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Meglio la birra analcolica o quella classica? Il test alla cieca con qualche sorpresa

Le birre analcoliche sono sempre più popolari, ma reggono davvero il confronto con quelle tradizionali? Le abbiamo messe alla prova confrontando gusto, calorie, ingredienti, etichetta e prezzo. Scopri qual è la birra analcolica migliore secondo i nostri esperti e come abbinarla a tavola.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
07 agosto 2025
bottiglie birra

Negli ultimi anni, le birre analcoliche sono diventate una presenza stabile e variegata sugli scaffali dei supermercati. Complici l’attenzione crescente per la salute e un’offerta sempre più ampia, molti consumatori scelgono le birre analcoliche per limitare le calorie o evitare gli effetti indesiderati dell’alcol. Oggi, infatti, le opzioni disponibili sono numerose e comprendono anche versioni “0.0”, completamente prive di alcol.

Ma quando si parla di gusto le birre analcoliche possono davvero competere con le birre classiche? Per rispondere a questa domanda, abbiamo messo alla prova cinque birre analcoliche confrontandole con le rispettive versioni alcoliche delle stesse marche in un assaggio alla cieca. Il risultato non è così scontato.

Nel nostro test abbiamo valutato non solo il gusto, ma anche altre caratteristiche sensoriali (come l'intensità dei profumi, il corpo, la persistenza degli aromi). Dalle informazioni riportate in etichetta abbiamo poi verificato ingredienti e calorie, e da ultimo abbiamo raccolto qualche considerazione sui prezzi. I risultati offrono un quadro completo per orientarsi nella scelta tra birra classica o analcolica, anche in base al proprio stile di vita. E se ti restano ancora dei dubbi sulla birra analcolica, i nostri esperti rispondono a tutte le tue domande

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Gusto a confronto: l’assaggio alla cieca delle birre

Il cuore del nostro test è stato un assaggio alla cieca di cinque coppie di birre, presentate agli esperti in forma anonima sia nella versione analcolica che in quella tradizionale. Abbiamo acquistato i marchi più venduti di birre bionde “classiche” nella grande distribuzione e le rispettive versioni analcoliche, sempre vendute nei supermercati e ipermercati: Moretti, Heineken, Peroni Nastro Azzurro, Birrificio Angelo Poretti e Best Bräu (Eurospin).

Come si è svolto l’assaggio

Le birre, servite in bicchieri standard da degustazione (i cosiddetti bicchieri ISO) contenenti una piccola quantità di prodotto con schiuma, sono state presentate ai giudici in forma anonima e servite a coppie. Più precisamente, sono state date in assaggio, una di seguito all’altra, la versione analcolica e quella “classica” della stessa marca.

Per ogni birra assaggiata, i giudici hanno compilato una scheda di valutazione sensoriale che prendeva in considerazione due aspetti: da un lato, le caratteristiche oggettive, cioè quelle valutazioni che dipendono poco dal gusto personale (come il colore o la compattezza della schiuma); dall’altro, le impressioni soggettive, ovvero quanto la birra è risultata piacevole nell’aspetto, nel profumo e nel gusto. I giudici hanno valutato quindi la frizzantezza, il corpo della birra (cioè quanto risulta densa o leggera in bocca), l’acidità, la presenza di sapori dolci o amari e la sensazione di astringenza, (cioè la sensazione di bocca asciutta). In ultimo i nostri esperti si sono concentrati sull’intensità e la persistenza di diversi aromi: note floreali, fruttate, vegetali, speziate (come la vaniglia), tostate (come caramello o caffè), oltre ai sentori di lievito, cereali e malto.

I risultati: piacciono di più le birre classiche o le analcoliche?

Il giudizio complessivo ha visto le birre classiche generalmente preferite alle analcoliche, ma con differenze che variano da marca a marca.

Le versioni tradizionali di Heineken e Peroni Nastro Azzurro sono risultate più apprezzate rispetto alle analcoliche, ma con uno scarto contenuto. Più netta, invece, la preferenza per la Best Bräu classica, che ha superato decisamente la sua versione senza alcol, ultima nella classifica delle analcoliche.

