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Cos’è il Bisfenolo A, dove si trova e perché può essere pericoloso per la salute

Il bisfenolo A, noto come BPA, è una sostanza presente in molti oggetti di uso quotidiano: dalle lattine agli scontrini, fino ai giochi per bambini. Studi europei confermano che gran parte della popolazione è esposta a livelli preoccupanti. Scopri cos’è, dove si trova e quali sono i rischi per la salute.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
20 agosto 2025
prodotti per l'infazia

Cos’è il bisfenolo A e perché se ne parla tanto? Il Bpa è il più conosciuto della famiglia dei bisfenoli, composti chimici usati per produrre plastiche e resine. Secondo Efsa ed Eea, può danneggiare il sistema ormonale, alterare lo sviluppo prenatale e avere effetti sull’ambiente. Nonostante le restrizioni europee, è ancora presente in molti prodotti di uso comune. Sapere dove si trova e come evitarlo è il primo passo per proteggere la tua salute. Torna all'inizio

Che cos’è il Bisfenolo A

Bpa cos’è, bisfenolo A cos’è e che cos’è il bisfenolo sono domande comuni quando si parla di sostanze chimiche presenti in oggetti di uso quotidiano. Il bisfenolo A (Bpa) è il più noto della famiglia dei bisfenoli, un gruppo di composti chimici con proprietà simili, utilizzati soprattutto per la produzione di plastiche e resine.

Secondo l’Efsa – Autorità europea per la sicurezza alimentare, il bisfenolo A rappresenta un rischio per la salute umana, mentre l’Eea – Agenzia europea per l’ambiente lo identifica anche come minaccia per gli ecosistemi. Un’ampia indagine dell’Eea su quasi 3mila persone in 11 Paesi europei ha evidenziato che il 92% dei partecipanti aveva nelle urine concentrazioni di bisfenolo A superiori alla soglia di rischio, confermando un’esposizione diffusa e preoccupante.

Per ridurne i pericoli, l’Unione europea ha introdotto norme che limitano l’uso di alcuni bisfenoli, con l’obiettivo di proteggere la salute pubblica e tutelare l’ambiente.
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Dove si trova il BPA?

Questa sostanza, insieme ad altri bisfenoli, è presente in moltissimi oggetti di uso quotidiano. Viene impiegata soprattutto nella produzione di plastiche e resine, come il policarbonato, un materiale rigido e resistente usato per realizzare stoviglie, borracce, bottiglie riutilizzabili e attrezzature sportive.

I bisfenoli sono inoltre utilizzati per rivestire l’interno di lattine per alimenti e bevande – in questo caso il Bpa serve a evitare la corrosione del metallo e a prolungare la conservazione – e per produrre carta termica (come quella degli scontrini fiscali), tessuti sintetici e rivestimenti protettivi. L’uso del Bpa nella carta termica è vietato in Europa dal 2020, mentre dal 2011 non può più essere impiegato per produrre biberon.

Prodotti comuni che possono contenere bisfenolo A

Un elenco non esaustivo dei prodotti dove puoi trovare il bisfenolo A o altri bisfenoli nella vita di tutti i giorni:

  • Contenitori in plastica rigida.
  • Bottiglie in plastica riutilizzabili.
  • Borracce.
  • Lattine per alimenti e bevande.
  • Alimenti conservati in plastica o metallo.
  • Giochi in plastica per bambini.
  • Biberon (vietati dal 2011) e ciucci.
  • Tessuti sintetici e oggetti in pelle.
  • Carta termica per scontrini fiscali (vietata dal 2020).
  • Carta forno e altri rivestimenti per uso alimentare.
  • Pavimenti, rivestimenti per carrozzerie e adesivi

Cosa abbiamo trovato nelle nostre inchieste

Le nostre indagini hanno confermato che il Bpa e altri bisfenoli sono diffusi in molti prodotti destinati ai bambini, come giochi per la dentizione e borracce, ma anche all’interno delle lattine per conserve e bevande. Su 179 campioni analizzati tra tessili (copertine, calzamaglie, bavaglini) e scarpine da bebè, oggetti in plastica (come borracce, massaggiagengive, occhiali da sole per bambini) e alimenti in lattina, abbiamo rilevato che:

  • il 44% conteneva bisfenoli considerati preoccupanti o li rilasciava in quantità elevate;
  • più del 60% dei prodotti in plastica rilasciava da uno a sei tipi di bisfenolo, incluso il Bpa;
  • il 64% dei tessili conteneva almeno tre tipi di bisfenolo e nel 14% dei casi la concentrazione di Bpa superava il limite di sicurezza stabilito dal Comitato scientifico europeo per la sicurezza dei consumatori;
  • tutti i contenitori analizzati per alimenti in conserva e bibite in lattina presentavano bisfenoli (l’alimentazione è infatti la principale fonte di esposizione).

