Levotiroxina: da assumere a digiuno e lontana da alimenti, farmaci e integratori
La levotiroxina o levotiroxina sodica (L-T4) è un ormone tiroideo di origine sintetica, con fuzione e struttura sovrapponibili a quelle dell'ormone naturalmente prodotto dal nostro organismo, impiegato nel trattamento di disturbi e malattie della tiroide. Ecco alcune informazioni ti aiuteranno ad assumerla in maniera corretta.

La levotiroxina, principio attivo di Eutirox©, Levotirsol© ecc, è un farmaco assunto dai pazienti la cui tiroide funziona poco. Si prende al mattino, a stomaco vuoto e lontano dalla colazione. Alcuni alimenti, infatti, possono interferire con l’assorbimento di questo farmaco, rendendo la terapia poco efficace e favorendo il ritorno dei sintomi dell’ipotiroidismo, come affaticamento, aumento di peso, sensibilità al freddo. Fra quelli noti il caffè, la soia o il latte che si consumano proprio a colazione. Attenzione anche all’interferenza di alcuni farmaci e integratori.
Ecco alcune informazioni sulla levotiroxina che ti aiuteranno ad assumerla in maniera corretta.
A cosa serve la levotiroxina
La levotiroxina o levotiroxina sodica (L-T4) è un ormone tiroideo di origine sintetica, la cui struttura e azione sono identiche all’ormone tiroideo prodotto dalla nostra tiroide.
La terapia sostitutiva con la levotiroxina è necessaria quando la tiroide non funziona bene o è stata in parte o totalmente rimossa chirurgicamente, in modo particolare in caso di: ipofunzione tiroidea (ipotiroidismo), gozzo, profilassi di recidive dopo l’asportazione totale o parziale del gozzo (strumectomia), infiammazione della tiroide o in corso di terapia con medicinali antitiroidei.
In Italia la levotiroxina è in commercio con il nome commerciale di Eutirox©, Tiche©, Levotirsol©, Tirosint© ecc, sottoforma di gocce, compresse, capsule molli a dosaggi differenti che vanno da 13 a 200 microgrammi, a seconda delle esigenze del paziente.
Cos’è l’ipotiroidismo e perché si integrano gli ormoni tiroidei
L’ipotiroidismo è una malattia a carico della tiroide, una piccola ghiandola localizzata nella parte bassa del collo che produce gli ormoni tiroidei: tiroxina (T4) e triiodotironina (T3). La produzione di questi ormoni a loro volta è regolarizzata dall'ormone tireostimolante (TSH) secreto dall'ipofisi, una ghiandola posta all'interno del cranio.
Gli ormoni tiroidei sono essenziali per lo sviluppo e la differenziazione delle cellule, hanno un ruolo essenziale nello sviluppo neuronale e somatico nello stadio fetale. Negli adulti regolano importanti funzioni dell'organismo, tra cui i processi metabolici (ossia le trasformazioni chimiche che avvengono in tutte le cellule dell'organismo per produrre energia e mantenere le funzioni cellulari), il battito cardiaco, la temperatura corporea, la respirazione, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e la crescita corporea.
I sintomi che caratterizzano questa malattia sono: la sensazione di affaticamento, debolezza e dolori muscolari, aumentata sensibilità al freddo, aumento di peso, pelle secca, perdita di capelli, alterazione del ciclo mestruale.
Nelle persone affette da ipotiroidismo la tiroide funziona poco, pertanto produce pochi ormoni tiroidei. Da qui la necessità di assumere un ormone sintetico che, oltre a compensare la carenza di ormoni tiroidei nel sangue, permette di regolare la sintesi del TSH (che in questi pazienti può risultare alto) e la risoluzione /miglioramento dei sintomi dell’ipotiroidismo.
Problemi di assorbimento
La levotiroxina si assume per bocca ed è assorbita nell’intestino. Se prendiamo in considerazione le compresse, in condizioni ottimali (a digiuno) circa il 70%-80% di una compressa assunta viene assorbita nel tratto gastro-intestinale. Inoltre, il consumo di alimenti, farmaci, integratori a ridosso dell’assunzione della terapia può ridurre ulteriormente la quantità di ormone assorbito nell’intestino, compromettendo l’efficacia della terapia sostitutiva.
Il problema di malassorbimento del farmaco interessa soprattutto la levotiroxina in forma di compresse, dal momento che nella forma liquida e nelle capsule molli il principio attivo è presente già disciolto e dunque pronto per l’assimilazione. Inoltre, non riguarda tutti i pazienti. Nei casi in cui il problema è dovuto agli errori che il paziente fa nell’assunzione della terapia (es. dimentica di assumere la dose, non aspetta i giusti tempi per la colazione, l’assume insieme ad altri farmaci) è sufficiente adottare degli accorgimenti comportamentali per normalizzare il livello degli ormoni tiroidei. In altri casi, invece, è la presenza di alcune patologie (es. Helicobacter pilori, gastrite autoimmune, celiachia) o l’uso di farmaci che influenzano il pH gastrico a interferire con la terapia. In questi casi sono necessari dei monitoraggi più frequenti e degli aggiustamenti della terapia ormonale, in termini di dosaggio o di forma farmaceutica (ad es. il passaggio alle formulazioni liquide).
