In data 21 ottobre 2025 ho effettuato un ordine su AliExpress. Lo stesso è stato spedito in data 24 ottobre, dai Paesi Bassi, con consegna prevista tra il 29 ottobre e l’1 novembre.
Tale ordine, che conteneva più articoli, è stato diviso in due: una parte è stata affidata a BRT, l’altra a un altro corriere.
La parte affidata all’altro corriere è arrivata a destinazione in data 28 ottobre.
In data 31 ottobre, mi è arrivata un’email in cui mi si informava che il mio pacco sarebbe stato consegnato durante la giornata.
La consegna non è avvenuta e BRT non mi ha inviato nessuna notifica di spiegazione per giustificare il disservizio.
In data 1 novembre, controllando il tracking fornitomi, ho scoperto che l’indirizzo di consegna indicato sul sito da BRT era errato ed era stato riportato che non era stato possibile effettuare la consegna in quanto l’indirizzo risultava – appunto – errato.
Nella stessa giornata, ho inviato una segnalazione usando l’apposito modulo di contatto, chiedendo cosa dovessi fare per far correggere l’indirizzo. Ad oggi, non ho ricevuto risposta a quella segnalazione.
In data 4 novembre, BRT ha provato a effettuare di nuovo la consegna presso l’indirizzo errato. Per ovvie ragioni non è stato possibile consegnare il pacco.
In data 5 novembre, ho chiamato la filiale di Pieve Fissiraga di BRT, luogo in cui risultava essere collocato il mio pacco.
Qui mi è stato detto che, nonostante il negozio abbia fornito il mio numero al corriere, BRT non può chiamarmi per confermare l’indirizzo di consegna, in quanto non può essere sicuro che io sia veramente il destinatario.
In data 6 novembre, BRT ha consegnato il mio pacco presumibilmente a un ufficio postale a Milano, senza provare a fare nulla per effettuare la consegna a me.
In data 7 novembre, ho chiamato di nuovo la filiale di Pieve Fissiraga per chiedere delucidazioni e ho riscontrato solo offese e maleducazioni da parte delle due operatrici con cui ho avuto la sfortuna di parlare. Entrambe hanno chiuso la chiamata senza darmi la possibilità di spiegare. Una di loro, andando in contrasto con quanto dichiarato dalla collega due giorni prima, ha dichiarato che a loro non era stato fornito nessun numero di telefono. Nella pagina del tracking, nella sezione in cui è presente il mio indirizzo, sono riportate anche la mia email e il mio numero di cellulare. Questo conferma che BRT ha i miei numeri di contatto.
Ho provato a effettuare una terza chiamata, ma vedendo il mio numero di cellulare gli operatori si sono rifiutati di rispondere e mi hanno lasciato in attesa per 24 minuti. Poi ho chiuso io, la chiamata.
Per effettuare il rimborso, il venditore chiede una prova del fatto che il pacco sia stato lasciato presso un ufficio postale troppo lontano da casa mia.
Ho contattato più volte BRT, chiedendo l’indirizzo in cui è stato lasciato il pacco, ma BRT si rifiuta di nuovo di rispondere alle mie domande.
Chiedo dunque in questa sede che BRT mi fornisca l’indirizzo dell’ufficio postale in cui ha lasciato il mio pacco, in modo che io possa contattare tale ufficio.
Ho infatti provato a contattare le Poste. A differenza di BRT, gli operatori sono stati gentilissimi, ma senza un codice di tracciamento non possono sapere dov’è finito il mio pacco. Contando che a Milano ci sono una ventina di uffici postali, per ovvie ragioni non posso chiamare tutti per sapere dove BRT ha lasciato il mio pacco.