In un’altra nostra inchiesta sui ciucci, abbiamo trovato Bpa in due campioni.

Il problema dell’esposizione quotidiana

Questi prodotti non erano fuori legge: risultavano conformi alle normative e non rappresentavano un pericolo immediato. Tuttavia, il quadro generale è preoccupante. L’uso quotidiano di oggetti in plastica, abbigliamento sintetico o il consumo di alimenti e bevande in contenitori rivestiti comporta un rischio reale di esposizione cumulativa.
Per questo è necessario rivedere la legislazione, adottando un approccio più prudente e fissando limiti di esposizione più bassi, in particolare per proteggere i bambini.


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Il bisfenolo fa male? Effetti sulla salute

Gli effetti del bisfenolo A sulla salute e i rischi a lungo termine sono al centro di numerosi studi scientifici e valutazioni ufficiali. Il Bpa, o bisfenolo A, è uno dei composti chimici più diffusi nelle plastiche e nelle resine, ma anche uno dei più discussi per l’impatto sulla salute umana e sull’ambiente.

Secondo l’Echa – Agenzia europea per le sostanze chimiche, molti bisfenoli possono danneggiare la fertilità e disturbare il sistema ormonale, sia nelle persone che negli animali. In particolare, il Bpa fa male perché classificato come sostanza pericolosa: può compromettere la fertilità, è molto tossico per la vita acquatica (con effetti anche a lungo termine), provoca gravi danni agli occhi, irritazioni respiratorie e reazioni allergiche cutanee. L’Eea – Agenzia europea per l’ambiente conferma che il bisfenolo A è un interferente endocrino, capace di mimare gli estrogeni umani e alterare il sistema ormonale. Se l’esposizione avviene durante la gravidanza, può compromettere lo sviluppo prenatale del feto. Studi recenti evidenziano anche la capacità del Bpa di alterare il sistema immunitario, aumentando il rischio di malattie autoimmuni.

Per quanto riguarda il dibattito “bisfenolo A cancerogeno”, attualmente il Bpa non è classificato come cancerogeno; tuttavia, l’Iss – Istituto superiore di sanità segnala possibili effetti preoccupanti, come un aumento del rischio di obesità e di tumore mammario. Alcuni bisfenoli, inoltre, possono provocare allergie cutanee.

Dal punto di vista ambientale, l’Eea avverte che il bisfenolo A agisce come interferente endocrino anche nella fauna selvatica, con effetti noti soprattutto sui pesci e su altri vertebrati. Per questo l’Echa lo classifica come molto tossico per l’ambiente acquatico e con effetti di lunga durata.

L’esposizione al Bpa è diffusa: come ricorda l’Iss, piccole quantità possono migrare dai contenitori ai cibi e alle bevande, soprattutto se i materiali sono danneggiati o utilizzati ad alte temperature. Alla luce di questi dati, è evidente che l’uso del BPA e di altri bisfenoli andrebbe limitato o vietato, in particolare nei prodotti per l’infanzia e nei materiali a contatto con gli alimenti. Alcune norme europee esistono già, ma come evidenzia la nostra inchiesta di maggio 2023, non sono ancora sufficienti a proteggere i consumatori più vulnerabili, soprattutto i bambini. Torna all'inizio

Normativa europea sul BPA

L’Unione Europea ha adottato diversi regolamenti sull’uso dei bisfenoli nei prodotti di consumo. In particolare, si è concentrata sul Bpa, il bisfenolo su cui ci sono più dati di tossicità, essendo classificato dall’Echa come tossico per la riproduzione e interferente endocrino, rientra nella lista delle sostanze estremamente preoccupanti (Svhc:  Substances very high concern) che, secondo i criteri del Reach, il regolamento europeo Ce 1907/2006 sulle sostanze chimiche, dal 2018, sono destinate a limitazioni d'uso e, ovunque possibile, alla sostituzione con sostanze meno nocive.

