Il mio nome è Stefano Gilardoni e il 17 agosto u.s. lei si è presentato a casa mia, in Via Achille Grandi 32 (PV), in seguito al contatto ricevuto da “Pronto Intervento Fabbro Pavia” per la mia richiesta di aggiustare la basculante di un box bloccata.La presente è per contestare il suo intervento, nella modalità e nel costo, per i seguenti motivi:- Non ha anticipato il costo prima di eseguire l’intervento- Non mi ha mostrato un prezziario, dimostrandomi che non si sia preso gioco di me approfittando della mia necessità e della mia condizione di disabile- Ha insistito per presentarsi a casa mia in orario serale nonostante io le abbia chiesto di rimandare ad un giorno successivo- Ha danneggiato la basculante in più punti (prendendo a martellate la serratura e forzandola con delle tenaglie, scardinando la basculante con una leva e infine rompendo un cuscinetto)- Alle mie proteste per i danni subiti ha risposto che se avesse voluto essere preciso avrebbe studiato per fare il medico, ma che invece fa il fabbro- Dopo aver rotto la serratura mi ha proposto di cambiarla con una procurata da lei al costo di 100€, proposta da me rifiutata- Ha rotto la chiave nella serratura- Non ha aggiustato la basculante, l’ha solo scardinata per sbloccarla- Non ha individuato il problema, attribuendo la responsabilità del blocco della basculante prima alla serratura, poi al motore, poi al carrello del meccanismo di sollevamento- Mi ha detto che per questo tipo di intervento si fa pagare 450-600 euro, ma che il costo dell’intervento me l’avrebbe fatto pagare 600 euro “perché c’è stato da tribolare”- Mi ha chiesto di essere pagato in contanti o con POS, senza però avere il POS funzionante- Su mio suggerimento, dovuto a indicazioni ricevute dal servizio Pronto Intervento Fabbro Pavia, ha accettato di essere pagato con bonifico – salvo però richiedere di essere pagato con bonifico istantaneo perché, a detta sua, è quanto richiesto dal servizio di cui sopra (ma dal servizio non ho ricevuto conferma di questa informazione)- Ha fatto pressione per il pagamento istantaneo adducendo l’argomentazione per cui doveva andare a cena- Non mi ha rilasciato la ricevuta per l’intervento- Successivamente al pagamento le ho proposto il compromesso per cui lei mi restituisca 400 dei 600 euro pagati perché la differenza è l’unico costo che mi sento di poter pagare per il poco che (non) ha fatto, ma da parte sua non c’è stata risposta.A fronte di tutto ciò rinnovo il suggerimento dell’ultimo punto. Se non mi avrà restituito la somma entro una settimana procederemo per vie legali contro di lei. In questo caso naturalmente la richiesta di rimborso di 400 euro diventerà una richiesta di rimborso totale, con l’aggiunta del rimborso per danni morali e dei costi delle spese legali.Stefano Gilardoni