Mascherine di stoffa: come lavarle e sanificarle in modo efficace
La pubblicità è piena di prodotti che promettono di aiutarci nella sanificazione delle mascherine di comunità (quelle di stoffa ad esempio). Lavatrici con programmi specializzati, prodotti a base di alcol, igienizzanti. Ecco cosa serve davvero.

Al contrario di quelle usa e getta, le mascherine di comunità hanno il vantaggio di poter essere riutilizzate. Ma perché siano davvero efficaci vanno usate secondo alcune regole precise. Non solo: bisogna fare attenzione a come si lavano. Lavaggi frequenti ad alte temperature possono rovinare il tessuto e quindi far perdere efficacia protettiva alla mascherina.
In commercio ci sono lavatrici con programmi di lavaggio dedicati solo alle mascherine e prodotti igienizzanti di vario tipo che si aggiungono o sostituiscono al detersivo comune. Ma tutte queste cose servono davvero? La risposta è no. Con alcune semplici accortezze possiamo risparmiare, tempo, denaro ed energia senza pesare sull’ambiente.
Lavatrici con programmi dedicati: non servono
Nelle sue lavatrici che funzionano con la tecnologia IoT, Candy ha inserito due nuovi programmi di lavaggio dedicati esclusivamente alle mascherine di stoffa. Secondo la pubblicità, grazie a questi programmi specifici non bisogna più preoccuparsi di impostare correttamente temperature, tempi di lavaggio, carico, dosi di detersivo. Tutte le indicazioni vengono selezionate già dall’applicazione che fa funzionare questi elettrodomestici di ultima generazione.
Il primo programma si chiama Masks Sanitisation: dura 110 minuti con una temperatura di 60°. Peccato, però, che molte delle mascherine lavabili in commercio non sopportano lavaggi a 60°: a queste temperature, infatti, il tessuto si rovina. Inoltre, il virus con temperature così alte, diventa inattivo dopo pochi minuti: non serve quindi un ciclo di lavatrice completo. Se proprio si vuole fare un lavaggio ad alte temperature per un eccesso di scrupolo, meglio un ammollo in acqua bollente per 10 minuti.
Il secondo è il programma Masks Refresh: dura 45 minuti e ha una temperatura di a 40°. Se si opta per questa opzione, piuttosto che fare un lavaggio a parte, il nostro consiglio è quello di aggiungere le mascherine al resto del bucato.
Additivi e igienizzanti: non sanificano di più
Oltre a lavatrici con programmi dedicati, in commercio si trovano anche moltissimi prodotti come detersivi e igienizzanti da aggiungere ai lavaggi. L’aggiunta di questi prodotti non migliora la sanificazione delle mascherine in tessuto: nessuno di questi detersivi, ammorbidenti o igienizzanti contiene molecole specificatamente riconosciute come attive sul Covid-19. Inoltre, anche se le avessero sarebbero del tutto superflue perché per distruggere le particelle virali bastano i detergenti classici insieme all'azione meccanica dello sfregamento.
Il lavaggio con un detersivo classico e l’asciugatura all’aria o in asciugatrice garantiscono l’eliminazione di tutto quello che era inzialmente presente sulla mascherina di stoffa. Inoltre, usando questi prodotti si aumenta l’inquinamento delle acque e, dato che rimangono sui tessuti, anche la possibilità di provacare reazioni in persone con la pelle sensibile.
Alcol: meglio di no
Esistono in commercio molti prodotti soprattutto spray a base di alcol, per lo più indicati per le mascherine usa e getta. Occorre dire che se è vero che al di sopra dei 70° l’alcol è efficace per far inattivare il virus (e questo lo rende perfetto per sanificare le superfici o le mani) è invece abbastanza inutile sulle mascherine. In alcuni casi, ad esempio per le mascherine filtranti (le ffp2), spruzzare o immergere la mascherina nel alcol rischia solo di degradarne gravemente il tessuto facendole perdere efficacia.
Per quanto riguarda le mascherine di stoffa, dato che sono lavabili, va da sé che abbia molto più senso lavarle dopo l'utilizzo piuttosto che cospargerle di alcol; mentre per quelle usa e getta (le chirurgiche), se proprio le si vogliono riutilizzare (perché magari usate solo per pochi minuti), basta lasciarle appese all'aria per 3 o 4 giorni: in questo modo non rimarrà alcuna traccia del virus.