Pagamenti digitali: giovani meno smart degli adulti ed euro digitale ancora poco conosciuto
La nostra indagine rivela che il 79% dei giovani e il 93% degli adulti utilizza strumenti di pagamento digitali. I ragazzi usano molto le carte prepagate e le app, ma incotrano qualche difficoltà. Gli adulti invece sfruttano l’intero panorama degli strumenti digitali con più facilità. L’euro digitale, in generale, è ancora poco conosciuto ma potrebbe diventare uno strumento fondamentale se saprà guadagnarsi la fiducia dei consumatori.

In questo articolo
- L’accesso al denaro e le prime decisioni economiche
- Diffusione dei pagamenti digitali
- Wallet e app: soddisfazione alta per tutti
- Problemi e difficoltà: i giovani faticano di più
- Sicurezza e protezione dei dati
- Conoscenza e prospettive dell’euro digitale
- Giovani e adulti: due approcci diversi
- Cosa vogliono gli italiani da un nuovo metodo di pagamento
- Il metodo dell’indagine
Negli ultimi anni i pagamenti digitali sono diventati parte integrante della vita quotidiana, anche in Italia. Carte prepagate, app, wallet e piattaforme di pagamento hanno affiancato – e in alcuni casi sostituito – contanti e carte di debito collegate al conto corrente, aprendo nuove possibilità di acquisto e gestione del denaro.Abbiamo condotto un’indagine su un campione rappresentativo di italiani per capire quali sono le abitudini e le conoscenze di giovani (14-17 anni) e adulti (18-74 anni) rispetto ai pagamenti digitali e alla novità in arrivo, ovvero l’euro digitale, una versione elettronica della moneta unica complementare al contante.
La nostra inchiesta fotografa un’Italia in cui gli adulti adottano i pagamenti digitali in modo quasi universale, mentre i giovani li utilizzano con entusiasmo ma anche con qualche difficoltà, soprattutto legate alla disponibilità dei fondi. Quasi otto adolescenti su dieci hanno effettuato pagamenti digitali nell’ultimo anno, contro oltre nove adulti su dieci. I ragazzi si affidano soprattutto a strumenti semplici e immediati come le carte prepagate o le app, mentre gli adulti usano un ventaglio più ampio di metodi di pagamento.
Entrambi i gruppi dichiarano un’alta soddisfazione per wallet e app, ma i giovani incontrano più spesso problemi pratici: il 79% ha avuto almeno una difficoltà, spesso si tratta di fondi insufficienti sul conto, contro una percentuale più bassa tra gli adulti. La sicurezza rimane una preoccupazione diffusa, con i più grandi più cauti nella gestione dei dati personali, mentre i giovani appaiono più disinvolti ma anche meno attenti alla privacy. Sul fronte dell’euro digitale, la consapevolezza è ancora scarsa, soprattutto tra gli adolescenti.
Torna all'inizioL’accesso al denaro e le prime decisioni economiche
Il 96% degli adolescenti italiani intervistati dispone di denaro proprio, proveniente soprattutto da paghette (84%) e regali da parenti o amici (53%). Un terzo di loro (34%) gestisce in autonomia le spese quotidiane, mentre il 41% condivide le decisioni economiche con un familiare. Questa disponibilità di denaro si traduce in acquisti sia nei negozi fisici (49% almeno una volta a settimana) sia online: l’86% dei ragazzi ha comprato prodotti o servizi su internet nell’ultimo anno. Per gli adulti, invece, risultano più frequenti le transazioni tra privati (61% contro il 15% dei teenager).
Torna all'inizioDiffusione dei pagamenti digitali
Nell’ultimo anno, il 79% degli adolescenti italiani ha effettuato almeno un pagamento digitale, contro il 93% degli adulti. I giovani privilegiano strumenti semplici e immediati:
- 50% usa carte prepagate.
- 44% paga online con carte di debito/credito.
- 32% ricorre ad app e piattaforme di pagamento.
Gli adulti, invece, mostrano una maggiore varietà di metodi utilizzati, probabilmente legata a un più ampio ventaglio di esigenze (bollette, spese familiari, acquisti ricorrenti) e di possibilità di accesso a strumenti bancari preclusi ai minorenni.
Wallet e app: soddisfazione alta per tutti
Wallet digitali e app di pagamento sono ormai diffusi in maniera simile tra ragazzi e adulti: li usano rispettivamente l’81% e l’82%. PayPal, Postepay, Google Pay, Apple Pay, Revolut, Satispay e Bancomat Pay sono i nomi più noti. La soddisfazione è elevata: l’82% dei ragazzi e il 77% degli adulti si dichiara molto soddisfatto. Le caratteristiche più apprezzate sono facilità d’uso, sicurezza, privacy e gestione semplice delle opzioni di pagamento.
Torna all'inizioProblemi e difficoltà: i giovani faticano di più
Nonostante il successo dei pagamenti digitali, i problemi non mancano. Quasi 8 ragazzi su 10 (79%) sperimentano difficoltà, contro una percentuale inferiore tra gli adulti. Gli ostacoli più comuni riguardano (dati aggregati per i 10 Paesi dell’inchiesta):
- Transazioni rifiutate (20% dei teenager, 24% degli adulti).
- Fondi insufficienti sul conto o sulla carta (20% ragazzi, 15% adulti).
- Crash di siti o app (15% e 18%).
- Non accettazione del proprio strumento di pagamento (14-15% ragazzi, 18% adulti).
Un elemento interessante: la metà degli adolescenti e il 37% degli adulti ha aiutato amici o parenti nelle transazioni digitali. Tra le cause principali emergono la scarsa competenza digitale e i timori legati alla sicurezza.
