Divieto di fumo di sigaretta elettronica e di tabacco riscaldato: dove è permesso e dove è vietato
Dove vige il divieto di fumo di sigaretta elettronica? E dove è permesso usare i dispositivi a tabacco riscaldato? In quali locali pubblici o mezzo di trasporto è consentito usarle? C’è divieto di sigaretta elettronica nei luoghi di lavoro? Ecco cosa prevedono le norme vigenti.

In questo articolo
- Dove vige il divieto di fumo di sigaretta elettronica?
- Sigarette elettroniche: divieto di fumo nei locali pubblici?
- Dove è vietato usare i dispositivi a tabacco riscaldato?
- Autobus, treno, aereo, ristorante, bar: c’è divieto di sigaretta elettronica o a tabacco riscaldato?
- C’è divieto di fumo sigaretta elettronica nei luoghi di lavoro e negli uffici pubblici?
- Divieto di fumo al chiuso nei locali pubblici: perché la legge Sirchia non include il fumo di sigaretta elettronica e tabacco riscaldato?
Più di un anno fa, il Ministro della Salute Orazio Schillaci annunciava l'intenzione di estendere il divieto di fumo nei locali pubblici anche alla sigaretta elettronica, equiparandola così alle sigaretta tradizionale: da allora, però, nulla è accaduto.
Nonostante a livello locale - per esempio a Torino - siano state anticipate regole più stringenti, con il divieto di sigaretta elettronica esteso in tutti i luoghi se in presenza di altre persone (specialmente di bambini e donne incinta), a livello nazionale le sigarette elettroniche (come Puff, Elfbar o Vuse) e quelle a tabacco riscaldato (come Iqos, Ploom o Glo) sono bandite solo da alcuni luoghi e locali pubblici, mentre in altri è lasciata ampia discrezione ad amministrazioni, esercenti e aziende.
Ma quindi esiste il divieto sigarette elettroniche al chiuso? In attesa che le norme diventino più semplici e omogenee a livello nazionale, vediamo dove vige il divieto di fumo di sigaretta elettronica e di tabacco riscaldato secondo la legge.
Dove vige il divieto di fumo di sigaretta elettronica?
Il decreto legge 12 settembre 2013, n. 104 (articolo 4 comma 2) vieta esplicitamente l’utilizzo di sigarette elettroniche presso:
- Istituti scolastici, universitari e del sistema dell’istruzione/formazione (nei locali chiusi ma anche nelle aree all’aperto di pertinenza degli Istituti, compresi quelli operanti presso comunità di recupero e istituti penali per minori).
- Centri per l’impiego e centri di formazione personale.
A parte questi ambiti, la legge non ha precisato altri luoghi in cui vige il divieto di fumo di sigaretta elettronica, ma le amministrazioni pubbliche, le aziende, così come i singoli esercenti possono stabilire se nei propri locali è lecito utilizzare una sigaretta elettronica o a tabacco riscaldato.
Ad esempio, le aziende sanitarie e gli ospedali hanno disposto dei regolamenti che allargano il divieto di fumo anche a sigaretta elettronica e a tabacco riscaldato, bandendo quindi qualunque tipo di fumo o emissione in tutte le aree interne o esterne di pertinenza dell’ospedale (una scelta opportuna, in effetti, anche senza la necessità di imporre divieti).
Torna all'inizioSigarette elettroniche: divieto di fumo nei locali pubblici?
È consentito il fumo di sigaretta elettronica o di tabacco riscaldato nei luoghi pubblici? No o, almeno, non in tutti. Anche se la legge Sirchia che vieta il fumo di sigaretta tradizionale nei locali aperti al pubblico non fa riferimento a questi prodotti, ci sono degli ambiti in cui la legge ha stabilito divieti chiari, in particolare per le sigarette elettroniche, citate in modo esplicito; divieti che - a nostro avviso, per analogia - vanno comunque intesi come validi anche per il tabacco riscaldato (lo spieghiamo nel dettaglio più avanti).Dove è vietato usare i dispositivi a tabacco riscaldato?
La legge che vieta le sigarette elettroniche nelle pertinenze di scuole, università ecc. non cita in modo esplicito anche quelle a tabacco riscaldato. Ma il perché è presto detto: nel 2013, quando è stata scritta quella norma, il tabacco riscaldato e i prodotti come Iqos, Glo o Ploom non erano ancora entrati nelle abitudini di molti italiani e, come spesso accade per molte evoluzioni tecnologiche o del mercato, le leggi faticano a reggere il passo.
