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Cambio fornitore luce in 24 ore: cosa cambia davvero dal 2026

Dal 2026 sarà più semplice cambiare fornitore di energia elettrica: la procedura sarà più veloce, ma non istantanea. Ecco come funzionerà davvero, i tempi reali e i diritti dei consumatori.

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20 agosto 2025
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Cambiare fornitore di energia elettrica potrebbe diventare molto più semplice e rapido dal 2026. La novità arriva dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), che sta predisponendo un nuovo sistema per ridurre drasticamente i tempi delle pratiche. Diversi organi di informazione hanno parlato di “cambio in 24 ore”, prospettando un’autentica rivoluzione per famiglie e consumatori. Ma è davvero così? La realtà, come spesso accade, è un po’ più complessa.

Oggi, quando si decide di passare a un nuovo operatore, possono servire uno o due mesi prima che la fornitura venga effettivamente gestita dal nuovo fornitore. Una lentezza che spesso scoraggia chi vorrebbe approfittare di offerte più convenienti. Con le nuove regole, invece, i tempi si ridurranno sensibilmente, garantendo maggiore libertà di scelta.

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Cambio fornitore in 24 ore? Cosa significa davvero

L’idea di un passaggio istantaneo in un solo giorno è suggestiva, ma non corrisponde alla realtà. La proposta di Arera prevede infatti che le “24 ore” siano il tempo a disposizione dei fornitori – quello che si sta lasciando e quello con cui si sta sottoscrivendo il nuovo contratto – per gestire le pratiche tecniche necessarie al passaggio.

Per i clienti domestici i tempi si ridurranno a circa tre settimane: non immediati, ma comunque molto più veloci degli attuali due mesi.

Per chi guarda alla bolletta, il vantaggio è evidente: se una tariffa diventa poco competitiva, sarà possibile sostituirla più rapidamente, senza attendere a lungo e continuare a pagare di più. In altre parole, il mercato diventa più dinamico e premia chi sa scegliere in modo consapevole.

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Quando entrerà in vigore il nuovo sistema

La novità è attesa per il 2026, ma non esiste ancora una data ufficiale di avvio. Mancano infatti alcuni dettagli tecnici da definire, senza i quali il nuovo sistema non può entrare in funzione. È quindi probabile che si debba attendere qualche mese dall’inizio dell’anno prima di vedere concretamente i primi cambiamenti.

Per i consumatori, però, la prospettiva è già significativa: sapere che i tempi si accorceranno dà più fiducia nella possibilità di cambiare operatore in modo agile, senza restare intrappolati a lungo in tariffe poco convenienti.

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Un vantaggio reale per i consumatori

La possibilità di accedere a offerte più convenienti in tempi più rapidi rappresenta un passo avanti importante per chi cerca di ridurre il peso delle bollette.

Immaginiamo, ad esempio, che una persona si renda conto che la propria tariffa non è più tra le più economiche sul mercato: con le regole attuali deve attendere fino a due mesi per cambiare realmente gestore, continuando a pagare cifre più alte. Dal 2026, invece, in sole tre settimane potrà passare al nuovo fornitore, con effetti più immediati sui costi.

Un mercato più flessibile, inoltre, può stimolare la concorrenza tra le aziende, che saranno spinte a proporre condizioni migliori e tariffe più vantaggiose per attrarre i clienti.

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Diritto di ripensamento: una tutela che resta

Accorciare i tempi non significa ridurre le tutele. Il diritto di ripensamento rimane intatto: entro 14 giorni dalla firma del contratto, il consumatore può annullare tutto e tornare con il vecchio fornitore.

Questa garanzia è fondamentale, soprattutto in un contesto in cui – nonostante il filtro anti-spoofing introdotto da Agcom – persistono le chiamate moleste dei call center, che spesso promettono risparmi fuori mercato. Chi dovesse cadere in una trappola commerciale, quindi, continuerà ad avere lo strumento per annullare l’errore senza subire conseguenze economiche.

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E per il gas?

Al momento la riforma riguarda esclusivamente l’energia elettrica. Per il gas non sono previste modifiche: le procedure continueranno a seguire i tempi attuali.

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