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Tampon tax: dal 2022 l’Iva sugli assorbenti scende al 10%

Gli assorbenti femminili entrano nella prima legge di Bilancio del Governo Draghi con il taglio dell’Iva al 10%. Il risultato di un lungo percorso di attivismo delle donne perché il loro uso sia riconosciuto come una necessità e non un lusso. E una battaglia sostenuta da Altroconsumo, che da tempo chiede la riduzione dell’imposta anche per altri beni di prima necessità, come i pannolini per bambini.

  • contributo tecnico di
  • Tatiana Oneta
  • di
  • Simona Ovadia
28 ottobre 2021
  • contributo tecnico di
  • Tatiana Oneta
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  • Simona Ovadia
Tampon tax

L’imposta sul valore aggiunto per gli assorbenti femminili non compostabili passa dal 22% al 10%. Il taglio, inserito nella manovra di bilancio per il 2022, è il risultato di anni di battaglie affinché questi prodotti non siano considerati come un lusso ma come una necessità e vale per tutti i cosiddetti “period products”: assorbenti interni ed esterni, tamponi e prodotti simili monouso. Gli assorbenti compostabili e le coppette mestruali sono già tassati con Iva al 5%.

Una richiesta avanzata da tempo

La Tampon tax, così viene chiamato questo costo extra, è entrata nel dibattito politico nel 2016, quando alcuni esponenti del Parlamento ne chiesero la riduzione al 4%, che è la percentuale di Iva che viene applicata da sempre ai beni di prima necessità, come il pane, il latte e i libri. La richiesta di un ritocco al ribasso, avanzata a più riprese in sede parlamentare, non era mai stata accolta fino a questo momento perché considerata troppo onerosa, sebbene in molti Paesi europei la riduzione dell’aliquota al 5-6% sia già stata approvata (il Paese più virtuoso è l’Irlanda che ha addirittura azzerato l’imposta).

Quanto spendono le donne per gli assorbenti

Lo scorso anno, in un’inchiesta sugli assorbenti femminili (vedi InSalute 147, agosto 2020) avevamo calcolato quanto spende in Italia una donna nell’arco della propria vita per acquistare gli assorbenti igienici per il ciclo mestruale. Calcolando 13 cicli all’anno per una media di 38 anni di vita fertile, la somma, con l’iva al 22%, supera i 3.000 euro. Con l’imposta al 10% il risparmio è di circa 300 euro, mentre sarebbe stato di 450 euro se l’aliquota fosse scesa al 4%.

Una vittoria di principio

Si tratta soprattutto di una vittoria di principio prima che economica, una misura che normalizza la natura della donna e la sua salute. Il taglio dell'Iva al 10%, infatti, non risolve la povertà mestruale, cioè quella condizione che affligge chi non può permettersi di acquistare prodotti igienici femminili e che colpisce nel mondo migliaia di donne spesso impossibilitate a partecipare alla vita sociale e scolastica, ma è comunque un segnale di cambiamento da accogliere positivamente.

L’impegno di Altroconsumo per un’imposta più equa

Altroconsumo da tempo sostiene la necessità di ridurre l’iva degli assorbenti igienici femminili. Già a luglio 2019  avevamo inviato all’allora presidente del Consiglio Conte e al ministro dell’Economia Tria, una lettera per chiederne il ritocco al ribasso.

La riduzione della Tampon Tax al 10% è un primo passo, ma non basta. Ora, per agevolare le famiglie, bisogna puntare a ridurre l’Iva anche di altri beni di prima necessità come ad esempio i pannolini per bambini e i prodotti per la prima infanzia, che invece sono rimasti fuori dalla manovra e restano tassati al 22%. anche ritoccando al rialzo l’IVA di beni che godono di una tassazione assai ridotta pur non essendo affatto né essenziali, né di largo consumo o di altri che sono ingiustificatamente tassati con aliquota ordinaria benché siano di lusso e spesso abbiano un impatto ambientale estremamente alto.