Come fare la detrazione dell'affitto nel 730
Recuperare parte delle spese dell'affitto è possibile, ma solo in determinate circostanze. Se hai cambiato città per lavoro o ti trovi in una situazione di disagio economico, potresti aver diritto a una detrazione significativa nel tuo modello 730. Scopri come fare e quali documenti conservare.

La detrazione dei canoni d'affitto è un'agevolazione fiscale riconosciuta per gli immobili adibiti ad abitazione principale, per chi si trova in specifiche situazioni, che includono trasferimenti per motivi lavorativi o condizioni di disagio economico. Esistono altre detrazioni che invece dipendono dall'età anagrafica o dalla situazione di studente. Il calcolo della detrazione a cui si ha diritto dipende in gran parte dal reddito complessivo del richiedente, che include anche eventuali redditi soggetti a regime di cedolare secca, e dal tipo di contratto di locazione sottoscritto.
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La detrazione per i canoni d’affitto può essere richiesta esclusivamente per la propria abitazione principale. A questa caratteristica di base si aggiunge la situazione reddituale personale, che determina la spettanza e l’importo della detrazione. Da ultimo, è possibile richiedere la detrazione per i tre anni successivi a quello in cui si è cambiata la residenza per motivi di lavoro.
Lavoratori fuori sede con o senza residenza
La detrazione per i lavoratori fuori sede è un'agevolazione fiscale pensata per i dipendenti che, per esigenze lavorative, hanno trasferito la propria residenza in un Comune diverso da quello di provenienza, nei tre anni precedenti a quello in cui richiedono la detrazione.
La detrazione è rivolta ai lavoratori dipendenti e non a chi percepisce redditi a questi assimilati. Le condizioni necessarie sono che:
- il nuovo Comune di residenza disti almeno 100 chilometri dal vecchio;
- il nuovo Comune si trovi al di fuori della propria regione;
- il contratto di locazione riguardi un immobile adibito ad abitazione principale del lavoratore.
Se il contratto è cointestato, la detrazione viene ripartita tra i cointestatari che possiedono le caratteristiche necessarie. Ad esempio, se un contratto è intestato a tre persone, di cui due sono lavoratori dipendenti, solo questi ultimi potranno beneficiare della detrazione, suddividendola equamente in base ai limiti di reddito previsti.
Non è possibile detrarre l'affitto senza residenza, la detrazione è riconosciuta solo se l'immobile è adibito ad abitazione principale da chi la richiede.
I documenti da conservare, oltre al contratto di locazione registrato e all'autocertificazione di abitazione principale, includono il contratto di lavoro dipendente o la Certificazione Unica che attesti la qualifica di lavoratore dipendente.
Pensionati con redditi bassi
Per quanto riguarda i pensionati, le agevolazioni per la detrazione dell'affitto sono legate al livello di reddito del richiedente, e non alla specifica natura di tale reddito. Ciò significa che, se un pensionato rispetta tutte le condizioni e i requisiti stabiliti dalla normativa per la detrazione, può effettivamente beneficiarne.
In altre parole, essere o meno pensionati non rileva ai fini della detrazione, purché rientri nelle soglie di reddito previste e l'immobile sia adibito a sua abitazione principale, con un contratto di locazione valido e registrato. Inoltre, anche un pensionato con redditi molto bassi, sui quali magari non versa imposte, può comunque ottenere la detrazione, a patto che non risulti completamente privo di alcun reddito.
La detrazione per l’affitto non varia in percentuale ma è costituita da importi fissi predefiniti, che variano a scaglioni in base alla propria situazione reddituale.
Importi e soglie reddituali
Gli importi della detrazione per l'affitto dell'abitazione principale variano in base al reddito complessivo del contribuente e al tipo di contratto di locazione sottoscritto. Per un contratto di locazione ordinario relativo all'abitazione principale, si ha diritto a:
- una detrazione di 300 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro;
- una detrazione di 150 euro se il reddito complessivo è compreso tra i 15.493,71 euro e i 30.987,41 euro.
Se invece il contratto di locazione dell'abitazione principale rientra nel regime convenzionale, cioè i contratti a canone concordato, gli importi della detrazione sono differenti:
- 495,80 euro per redditi fino a 15.493,71 euro
- 247,90 euro per redditi tra 15.493,71 euro e 30.987,41 euro.
È importante notare che il reddito complessivo include anche quello assoggettato al regime della cedolare secca.
Per i lavoratori che si trasferiscono per motivi di lavoro, gli importi delle detrazioni sono:
- di 991,60 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro
- di 495,80 euro se il reddito è compreso tra i 15.493,71 euro e i 30.987,41 euro.
È fondamentale considerare che la detrazione deve essere rapportata al numero di giorni in cui l'immobile è stato effettivamente adibito ad abitazione principale durante l'anno fiscale. Questo significa che, anche in caso di cambio di abitazione o di trasferimento in corso d'anno, la detrazione viene calcolata proporzionalmente al periodo di effettiva dimora nell'immobile per il quale si richiede l'agevolazione.