Come si stabilisce la dose corretta da prendere
Non esiste una dose di levotiroxina valida per tutti: la dose varia da paziente a paziente, e per uno stesso paziente può cambiare nel tempo. Per mantenere i livelli degli ormoni tiroidei nel range della normalità, è importante assumere questo farmaco con costanza e a intervalli regolari (ad es. giornalmente, due volte alla settimana, a giorni alterni o settimanalmente).
Il dosaggio di ormone che il paziente deve assumere viene stabilito dal medico, generalmente l’endocrinologo, sulla base degli esiti di esami di laboratorio che analizzano le concentrazioni nel sangue degli ormoni tiroidei (T3 e T4) e del TSH, ma anche di alcune caratteristiche del paziente come peso, età, eventuali malattie cardiache, stato di gravidanza. Essendo questi parametri variabili nel tempo, il dosaggio di ormone tiroideo potrebbe richiedere degli aggiustamenti nel tempo. Per monitorare l’adeguatezza della terapia ormonale in uso, il medico consiglia ai pazienti in trattamento con la levotiroxina un controllo annuale degli ormoni tiroidei e del TSH. In occasione dell’esame, meglio non assumere la terapia sostitutiva prima del prelievo, in quanto potrebbe emergere un valore di tiroxina (T4) falsamente elevato.
Come e quando assumere la levotiroxina
La levotiroxina si assume per bocca a digiuno, preferibilmente al mattino. Lo raccomandano i medici al momento della prescrizione ed è indicato anche nel foglietto illustrativo.
Questo farmaco necessita di un ambiente gastrico acido per poter assorbito in maniera ottimale, condizione che viene soddisfatta a digiuno. Diversi alimenti, farmaci e integratori possono interferire con il normale processo di assorbimento del farmaco, pertanto devono essere assunti a distanza dalla levotiroxina. Ricordiamo che: meno farmaco viene assorbito, meno ne entra in circolo nel sangue, meno funziona.
Molte persone però hanno dei dubbi su che cosa significhi “a digiuno” e su quanto tempo debba intercorrere tra l’assunzione del farmaco e i pasti?
Abbiamo analizzato i foglietti illustrativi di tre formulazioni diverse di levotiroxina per capire cosa viene indicato dai produttori:
- Eutirox compresse: “da assumere preferibilmente con un sorso d'acqua al mattino, a digiuno”
- Levotirsol soluzione orale (contenitori monodose: “È meglio assumere la dose totale giornaliera di levotiroxina come singola dose, al mattino, a stomaco vuoto, almeno mezz’ora prima della colazione”
- Tiche capsule molli, “Prenda la dose giornaliera completa al mattino, a stomaco vuoto, almeno mezz’ora prima della colazione. L’assorbimento del principio attivo è migliore a stomaco vuoto, piuttosto che dopo un pasto”.
Sebbene il foglietto illustrativo di Eutirox rimanga un po’ vago “al mattino a digiuno”, gli altri due indicano che è necessario aspettare almeno 30 minuti prima di fare colazione.
Anche se la formulazione liquida e le capsule molli permettono di ridurre i tempi di assorbimento del farmaco rispetto alle compresse, il foglietto illustrativo raccomanda di aspettare almeno 30 minuti prima di mangiare, dunque per le compresse è plausibile che il tempo di attesa sia più lungo. Secondo l'American Thyroid Association la levotiroxina dovrebbe essere la prima cosa da assumere al mattino e almeno un'ora prima di mangiare. La stessa società suggerisce anche una seconda opzione di assunzione del farmaco: può essere assunta di sera prima di coricarsi, a patto che siano trascorse almeno tre ore dalla cena. Un’opzione sicuramente valida se si cena presto e se si prendono atri farmaci al mattino.
Cibi che ne riducono l’assorbimento
Il consumo di alcuni cibi o bevande può ridurre l’assorbimento di questo farmaco e ridurre l’efficacia della terapia. Tra quelli noti vi sono il caffè, il latte, il tè, la crusca e la soia, che si consumano proprio a colazione. Non è necessario che i pazienti in terapia con la levotiroxina eliminino questi alimenti dalla loro dieta, ma semplicemente che li consumino a distanza dalla levotiroxina, circa 30-60 minuti dopo l’assunzione del farmaco.
