farmaci vanno presi solo quando sono veramente importanti, non come rimedio alle nostre cattive abitudini. Quando ci sono altri modi più semplici per stare bene, bisogna preferire questi ultimi, perché non danno effetti collaterali e sono gratuiti. Bisogna incentivare le buone abitudini, insegnare l’importanza dell’attività fisica e della sana alimentazione fin da giovani, anche se questo va contro gli interessi del mercato»