Sorprendono invece due birre: Moretti e Birrificio Angelo Poretti, le cui versioni analcoliche hanno raggiunto lo stesso livello di gradimento delle rispettive classiche. In particolare, la Poretti analcolica è risultata la più apprezzata tra tutte le analcoliche testate, seguita da Heineken e subito dopo Moretti e Peroni che hanno ottenuto un buon piazzamento a pari merito.

Marca e Denominazione Formato Grado alcolico (% vol.) Voto assaggio
MORETTI La Zero 3 X 33 cl 0,0
MORETTI Ricetta Originale 3 X 33 cl 4,6
HEINEKEN Heineken 0.0 3 X 33 cl 0,0
HEINEKEN Original 3 X 33 cl 5
PERONI NASTRO AZZURRO Birra analcolica 0.0 3 X 33 cl 0,0
PERONI NASTRO AZZURRO Italiana 3 X 33 cl 5,0
BEST BRÄU (EUROSPIN) Analcolica 50 cl max 0,5
BEST BRÄU (EUROSPIN) Birra 50 cl 4,8
BIRRIFICIO ANGELO PORETTI Birra analcolica Zero 4 luppoli 3 X 33 cl 0,5
BIRRIFICIO ANGELO PORETTI L'originale 4 luppoli 3 X 33 cl 5
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C’è differenza di sapore tra birra analcolica e classica?

Dal confronto tra le birre analcoliche e le rispettive versioni classiche emergono alcune differenze nel gusto e negli aromi. Le birre analcoliche, nella maggior parte dei casi, risultano lievemente più dolci e quindi leggermente meno amare rispetto alle tradizionali. Le analcoliche sono per la maggior parte anche leggermente meno astringenti, cioè lasciano una sensazione di minore secchezza in bocca.

Inoltre, le analcoliche mostrano una differenza riguardo agli aromi predominanti: alcune note tipiche della birra, come quelle di lievito, malto e cereali, appaiono leggermente attenuate. Al contrario, le note floreali tendono a emergere con maggiore forza nelle versioni analcoliche, conferendo loro un carattere più delicato ma anche diverso rispetto alle birre classiche. Queste differenze dipendono anche dai processi con cui viene tolto l’alcol, che possono cambiare leggermente il sapore e l’aroma della birra.

Riguardo invece all’intensità dei profumi percepiti nelle diverse birre testate, non ci sono differenze tra analcolica e classica. Allo stesso modo, anche nella valutazione del corpo, i giudici non hanno rilevato divergenze tra i due tipi di birre.

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L'analisi dell'etichetta

Quando si sceglie una birra, il primo elemento utile è leggere con attenzione l’etichetta, che riporta tutte le informazioni essenziali sul prodotto. Per quanto riguarda le birre analcoliche, la legge stabilisce che debbano indicare alcuni dati obbligatori:

  • la denominazione di vendita (“birra analcolica”);
  • l’elenco degli ingredienti;
  • l’indicazione di eventuali allergeni come orzo o frumento;
  • il volume del contenuto (es. 33 cl);
  • il numero di lotto per rintracciare il prodotto;
  • il termine minimo di conservazione;
  • il nome e la sede del produttore o imbottigliatore;
  • lo stabilimento di produzione;
  • la dichiarazione nutrizionale.

Nelle birre analcoliche, a differenza di quelle tradizionali, non è obbligatorio riportare in etichetta il grado alcolico (che per legge in questi prodotti non deve mai superare l’1,2% vol.). Tuttavia, nella pratica quasi tutte le aziende lo indicano in etichetta, come è avvenuto per tutte le birre analcoliche testate nel nostro confronto.

Per il resto, per quanto riguarda le birre classiche, le informazioni obbligatorie sono in gran parte le stesse. Fanno eccezione due elementi: l’elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale, che non sono richiesti per le bevande (e quindi per le birre) con alcol superiore a 1,2% vol., ma che spesso vengono comunque inseriti dai produttori. Tutte le birre del nostro test, sia classiche che analcoliche, riportavano correttamente tutte le informazioni previste dalla normativa.