È però chiara l’ispirazione di queste norme, che tutelano il pubblico sia dal fumo passivo, sia dall’esposizione a comportamenti evocativi del tabagismo: se il divieto di fumo di sigaretta è stato allargato al divieto di utilizzo di sigaretta elettronica (anche se solo parzialmente), è difficile pensare che non si voglia tutelare il pubblico anche dai dispositivi a tabacco riscaldato, anche se la legge non li cita. A nostro avviso, quindi, il divieto per le sigarette elettroniche va comunque inteso come allargato al tabacco riscaldato e, in ogni caso, non serve una legge per scegliere di fare qualcosa di buon senso.
Torna all'inizioAutobus, treno, aereo, ristorante, bar: c’è divieto di sigaretta elettronica o a tabacco riscaldato?
Si, se i gestori hanno previsto un divieto. E, di fatto, molti lo hanno già fatto. La legge infatti non ha imposto un divieto d’utilizzo di questi dispositivi in questi luoghi, ma permette agli esercenti e alle aziende di stabilirlo.La trasgressione del divieto comporta una “multa”?
Non è chiaro. Seppur i regolamenti predisposti dai gestori facciano riferimento alla possibilità di una sanzione pecuniaria “ai termini di legge”, ad oggi non esiste un divieto ai sensi della legge, e neppure sanzioni, se non negli istituti scolastici e affini. Sembra quindi che i regolamenti facciano riferimento, per analogia, alla legge Sirchia e alle sanzioni previste, ma di fatto siamo di fronte ad un vuoto legislativo. Non è quindi chiaro di quale sanzione siano passibili i trasgressori e chi possa comminarla.
Stazioni ferroviarie e carrozze dei treni
Trenitalia, Trenord e Italo hanno previsto nei loro regolamenti il divieto d’uso delle sigarette elettroniche nelle carrozze.
- Trenitalia chiarisce il divieto nella sezione “obblighi e responsabilità del passeggero” delle Norme comuni delle Condizioni generali di trasporto.“Sul treno (o servizio sostitutivo), il passeggero deve rispettare il divieto di fumo, ivi incluso il divieto di utilizzare le sigarette elettroniche”. Non è invece vietato dal regolamento l’utilizzo nei luoghi al chiuso della stazione, in quanto è previsto il solo divieto di fumo, senza precisare se questo includa anche i dispositivi elettronici (come invece accade per il divieto sul convoglio).
- Il divieto vige anche sui treni di Trenord. Nelle Condizioni generali di trasporto è scritto: “Su tutti i treni Trenord è inoltre vietato l’utilizzo di sigarette elettroniche”. Il divieto però non è generalizzato alle aree di attesa, ai locali chiusi o in generale agli altri luoghi dove sia scritto “vietato fumare”. Stessa cosa vale per le Ferrovie del Sud Est.
I regolamenti invece non citano esplicitamente i dispositivi a tabacco riscaldato, probabilmente per una certa lentezza nell’adeguare le norme all’evoluzione delle abitudini e del mercato, cosa che accade anche per le leggi. A nostro parere, anche se un regolamento non fa esplicita menzione delle sigarette a tabacco riscaldato, per analogia e per ispirazione della norma, il divieto va comunque inteso allargato anche a questi dispositivi.
Mezzi di trasporto pubblico: metropolitana, tram, autobus
Come per le compagnie ferroviarie, anche le aziende di trasporto pubblico possono stabilire divieti, riportati all’interno delle norme per i passeggeri. Ne riportiamo due a titolo di esempio:
- ATM – Azienda Trasporti Milanesi. Nelle norme per i passeggeri di bus, tram e metropolitane è precisato che “è vietato fumare sulle autovetture” e che “il divieto comprende anche le sigarette elettroniche”. Nel caso delle metropolitane, il divieto di uso delle sigarette elettroniche, oltre che alle vetture, è allargato “a tutti gli ambienti di stazione, incluse le banchine all’aperto”.
- ATAC Azienda per la mobilità di Roma. Al contrario di ATM, nelle sue Condizioni generali di trasporto ATAC non precisa alcun divieto per le sigarette elettroniche.
Anche in questi casi il divieto non comprende in modo esplicito i dispositivi a tabacco riscaldato, probabilmente per un ritardo nell’adeguamento dei regolamenti. A nostro giudizio, però, il senso di queste norme è chiaro ed è opportuno evitare di usare qualunque tipo di dispositivo.
Pullman a lunga percorrenza
Anche in questo caso è necessario fare riferimento alle condizioni generali di utilizzo del servizio della compagnia. Ad esempio, Flixbus negli obblighi generali dei passeggeri precisa: “Non è consentito fumare a bordo dell’autobus. Tale divieto si estende anche alle sigarette elettroniche”.
