in data 19/06/2025 ho inviato una PEC formale per richiedere la restituzione dell’acconto versato il 12/06/2025, relativo al corso “Networker Mastermind – Metodo Onet 3.0”, acquistato telefonicamente tramite vostro collaboratore in data 12.6.u.s.
La procedura prevedeva che la parte residua dell’importo venisse saldata tramite finanziamento offerto da Banca Sella, secondo le modalità da voi proposte.
In caso di mancata approvazione del finanziamento, come da art. 7 del vostro regolamento, era previsto il rimborso integrale dell’acconto versato, in quanto non sussistevano più le condizioni per la fruizione del servizio, non essendo possibile saldare da parte mia la parte residua con fondi personali.
Confermo che il rimborso è effettivamente pervenuto.
Tuttavia, nella vostra PEC di risposta, ricevuta in data 23/06/2025, che conferma l'avvio della procedura per la restituzione dell'acconto, si legge la seguente affermazione:
“Con la presente La informiamo, infine, che non sarà più possibile acquistare o attivare ulteriori pacchetti presso la nostra azienda, in via definitiva.”
Ritengo tale affermazione discriminatoria e non giustificata da alcuna motivazione legittima.
Aggiungo che, nonostante la Vostra dichiarata disponibilità a un confronto telefonico con la vostra amministrazione, non ho mai ricevuto alcun riscontro né è stato organizzato alcun contatto chiarificatore.
Trovo corretto in questo contesto rammentarvi quanto segue nei termini normativi che regolano i rapporti commerciali:
Motivazioni e richiami normativi
Art. 187 del Regolamento di attuazione al Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza
Un esercente può rifiutarsi di vendere beni o servizi solo in presenza di motivi legittimi.
Non risulta che il mio comportamento sia mai stato scorretto o lesivo nei confronti della vostra azienda; al contrario, ho già effettuato un acquisto precedente, pagando regolarmente l’importo previsto (come da vostra dashboard), e ho promosso positivamente la validità dei vostri percorsi formativi attraverso passaparola e segnalazioni ad altre persone.
In nessun punto del vostro regolamento si specifica che la richiesta di rimborso per esito negativo del finanziamento comporti automaticamente la preclusione all’accesso futuro ai vostri servizi.
Preciso inoltre di non aver mai assunto atteggiamenti ostili o lesivi, agendo sempre nel rispetto delle regole contrattuali previste, in qualità di consumatore privato e non aziendale, posizione che impone l’osservanza della normativa vigente in materia di tutela del consumatore.
Art. 20 del Codice del Consumo (D.lgs. 206/2005)
È vietata ogni forma di discriminazione tra consumatori per ragioni economiche o per aver esercitato un diritto previsto dal contratto.
Art. 3 della Costituzione Italiana
Tutti i cittadini hanno diritto a pari trattamento, senza esclusioni arbitrarie o discrezionali.
Richiesta formale
Chiedo che venga ritirata la dichiarazione di esclusione definitiva dai vostri servizi e che mi sia riconosciuto il diritto di essere trattata come qualunque altro cliente, nel rispetto delle normative sopra citate, qualora, in futuro, si presentasse da parte mia la disponibilità economica per un nuovo acquisto.
La frase contenuta nella vostra comunicazione del 23/06/2025 (“non sarà più possibile acquistare o attivare ulteriori pacchetti presso la nostra azienda, in via definitiva”) appare ambigua e suscettibile di fraintendimenti, lasciando intendere una volontà di discriminazione nei confronti di studenti volenterosi, ma impossibilitati a concludere un acquisto per motivi economici momentanei.
Voglio credere che non fosse questa la vostra intenzione, e proprio per questo ritengo necessario richiedere un chiarimento formale, nel rispetto dei principi di trasparenza, correttezza e parità di trattamento tra cliente e professionista.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti e invio la presente per segnalare formalmente tale condotta anche ad Altroconsumo, tramite reclamo pubblico, affinché valuti se sussistano gli estremi per un’ulteriore azione a tutela dei diritti del consumatore.