Mi rivolgo a voi per segnalare un grave disservizio e comportamento scorretto da parte di due aziende, Paccofacile.it (intermediario) e UPS (corriere), in merito a una spedizione da me effettuata e assicurata, il cui pacco risulta smarrito da oltre sei mesi, senza che ad oggi mi sia stato riconosciuto alcun rimborso.
Il pacco è stato spedito in data 28/10/2024 e, a seguito del mancato recapito, ho presentato reclamo in data 01/11/2024. Il pacco conteneva beni personali, alcuni dei quali di grande valore affettivo ed economico, tra cui lampade appartenute a mio nonno, risalenti agli anni ’70, e altri oggetti privati, per un valore complessivo stimabile in oltre 500 euro.
A seguito dello smarrimento, ho immediatamente avviato la procedura di reclamo:
Ho richiesto il rimborso sia a Paccofacile.it (tramite il quale ho acquistato il servizio), sia a UPS, ma entrambe le parti hanno continuato a rimbalzare la responsabilità, senza fornire alcuna soluzione concreta.
Attualmente Paccofacile.it sostiene di essere in attesa di risposte da UPS, ma sono trascorsi oltre sei mesi senza alcun aggiornamento concreto, né evidenze di reali solleciti o azioni a tutela dell’utente.
Inoltre, mi è stato negato il rimborso in quanto non sono in possesso delle fatture relative agli oggetti spediti. Pur comprendendo che tale requisito fosse effettivamente previsto nei termini e condizioni dell’assicurazione, sottolineo che non era evidenziato in maniera chiara al momento dell’acquisto del servizio, né risulta ragionevole che una clausola simile venga applicata senza considerare la natura personale dei beni.
Vorrei anche sottolineare che per me sarebbe stato molto più importante ricevere il pacco rispetto a ottenere un rimborso economico. Gli oggetti contenuti avevano un valore affettivo inestimabile. Purtroppo, dopo tutto questo tempo e vista l’assenza di azioni concrete da parte delle aziende coinvolte, ho ormai perso ogni speranza di poterlo recuperare, e questo aggiunge ulteriore amarezza alla vicenda.
È evidente che la spedizione riguardava beni propri, non acquistati di recente, e per i quali non è possibile essere in possesso di scontrini o documentazione fiscale, trattandosi di oggetti appartenenti alla mia famiglia da decenni. Questa prassi rende di fatto inutile o inaccessibile l'assicurazione per un'ampia fascia di utenti, in violazione dei principi di trasparenza e correttezza contrattuale.
Alla luce di quanto sopra, vi chiedo cortesemente di intervenire per tutelare i miei diritti di consumatrice e di supportarmi nel far valere:
Il diritto a un rimborso equo, anche parziale, basato sulla natura e sul valore stimato dei beni dichiarati;
Il diritto a una comunicazione trasparente e comprensibile al momento dell'acquisto, che renda evidenti limiti e condizioni dell’assicurazione offerta;
Il diritto a una risposta tempestiva ed efficace da parte delle aziende coinvolte, le quali ad oggi hanno dimostrato totale disinteresse nel risolvere il problema.
Resto disponibile a fornire tutta la documentazione in mio possesso (numero di tracciamento, comunicazioni, prova d’acquisto del servizio) e vi ringrazio per il supporto.