Per il Bpa sono state adottate diverse restrizioni, come il divieto dell’uso nei biberon dal 2011 (Regolamento Ue 321/2011), seguito da ulteriori restrizioni nella produzione di materiali destinati al contatto alimentare a partire dal 2018. Dal 2020 è vietata la sua presenza in quantità superiori allo 0,02% nella carta termica usata per gli scontrini e, dal 2009, è inserito nell'elenco delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici (Regolamento Ce 1223/2009) mentre dal 2014, è soggetto a limite di migrazione nei giocattoli per bambini con meno di 3 anni destinati ad essere messi in bocca.

Il 19 dicembre 2024 la Commissione europea ha introdotto il divieto di usare il bisfenolo A (Bpa) nei materiali a contatto con gli alimenti, alla luce della rivalutazione del rischio eseguita dall'Efsa che ha abbassato la  dose giornaliera tollerabile di 20000 volte rispetto a quella stabilita nel 2015. Lo stesso regolamento ha introdotto divieti e limitazioni d’uso nei materiali a contatto con alimenti anche per altri bisfenoli considerati pericolosi per la salute. Per evitare situazioni in cui un bisfenolo pericoloso venga sostituito con un altro che può essere altrettanto dannoso, l'Echa e gli Stati membri hanno valutato 148 bisfenoli come gruppo, le autorità hanno scoperto che:

  • 34 bisfenoli dovrebbero essere limitati ai sensi della legislazione dell'Ue sulle sostanze chimiche, Reach, in quanto possono interferire con i sistemi ormonali e influenzare la riproduzione e hanno proposto l'identificazione come sostanze estremamente preoccupanti (Svhc) e la classificazione come sostanze pericolose;
  • 26 bisfenoli che non sono sospettati di essere interferenti endocrini o tossici per la riproduzione, ma la maggior parte di essi sono sensibilizzanti della pelle e, per molti, sono necessari ulteriori dati prima di poter valutare i potenziali effetti come interferenti endocrini o sostanze tossiche per la riproduzione.
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Come limitare l’esposizione ai bisfenoli

Come visto, i bisfenoli, e in particolare il Bpa, sono sostanze chimiche presenti in molti oggetti di uso quotidiano, soprattutto in alcuni tipi di plastica e rivestimenti interni delle lattine. Ridurne l’esposizione può aiutare a limitare potenziali rischi per la salute.

Bpa free: significato e limiti dell’etichetta

La dicitura "Bpa free" indica che il prodotto è dichiarato dal produttore come privo di bisfenolo A. Si tratta però di un claim volontario, non soggetto a standard obbligatori né a verifiche da parte di enti terzi con protocolli riconosciuti a livello internazionale. Questo significa che un prodotto senza tale etichetta può comunque essere privo di Bpa, mentre un articolo marchiato “Bpa free” potrebbe contenere altri bisfenoli potenzialmente rischiosi per la salute.

Come ridurre al minimo l’esposizione al bisfenolo A, agli altri bisfenoli e più in generale ai plastificanti presenti nei prodotti? Ecco alcuni consigli. 

Consiglio Dettagli pratici
Usare materiali alternativi Preferire vetro, ceramica o acciaio inossidabile per consumare i pasti, limitando l’uso di contenitori in plastica.
Evitare plastica non adatta al microonde Non scaldare gli alimenti in contenitori di plastica non idonei; per i cibi pronti, verificare che sull’imballaggio sia indicata l’idoneità alla cottura in microonde.
Controllare i giochi in plastica per bambini Verificare che siano idonei sotto i 3 anni, evitare che vengano messi in bocca e sostituirli quando non sono più integri.
Limitare il contatto con tessuti sintetici Tessuti come il poliestere andrebbero lavati prima dell’uso; meglio optare per fibre naturali o indumenti certificati Oeko-Tex o Ecolabel, che garantiscono l’assenza di sostanze nocive.

Seguire queste indicazioni non elimina completamente il rischio di esposizione, ma può contribuire in modo significativo a ridurlo, soprattutto nei bambini e nei soggetti più vulnerabili.

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