Aerei e aeroporti
Compagnie aeree e aeroporti hanno introdotto divieti e difficilmente è consentito utilizzare sigarette elettroniche o a tabacco riscaldato negli spazi comuni e sicuramente non a bordo: vanno quindi consultati i regolamenti stabiliti dalle compagnie. A titolo di esempio, Ryanair esplicita che è vietato l’utilizzo di sigarette elettroniche o di qualsiasi altro tipo di sigarette a bordo dell’aereo.
Bar, pub, ristorante, cinema e teatro
Anche per questi locali vale la stessa regola: sono gli esercenti a stabilire il divieto di fumo di sigaretta elettronica. Detto ciò, anche se non è previsto un divieto, è lecito chiedersi se sia davvero opportuno l’utilizzo di questi dispositivi al chiuso e in presenza di altri: l’odore e gli eventuali “vapori” generati possono comunque essere spiacevoli per le altre persone, addirittura irritanti per le vie respiratorie di soggetti sensibili. Inoltre, lo “svapo” passivo ha possibili effetti sulle vie aeree, in quanto l’aerosol prodotto contiene sostanze tossiche e cancerogene. Infine, è sempre meglio evitare di esporre i minori a comportamenti che evocano il tabagismo.
Torna all'inizioC’è divieto di fumo sigaretta elettronica nei luoghi di lavoro e negli uffici pubblici?
La legge non stabilisce un divieto di utilizzo di sigarette elettroniche o di tabacco riscaldato negli uffici pubblici o negli uffici dei luoghi di lavoro se non per le strutture scolastiche e del sistema dell’istruzione e formazione in generale.
Detto questo, le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro possono autonomamente stabilire il divieto d’uso di questi dispositivi, secondo quanto precisato ormai nel 2013 dalla Commissione per gli Interpelli del Ministero del Lavoro, per cui in mancanza di una specifica normativa è facoltà del datore di lavoro vietarne l’utilizzo. E questo vale anche per i lavoratori degli uffici pubblici e, per estensione, per la sua utenza.
Torna all'inizioDivieto di fumo al chiuso nei locali pubblici: perché la legge Sirchia non include il fumo di sigaretta elettronica e tabacco riscaldato?
La legge che ha introdotto il divieto di fumo in tutti i locali pubblici (dai bar ai ristoranti, a tutti i luoghi aperti al pubblico e agli ambienti di lavoro pubblici e privati), cioè la legge Sirchia, oggi fa riferimento al solo fumo di sigaretta. Questa legge risale infatti al 2003, un’epoca in cui questi dispositivi non erano neanche immaginabili, e negli ultimi anni non ci sono stati aggiornamenti per estendere questo divieto "generale" a sigarette elettroniche o al tabacco riscaldato.
In questo momento, quando la Legge Sirchia parla di fumo, fa riferimento al solo fumo ottenuto dalla combustione del tabacco, mentre non considera fumo le esalazioni derivanti dall’utilizzo di sigarette elettroniche o dei dispositivi che riscaldano il tabacco a temperature inferiori a quelle della combustione (che la legge considera prodotti “non da fumo”).
Per questo motivo il divieto di fumo nei locali pubblici non comprende sigarette elettroniche e a tabacco riscaldato (ma come abbiamo visto esistono comunque alcuni divieti per legge per questi dispositivi).
Da tempo – visti i rischi che hanno questi prodotti – anche Altroconsumo chiede (con una petizione, che puoi firmare anche tu) di estendere il divieto di utilizzo di sigaretta elettronica e tabacco riscaldato ai luoghi chiusi aperti al pubblico (chiediamo anche di eliminare i vantaggi fiscali e di estendere in modo esplicito i divieti di pubblicità).
Ribadiamo, inoltre, che l'assenza del divieto nella legge Sirchia, comunque, non vuol dire che sia opportuno l’utilizzo di questi dispositivi al chiuso e in presenza di altre persone: l’odore e gli eventuali “vapori” generati possono essere spiacevoli per le altre persone, addirittura irritanti per le vie respiratorie di soggetti sensibili. Per non parlare dei possibili effetti dannosi dello “svapo” passivo sulle vie aeree, in quanto l’aerosol prodotto contiene sostanze tossiche e cancerogene. Infine, è giusto evitare di esporre i minori a comportamenti che evocano il tabagismo (un principio che ispira il divieto di fumo nelle aree esterne di pertinenza delle strutture scolastiche e degli istituti che fanno parte del sistema dell’istruzione in generale).
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