Altri cibi o bevande che possono interferire con il normale assorbimento di questo farmaco sono la papaya, cibi ricchi di fibre (es. cereali, barrette di fibra ecc.), cibi ricchi di calcio (prodotti lattiero-caseari). Prestare attenzione anche alle bevande vegetali/succhi di frutta o acque minerali addizionati con il calcio.
Stesse precauzioni devono essere adottate con gli integratori a base di fibre e di soia, essendo una fonte concentrata di queste sostanze nutritive potrebbero ridurre l’assorbimento intestinale del farmaco.
Farmaci e integratori che possono ostacolarne l’assorbimento
Anche i farmaci possono interferire con l’assorbimento di questo farmaco e dunque ridurre l’efficacia della terapia. Pertanto, è consigliabile assumerli ad almeno 30-60 minuti dall’assunzione di levotiroxina. In alcuni casi però, come indicato nel foglietto illustrativo, è necessario aumentare il tempo di distanziamento. Tra quelli in grado di alterare l'assorbimento dell’ormone tiroideo vi sono:
- i farmaci contenenti calcio e ferro, dovrebbero essere assunti a 2 ore di distanza dalla levotiroxina;
- gli antiacidi a base di alluminio e magnesio utilizzati per ridurre il bruciore di stomaco (es. MAALOX ®) il sucralfato (ad es Antepsin, Degastril, Sucralfin e Sucramal), usato nel trattamento dell’ulcera gastroduodenale.
- medicinali utilizzati per legare gli acidi biliari ed abbassare elevati valori di colesterolo (come colestiramina o colestipolo). Questi farmaci dovrebbero essere assunti a 4-5 ore di distanza dalla levotiroxina.
- gli inibitori della pompa protonica (es pantoprazolo, lansoprazolo) possono ridurre l’assorbimento levotiroxina a causa dell’aumento del pH nello stomaco, prestare dunque attenzione soprattutto se si usano in terapia cronica.
Vi sono poi farmaci il cui assorbimento può essere alterato dalla levotiroxina, per questi rimandiamo al foglio illustrativo (puoi visualizzarlo dalla nostra banca dati farmaci).
Le stesse precauzioni valgono anche per i multivitaminici o gli integratori a base di calcio, magnesio e ferro (vedi anche paragrafo Levotiroxina in gravidanza: attente al ferro) che se presi insieme o in prossimità della levotiroxina potrebbero ridurre l’efficacia della terapia. Meglio assumerli ad almeno 2 ore di distanza dalla levotiroxina.
Levotiroxina in gravidanza: attente al ferro
L’ipotiroidismo in gravidanza è associato a un aumento del rischio di complicanze fetali/infantili, tra cui parto pretermine, basso peso alla nascita e deficit cognitivi irreversibili. Nelle donne che scoprono di essere affette da ipotiroidismo durante la gravidanza la terapia sostitutiva deve essere iniziata subito, e in quelle già in trattamento con l’ormone la terapia deve essere continuata ed eventualmente adeguata alle nuove necessità della paziente.
A molte donne in gravidanza viene raccomandata l’integrazione di ferro per via dell’anemia sideropenica. Il ferro, sotto forma di integratore o di farmaco, può ridurre l’assorbimento del farmaco tiroideo. Vista il ruolo essenziale che gli ormoni tiroidei nel corretto sviluppo del feto, si consiglia di assumere il ferro a distanza di diverse ore dalla levotiroxina, a scopo precauzionale si potrebbe per es. assume il ferro di sera e l’ormone al mattino.
Esami della tiroide: attenzione alla biotina
I pazienti in terapia con la levotiroxina si sottopongono a esami del sangue, generalmente con cadenza annuale, per valutare la funzione tiroidea e per valutare l’adeguatezza della terapia. L’agenzia italiana del farmaco ha diramato una nota informativa importante per informare i pazienti in cura con levotiroxina e che assumono integratori contenenti biotina, che quest’ultima può alterare gli esiti degli esami tiroidei. La biotina è una vitamina del gruppo B, presente in alcuni alimenti (es carne e legumi) e in alcuni integratori alimentare. La biotina però, è anche un componente di alcuni saggi adoperati a fini diagnostici. Qualora sia presente ad alte concentrazioni nel sangue può interferire con gli esami di laboratorio e restituire dei risultati falsati di TSH, ft3 e ft4, e dunque comportare una gestione inappropriata del paziente o una diagnosi errata. Se dunque si sta assumendo un integratore a base di biotina (concentrazioni elevate generalmente si ottengono solo con gli integratori) e ci si deve sottoporre a un esame per la tiroide, meglio interromperlo qualche giorno prima. In caso contrario, informare il personale di laboratorio prima di fare l’esame poiché potrebbero essere disponibili metodi alternativi non sensibili a interferenze con biotina.