Sicurezza e protezione dei dati
Il tema della sicurezza è cruciale. Molti intervistati, sia giovani che adulti, esprimono preoccupazioni per i pagamenti online:
- Le app e i wallet sono percepiti come più sicuri rispetto a carte e home banking, soprattutto dagli adulti (quasi 9 su 10 li ritengono affidabili). Il fatto che questi strumenti schermano il proprio conto corrente e sono protetti da sistemi di autenticazione biometrica ne aumenta la percezione di sicurezza.
- Quando si parla di condivisione dei dati personali, i ragazzi appaiono più propensi a fornire informazioni per motivi di sicurezza antifrode e antiriciclaggio: il 61% contro il 52% degli adulti. Tuttavia, meno della metà degli adolescenti legge attentamente le informative sulla privacy, mentre il 65% imposta restrizioni ai permessi delle app.
- La propensione alla condivisione dei dati per fini commerciali o per soggetti terzi è, al contrario, molto più contenuta.
Conoscenza e prospettive dell’euro digitale
Il progetto dell’euro digitale, promosso dalla Banca centrale europea, mira a creare una versione elettronica della moneta unica, complementare al contante. Non si tratta di una criptovaluta privata come il Bitcoin, ma di una valuta digitale emessa e garantita dalla Bce e come tale più sicura. L’euro digitale consentirà pagamenti digitali peer to peer senza passare dai circuiti: un grande vantaggio economico per i cittadini europei ma anche politico, visto che ridurrà la dipendenza delle transazioni digitali dai grandi circuiti americani.
I dati mostrano che:
- il 57% degli adolescenti italiani non ne ha mai sentito parlare e il 47% non è informato sull’argomento.
- Anche tra gli adulti il livello di consapevolezza è simile (rispettivamente 56% e 35%).
Al momento, dunque, prevale la disinformazione, ma se il progetto prenderà forma sarà fondamentale fornire strumenti chiari e trasparenti per guadagnare la fiducia dei cittadini. Perché l’euro digitale abbia successo dovrà essere accettato dal grande pubblico; nel mondo dei pagamenti è fondamentale la fiducia cosa che si potrà guadagnare con una campagna informativa diffusa, semplice e veritiera.
Giovani e adulti: due approcci diversi
L’analisi dei dati mostra differenze significative tra i due gruppi. I giovani privilegiano strumenti semplici e rapidi, danno più importanza al fatto che lo strumento sia universalmente accettato e sono sensibili ai programmi fedeltà con premialità, ma hanno una minore esperienza con questi strumenti e più difficoltà pratiche. Sono anche leggermente più propensi a condividere dati personali per finalità legate ai controlli antiriciclaggio.
Gli adulti, invece, usano una gamma più ampia di strumenti, hanno più consapevolezza dei rischi e mostrano maggiore cautela sulla privacy. Le ragioni di queste differenze possono essere legate all’età e al contesto: i giovani si avvicinano ai pagamenti digitali in modo spontaneo, spinti da abitudini sociali e tecnologiche, mentre gli adulti li integrano in una gestione più complessa delle spese quotidiane e familiari.
Cosa vogliono gli italiani da un nuovo metodo di pagamento
L’inchiesta fornisce informazioni cruciali sulle esigenze dei cittadini rispetto alle caratteristiche che dovrà avere l’euro digitale per successo e guadagnare la loro fiducia.
Le richieste dei consumatori italiani sono chiare: facilità d’uso, sicurezza, massima accettazione sia online che offline, costi bassi, rimborsi rapidi in caso di frode e rispetto della privacy.
In media, ciascun intervistato ha indicato quasi quattro caratteristiche su cinque tra quelle considerate essenziali. Un segnale che mostra quanto i consumatori siano ormai esigenti e consapevoli. Le esperienze maturate con app, wallet e carte hanno alzato l’asticella delle aspettative: oggi gli italiani non si accontentano più della sola comodità, ma chiedono sicurezza, trasparenza, rimborsi rapidi e rispetto della privacy. Se da un lato i giovani spingono per soluzioni semplici e immediate, dall’altro gli adulti ricordano l’importanza di garanzie solide e di un quadro regolatorio chiaro. Il futuro dei pagamenti digitali in Italia passerà quindi dalla capacità di conciliare innovazione e tutela dei consumatori, offrendo strumenti inclusivi che sappiano coniugare praticità e sicurezza.
Il metodo dell’indagine
Questa indagine è stata condotta in 10 Paesi Ue (Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Paesi Bassi) tra il 20 maggio e il 6 giugno 2025. I dati, raccolti tramite un questionario online, sono stati analizzati da Euroconsumers. In ogni Paese sono state raccolte circa mille risposte, per un totale di 10.227 risposte valide (8.688 adulti e 1.539 adolescenti). I campioni risultano rappresentativi della popolazione nazionale di età compresa tra i 14 e i 74 anni. In questo articolo riportiamo i dati italiani (fatta eccezione per il paragrafo “Problemi e difficoltà”, in cui riportiamo i dati aggregati per tutti i Paesi dell’inchiesta).
L'indagine, promossa dalla Banca Centrale Europea, è stata realizzata grazie alla collaborazione tra BEUC (Organizzazione europea dei consumatori), Euroconsumers (rete internazionale di organizzazioni di consumatori di cui fa parte anche Altroconsumo), ICRT (International Consumer Research & Testing) e 13 organizzazioni “nazionali” di consumatori: Altroconsumo (IT), Arbeiterkammer (AT), ASUFIN (ES), CECU (ES), Consumentenbond (NL), DECO PROteste (PT), EKPIZO (GR), KEPKA (GR), OCU (ES), Testachats (BE), UFC – Que Choisir (FR), vzbv (DE) e ZPS (SI).
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