Per inserire la detrazione dell'affitto nel modello 730, è necessario fare riferimento a specifiche sezioni del quadro E. In particolare, il rigo E72 è destinato all'indicazione del pagamento dell'affitto in caso di trasferimento per motivi di lavoro.
Per le altre condizioni di detrazione relative all'abitazione principale, come i contratti standard o quelli a canone convenzionale, si deve utilizzare il rigo E71. In questo rigo, è richiesto di riportare un codice specifico nella colonna 1, che identifica la propria condizione: il codice "1" deve essere inserito se la detrazione si riferisce a un contratto di locazione per l'abitazione principale "generico", non convenzionale, mentre il codice "2" è da utilizzare per i contratti a canone convenzionale, ovvero quelli stipulati in base ad accordi territoriali.
La possibilità di detrarre i canoni d'affitto è strettamente legata alla tipologia di contratto di locazione stipulato. Non tutti i contratti, infatti, permettono di ottenere questa agevolazione.
È fondamentale che il contratto sia regolarmente registrato e che l'immobile sia effettivamente adibito ad abitazione principale del richiedente.
Contratto a canone concordato
Per poter beneficiare di questa detrazione, il contratto di locazione deve essere stato stipulato o rinnovato ai sensi dell’articolo 2, comma 3 e articolo 4, commi 2 e 3, della legge 9 dicembre 1998, n. 431. Questi contratti sono comunemente definiti "convenzionati" e si distinguono per essere stipulati sulla base di accordi locali raggiunti tra le organizzazioni sindacali di categoria e le associazioni di proprietari. Una delle caratteristiche principali dei contratti a canone concordato è la loro durata, che solitamente è di tre anni con possibilità di rinnovo per altri due, e il fatto che i canoni di affitto devono rientrare in parametri ben definiti, stabiliti in base al tipo di immobile e alla sua ubicazione. È importante sottolineare che, in nessun caso, la detrazione è prevista per i contratti di locazione stipulati tra enti pubblici e contraenti privati.
Anche per questi contratti, in caso di cointestazione tra più soggetti, la detrazione spetta a ciascuno in proporzione alla propria quota e al proprio reddito, e può essere riconosciuta anche in caso di incapienza, cioè quando l'imposta da versare è inferiore alla detrazione spettante.
Contratti con cedolare secca
La detrazione è prevista per tutti i tipi di contratti che rispettano le condizioni personali dell'affittuario. Questo significa che la scelta del locatore di optare per il regime fiscale della cedolare secca sull'affitto, in sostituzione dell'Irpef, non incide sul diritto a chiedere la detrazione. Pertanto, il regime fiscale applicato dal proprietario non rappresenta un impedimento per il locatario a beneficiare delle detrazioni fiscali previste per i canoni di locazione, purché si rispettino tutti gli altri requisiti stabiliti dalla legge in termini di reddito, tipologia di immobile e utilizzo dello stesso.
Contratti intestati a più persone
Nel caso in cui un contratto di locazione sia cointestato a più soggetti, la detrazione per i canoni d'affitto spetta a ciascun cointestatario in proporzione alla propria quota di affitto e, soprattutto, in relazione al proprio reddito. Questo significa che la detrazione non è applicata in modo unitario al contratto, ma individualmente per ciascun intestatario. Di conseguenza, potrebbero verificarsi situazioni in cui solo alcuni dei cointestatari beneficiano della detrazione, magari perché il loro reddito rientra nelle soglie previste dalla legge per l'accesso all'agevolazione, mentre altri no, se il loro reddito è troppo elevato o non rispetta altri requisiti. Un esempio tipico fornito dal testo è quello di marito e moglie cointestatari del contratto di locazione: in questo scenario, la detrazione sarà ripartita al 50% tra i due coniugi, e ciascuno ne beneficerà in base al proprio reddito individuale. È importante sottolineare che queste detrazioni sono riconosciute anche sotto forma di credito d’imposta in caso di incapienza. L'incapienza si verifica quando l'imposta da versare, una volta applicate le detrazioni per familiari a carico e quelle per lavoro o pensione, risulta essere inferiore all'ammontare della detrazione spettante per l'affitto. In questa situazione, non si perde il diritto alla detrazione, ma si riceve sotto forma di credito d'imposta, che può essere utilizzato in compensazione per altri tributi o rimborsato.
Le condizioni di accesso alla detrazione si basano sul reddito complessivo non su quello Isee. Infatti, le condizioni di disagio economico vengono valutate a livello personale anche in caso di cointestazione del contratto di affitto. Di fatto il reddito Isee non influenza il diritto a percepire o meno le detrazioni per l’affitto.
I documenti principali che è necessario avere a disposizione e conservare in caso di controllo sono:
- il contratto di locazione registrato, sul quale deve essere chiaramente indicata la norma ai sensi della quale il contratto è stato stipulato;
- un'autocertificazione nella quale il contribuente attesta che l’immobile oggetto del contratto di locazione è effettivamente utilizzato come sua abitazione principale;
- per i lavoratori fuori sede che beneficiano della detrazione specifica, oltre ai documenti già citati, è necessario conservare anche il contratto di lavoro dipendente o, in alternativa, la certificazione unica che attesti la qualifica di lavoratore dipendente.