Farmaci antitumorali Aspen: prezzi giù anche in Europa. Si chiude una battaglia avviata anni fa da Altroconsumo
Si chiude anche per tutti gli altri 27 Paesi europei la vicenda dei farmaci antitumorali della multinazionale Aspen. Nel 2014 i prezzi delle sue cure erano saliti alle stelle in maniera ingiustificata. Ma dopo che, grazie alla nostra segnalazione, l'Antitrust aveva prima sanzionato l'azienda nel 2016 e poi ottenuto per l'Italia un abbassamento dei prezzi nel 2018, ora questi farmaci salvavita avranno prezzi più bassi anche in Europa. Ecco tutta la vicenda.
- di
- Luca Cartapatti

Questa è una storia che parla di prezzi che salgono senza motivo, di una casa farmaceutica che cerca di approfittare della sua posizione dominante sul mercato, di costi per il Servizio Sanitario Nazionale che schizzano alle stelle improvvisamente. Ma parla anche delle indagini delle autorità italiane ed europee, e della giustizia che finalmente fa il suo corso, grazie alle segnalazioni della gente e alla lunga e paziente battaglia di un'organizzazione di consumatori.
Ma, questa, è anche una storia che parla di salute. Quella dei pazienti di alcune forme di tumore del sangue e dei loro farmaci salvavita. Ma non di farmaci di ultima generazione, costosissimi e sotto brevetto delle case farmaceutiche; parliamo di farmaci in commercio da tempo, venduti come generici, ma che sono validi e decisamente molto più pratici delle alternative in comemrcio (che si possono assumere solo andando in ospedale e per via endovenosa). Alkeran, Leukeran, Purinethol e Tioguanina (questi i loro nomi) invece si assumono comodamente a casa, in compresse. E funzionano, bene.
Prezzi alle stelle, senza un motivo
Quella che stiamo raccontando è una vicenda che inizia nel 2013 e si conclude nel 2021. Protagonista è la Aspen, una multinazionale sudafricana che decide di acquistare da un'altra casa farmaceutica (la GlaxoSmithKline) la linea di produzione di questi farmaci per la cura dei tumori del sangue; farmaci ormai senza brevetto e dal costo sul mercato piuttosto contenuto. La Aspen non deve sostenere costi di ricerca, né affrontare difficoltà nel reperire i componenti per la loro produzione.
Nonostante questo, la Aspen agli inizi del 2014 decide che il prezzo di vendita alla sanità pubblica in Italia (ma lo vedremo, anche in Europa) è troppo basso e lo vuole ricontrattare con Aifa. Ma per fare pressioni sull'Agenzia Italiana del Farmaco minaccia (diranno le sentenze, nel vero senso della parola) di ritirare questi farmaci dal mercato e inizia per davvero a rallentare gli approvigonamenti. L'Aifa cede per non mettere in difficoltà tutti quei pazienti che ne hanno bisogno, e accetta i nuovi prezzi più alti anche di 16 volte. Per intenderci, se a fine 2013 l'Alkeran costava al SSN 3,51 euro, nel marzo del 2014 costa 57,62 euro. Un rincaro di più del 1.500%.
La storia sarebbe finita così, con la sanità pubblica (e quindi il contribuente italiano) costretta a pagare un farmaco senza brevetto cifre spropositate, con rincari ingiustificati e improvvisi. Ma questa è la storia anche di consumatori che non si rassegnano a pagare e segnalano ad Altroconsumo questa "variazione anomala" e il fatto che alcuni di questi farmaci iniziavano a scarseggiare nelle farmacie. Altroconsumo fa un'inchiesta, rileva i dati e decide di girare tutto quello che ha raccolto ad Aifa, al Ministero della Salute e all'Antitrust. Altroconsumo viene ascoltata.
La sanzione ad Aspen e il silenzio dell'azienda
Biosgna arrivare però al 2016 perché l'Autorità Antitrust sanzioni (con 5 milioni di euro) la multinazionale farmaceutica Aspen per aver fissato prezzi iniqui, con rincari fino al 1.500% per farmaci salvavita e insostituibili per pazienti con tumore del sangue, soprattutto bambini e anziani (violando l’art. 102, lettera a del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea).
Una sanzione che, per l'esattezza, viene attribuita ad alcune imprese del Gruppo Aspen (Aspen Pharma Trading Ltd., Aspen Italia s.r.l., Aspen Pharma Ireland Ltd., Aspen Pharmacare Holdings Ltd.) "per un abuso di posizione dominante consistente nell’imposizione di prezzi eccessivamente onerosi, ottenuti tramite una pressione negoziale indebita nei confronti del regolatore farmaceutico Aifa". L'Autorità quindi obbliga il gruppo farmaceutico anche a rinegoziare con Aifa i prezzi di questi farmaci.
Dopo questa decisione, si muove anche l'Europa: la Commissione europea avvia un caso identico nei confronti del gruppo Aspen, relativamente ad analoghe condotte attuate anche negli altri 27 paesi dell'Unione. Grazie alle segnalazioni di Altroconsumo, quindi, la vicenda si allarga in tutto il vecchio continente.
Aspen però, nonostante il Tar del Lazio rigetti nel mentre il ricorso contro la sanzione del Garante, non cambia condotta, almeno fino al 2018. Il 13 giugno l'Antitrust chiude il procedimento avviato contro Aspen perché l'azienda farmaceutica fa finalmente quello che le era stato chiesto: rinegoziare (al ribasso) i prezzi con Aifa. I prezzi di alcuni farmaci antitumorali e salvavita distribuiti in Italia da Aspen vengono infatti ridotti da un minimo del 29% ad un massimo dell’82%.
Dopo l'Italia, anche l'Europa
Si chiude così la vicenda sul fronte italiano. Ma su quello europeo rimane aperto fino ai giorni nostri. Per l'esattezza fino al luglio del 2020, nel bel mezzo dell'anno della pandemia, quando l'Antitrust europeo, riceve finalmente una proposta di impegno da parte di Aspen per chiudere il procedimento aperto anche grazie al BEUC, l'organismo che riunisce tutte le organizzazioni di consumatori europee e del quale fa parte anche Altroconsumo.
A febbraio di quest'anno (2021) l'Antitrust Europeo accoglie tutti gli impegni di Aspen, obbligandola quindi a rinegoziare nei vari Paesi dell'Unione il prezzo di questi farmaci antitumorali. Un abbassamento dei prezzi che non deve essere inferiore al 73% rispetto ai prezzi del 2019 e che non può salire oltre una certa soglia almeno fino al 2029.
Per una volta cittadini, organizzazioni di consumatori e istituzioni hanno portato a casa un risultato che non potrà che fare scuola e mette le basi (anche giuridiche) perché questa vicenda rimanga un caso isolato. Per una volta, il diritto alla salute della gente è venuto prima degli interessi economici dell'industria farmaceutica.