Il 4 dicembre 2020, in un momento di difficoltà nella gestione di mio padre, ho sottoscritto a nome di mio padre un abbonamento annuale al servizio delle Tate di Beatrice. Avevamo, infatti, bisogno di aiuto per individuare un badante per mio padre anziano e malato. Dopo aver ricevuto alcune segnalazioni di profili parzialmente compatibili con la nostra richiesta (cercavo un OS patentato e non tutti i profili corrispondevano), il 15 dicembre ho scritto una email per comunicare che mio padre era stato trasferito in una RSA perchè la situazione stava precipitando. Con l'occasione, ho chiesto la restituzione della quota associativa non fruita. Mi hanno risposto che avrebbero chiesto in amministrazione se si può procedere al rimborso della quota associativa non utilizzata. Dopo una sola settimana, il 22 dicembre 2020, mio padre è venuto a mancare. Nel comunicare la notizia, ho ribadito la mia intenzione di richiedere la quota non fruita. Mi fu risposto che ci voleva del tempo e la pratica sarebbe stata lunga.A distanza di 6 mesi, ho ricontattato l'associazione via whatsapp per chiedere aggiornamenti. La persona che mi ha risposto mi ha ribadito che la pratica è lunga e la restituzione non è dovuta. Ho chiesto ripetutamente di essere contattata da un responsabile, cosa che non è mai avvenuta. Nel ricontrollare i documenti ricevuti nella fase precontrattuale, mi sono resa conto che nel regolamento (un elenco di punti su un foglio Word non intestato) non è menzionato il caso di interruzione del contratto per decesso del tesserato. Solo dietro mio sollecito via PEC ho ricevuto la fattura relativa al mio pagamento (scritta a mano e su cui nutro qualche perplessità). E' mia intenzione denunciare 1) la mancata trasparenza della fase precontrattuale, 2) la scarsa disponibilità degli operatori e dei responsabili nella gestione del cliente 3) la immotivata negazione del rimborso della quota associativa non fruita causa decesso di mio padre, intestatario della tessera.