Antitrust sanziona Deutsche Bank per 4 milioni di euro: la pubblicità "Fai +1%" è ingannevole
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha imposto una sanzione da 4 milioni di euro a Deutsche Bank. La campagna promozionale lanciata lo scorso febbraio "Fai +1%" è ingannevole e scorretta. Lo avevamo segnalato.

In seguito alla nostra segnalazione, Antitrust ha imposto a Deutsche Bank una sanzione da 4 milioni di euro. Lo scorso febbraio la società aveva lanciato una campagna pubblicitaria sui principali canali televisivi, radiofonici e online con l'obiettivo di attrarre nuovi capitali con la campagna "Fai +1%", di cui avevamo parlato anche su Altroconsumo Finanza. La promozione era dedicata a chi era già cliente della banca e a tutti i nuovi clienti che, previa apertura di un conto corrente, avessero aderito all'iniziativa entro il 30 aprile 2019 e avessero portato i loro investimenti per almeno 30.000 euro in Deutsche Bank entro il 31 maggio 2019.
Non un aumento capitale, ma un buono elettronico
Contrariamente a quanto dichiarato nella pubblicità, in realtà il bonus promesso non era un aumento dell'1% del capitale investito, ma un buono elettronico da utilizzare sul circuito convenzionato con Eurotarget (BEA IES), di cui si sa ben poco. Anche il regolamento del concorso a premi non era affatto chiaro e, leggendo le condizioni, non si scopriva molto sul circuito o sull'utilizzo del buono. Le uniche informazioni disponibili parlavano di un buono elettronico valido fino alla scadenza della tessera e utilizzabile negli esercizi convenzionati, senza neanche indicare un sito web di riferimento dove poter reperire ulteriori dettagli. In pratica il denaro destinato all'investimento veniva trasformato in denaro da usare per i consumi.
Il messaggio promozionale induceva in errore
Abbiamo sostenuto fin da subito che la campagna pubblicitaria "Fai +1%" fosse ingannevole e scorretta e, a supporto della nostra segnalazione, ora è arrivata anche la multa dell'Antitrust. Già il messaggio pubblicitario, infatti, induceva in errore: il consumatore medio era portato a pensare di poter avere l'1% del capitale trasferito come premio e, nel linguaggio finanaziario, questo significa un incremento del capitale dell'1%, cosa che di fatto non era. Come accertato anche da Antitrust, c'erano diverse ragioni per sostenere la scorrettezza della promozione. Intanto i limiti da rispettare per cui al di sotto dei 30.000 euro il consumatore non otteneva niente e poi anche il fatto che i trasferimenti di denaro dovevano avere dei valori minimi. Come anticipato, inoltre, non era chiaro che la promozione non prevedesse un incremento di valore del capitale investito, ma un pacchetto di punti trasformati in buoni elettronici e spendibili in esercizi convenzionati. Ultima, ma non ultima, in molti casi il premio riconosciuto non superava lo 0,44% dell'investimento, valore ben distante dal +1% promesso.