Gradazione alcolica

Secondo la normativa italiana (Legge 16 agosto 1962, n. 1354), una birra può essere definita “analcolica” se ha un contenuto di alcol non superiore all’1,2% in volume. Questo significa che, pur essendo molto più leggera di una birra tradizionale, può contenere piccole quantità di alcol.

Nel nostro test, tre birre — Moretti, Heineken e Peroni — riportano in etichetta 0,0% vol, quindi sono completamente analcoliche. Le altre due, invece, presentano una minima gradazione alcolica: la birra del Birrificio Angelo Poretti indica 0,5% vol, mentre la Best Bräu (Eurospin) specifica “max 0,5% vol”, ovvero il valore non supera questa soglia.

Anche se in generale le birre analcoliche in commercio rispettano il limite di legge, restando ben al di sotto dell’1,2% vol., è importante controllare sempre l’etichetta, perché una birra definita analcolica potrebbe non essere completamente priva di alcol. Se cerchi una birra davvero “zero alcol”, assicurati che sia indicato chiaramente 0,0% vol.

Quante calorie ha la birra analcolica?

Dal punto di vista nutrizionale, la birra analcolica ha un grande vantaggio: contiene meno calorie rispetto a quella classica. Questo perché l’alcol è una delle principali fonti caloriche nella birra. In media, una bottiglietta da 33 cl di birra analcolica apporta circa 70–80 kcal, mentre la stessa quantità di birra classica ne fornisce circa 130 kcal. Si tratta di quasi la metà delle calorie. Per fare un confronto, una lattina da 330 ml di bibite zuccherate come cola o aranciata contiene circa 140 kcal, quindi più del doppio rispetto a una birra senza alcol.

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IL CONSIGLIO DELL'ESPERTA
Morena Lussignoli - Alimentarista
La birra analcolica può essere abbinata ai cibi proprio come una birra classica, seguendo alcune semplici regole. In generale, più un piatto è ricco e saporito, più la birra dovrebbe essere corposa e aromatica, così da bilanciare profumi e sapori senza risultare troppo debole. Al contrario, con piatti leggeri è meglio scegliere una birra altrettanto delicata, per evitare che venga sovrastata. Tra gli abbinamenti consigliati ci sono la pizza, la pasta al ragù, i filetti di pesce, le frittate, ma anche piatti freschi come le insalate di legumi o il cous cous di verdure. Naturalmente, non esistono regole rigide: spesso il miglior abbinamento nasce proprio dalla sperimentazione e dal gusto personale.

Marchi e formati disponibili in commercio

Nel nostro test abbiamo selezionato le versioni analcoliche delle birre bionde più vendute nei supermercati: Moretti, Heineken, Peroni Nastro Azzurro, Birrificio Angelo Poretti e la birra a marchio Best Bräu di Eurospin. Tuttavia, il mercato offre molte altre opzioni, come la birra analcolica Forst, oppure ci sono anche la Clausthaler o la Tourtel, che sono marchi specializzati in birre senza alcol. Anche le catene della grande distribuzione propongono le proprie birre analcoliche: Coop, ad esempio, vende “La zero bionda”, mentre da Lidl si trova la Finkbräu analcolica.

Le birre analcoliche si trovano per lo più in multipack da 3 bottiglie da 33 cl, seguiti da bottiglie singole da 33 o 66 cl e, più raramente, da lattine da 50 cl. Il formato in lattina, infatti, rappresenta una piccola parte dell’offerta complessiva.

Quanto ai prezzi, le birre analcoliche possono variare tra i 2,50 e i 4,90 euro al litro, a seconda del formato. Le bottiglie da 33 cl sono le più costose al litro, mentre quelle da 66 cl risultano più convenienti. Rispetto alle corrispondenti birre classiche, le analcoliche possono costare in media circa 69 centesimi in più al litro, sia per un costo di produzione spesso più alto, sia perché sono vendute soprattutto nei formati piccoli, che hanno un prezzo al litro maggiore. Per la bottiglia da 66cl si riscontra invece generalmente un prezzo al litro più vicino a quello delle corrispettive alcoliche.

Solo in rari casi le analcoliche costano meno delle classiche: ad esempio, una lattina da 50 cl di Best Bräu analcolica costa 49 centesimi, contro i 59 centesimi della versione alcolica dello stesso marchio.

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