Milano, 27 maggio 2025
Spett.le Ares Investment Property s.r.l.,
con la presente facciamo seguito alla contestazione, già effettuata telefonicamente e via Whatsapp al numero +39 0510216274 in data 25 aprile 2025, per contestare nuovamente quanto accaduto.
L’8 aprile scorso abbiamo proceduto telefonicamente alla prenotazione numero 1107/2025 relativa a una stanza per 2 adulti e un neonato la notte tra il 25 ed il 26 aprile 2025 presso il San Felice Residence di via Monaldo Calari 25, Bologna. Della prenotazione ci avete dato conferma via Whatsapp e via email il giorno stesso in cui è stata effettuata.
Come da accordi, il pagamento della tariffa per il soggiorno è stato da noi effettuato, in anticipo rispetto alla data del soggiorno, il 18 aprile 2025 mediante carta di credito.
Il giorno dell’arrivo ci è stato sollecitato il check-in online il quale, per essere effettuato, ha richiesto l’accettazione delle condizioni generali trasmesseci solo in tale occasione e non prima del pagamento della tariffa per il soggiorno né tantomeno prima dello scadere del termine per esercitare gratuitamente il recesso. Ciò in aperta violazione delle norme di cui al Codice del Consumo.
A seguito del check-in online, non solo avete rifiutato di accoglierci presso la vostra struttura, ma non ci avete nemmeno restituito quanto già pagato per il soggiorno.
La ragione da voi addotta è stata l’assenza di carta d’identità del neonato di due mesi e mezzo (disponevamo di altri documenti d’identità di nostro figlio: certificato di assistenza al parto, nostre carte d’identità e suo codice fiscale). A vostro dire tale condizione sarebbe racchiusa nelle condizioni generali da noi sottoscritte per effettuare il check-in, ma le stesse, con riferimento ai neonati, menzionano solo generici “documenti di identità” e non precisano che sarebbe stata accettata solo la “carta d’identità”.
Per giustificare il rifiuto di restituirci quanto pagato, avete sostenuto che il recesso fosse stato da noi esercitato tardivamente rispetto al termine concesso per ottenere il rimborso. Questa affermazione è falsa e denota totale mala fede da parte vostra perchè non si è trattato di un nostro recesso, ma del vostro rifiuto di prestare un servizio alberghiero per il quale avevate già incassato il prezzo.
Alla luce di quanto esposto, vi intimiamo nuovamente di restituirci l’importo di 164€ da noi versato a titolo di corrispettivo per il servizio alberghiero che vi siete rifiutati di svolgere. Qualora il risarcimento non fosse da voi effettuato presso il conto corrente indicato nell’allegato alla presente entro e non oltre 7 giorni dall’invio della stessa, ci riserviamo di chiedere il risarcimento degli ulteriori danni che saranno quantificati nelle opportune sedi nonché di sporgere querela e di tutelare i nostri interessi in ogni sede, anche penale.
In copia ci leggono i legali dell’associazione Altroconsumo.
Distinti saluti,
J.H.
C.B.